17 febbraio 2009

fino al 15.IV.2009 Marco Bolognesi Parma, Fondazione Solares

 
L’inaugurazione non è nella Stanza dei desideri occultata da Tarkovskij. Invitati da uno stalker, professore e scrittore varcano la soglia di Solares, complesso sistema di produzione culturale. Carlo Lucarelli e Lorenzo Canova tagliano il filo spinato di Dark Star...

di

Che si avverino i loro desideri, che possano crederci e che possano ridere delle loro passioni; infatti, ciò che chiamiamo passione in realtà non è energia spirituale, ma solo attrito tra l’animo e il mondo esterno”, si sentiva in Stalker di Tarkovskij
Un esubero di contaminazioni e collisioni lacerano i mondi di Marco Bolognesi (Bologna 1974): “Cerco solo un’idea di bellezza assoluta, oltre i limiti di ciò che viene considerato lecito”. Sul bivio tra naturale e artificiale, l’artista percorre sentieri infestati e manifestati senza economia di mezzi: fotografia, cinema, moda, fumetto, pittura, video.
L’ispirazione segue diversi riferimenti letterari: l’immaginario di Edgar Allan Poe, il cyberpunk di William Gibson e Bruce Sterling, lo spazio nazi-futurista di Philip Dick, la soft machine di William Burroughs. Non trascura il cinema: il mondo iper-tecnologico di Blade Runner e Matrix, il body horror di Cronenberg, la visionarietà di Greenaway. Apprezza Elektra, il fumetto di Bill Sienkiewicz. Innesta e venera giocattoli fetish. Guarda Jeff Koons e Matthew Barney, Paul McCarthy e Orlan, forse anche Matteo Basilè.
Un buco nero, accecante, un background sovraffollato. Una cover di icone accavallate, spesso kitsch. Un universo stratificato che tenta, attraverso un inseguimento artistico ossessivo, di disgregare i limiti degli spazi a cui s’ispira, e di varcare la soglia, in cerca di una stanza tutta per sé. “All’interno di quell’era postumana caratterizzata dalla ricostituzione dell’io”, come scriveva Jeffrey Deitch. LMarco Bolognesi - There is no mercy - 2008asciarsi guidare dagli indizi, avvicinandosi con cautela all’efflorescenza di espressioni è forse la strada per non tornare indietro a mani vuote. O a occhi zippati.
Dark Star è titolo dell’evento e del volume ispirato all’omonimo film di John Carpenter. In mostra, Black Hole, uno short film fantascientifico, e Genesis, un’installazione di fotografie luminose intorno a una stele irrigata. Creazione e mutazione costituiscono il tema dell’esposizione. Protagonista del cortometraggio è il computer di bordo di un’astronave, vascello che conduce i propri ospiti verso il buco nero. Guida tecnologica che impartisce ordini e ingloba i membri dell’equipaggio, mutandoli e assimilandoli in una razza superiore.
Nei lightbox, assemblati come crocifissioni, appaiono altrettante visioni artificiali. Ibridi tra soggetti (donne blu-Kline) e oggetti (armi, protesi, feticci). Figure accuratamente svestite, adornate, colorate, potenziate, incoronate, inargentate, fotografate, sezionate e alienate. L’artista è il sistema operativo, il supervisore meticoloso che abilita, controlla, rende eterne le sue icone e le ospita nell’universo.
Per citare i Joy Division: “I could live a little there / In the midst of the light / When the darkness closed in / I could have broke down and cried / I could live a little / In the white of light / When the change is gone / When the caring ‘s gone / To lose control.

articoli correlati
Con Federico Cavallini alla Nuova Pesa di Roma

federica bianconi
mostra visitata il 7 febbraio 2009


dal 7 febbraio al 15 aprile 2009
Marco Bolognesi – Dark Star
a cura di Elena Forin
Solares Fondazione delle Arti
Largo 8 marzo, 9b – 43100 Parma
Orario: tutte le sere di apertura del Cinema Edison d’essai e e da lunedì a venerdì ore 9.30-13.30 e 14.30-18.30 su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 0521967088; fax +39 0521925669; info@solaresonline.it; www.solaresonline.it

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui