01 luglio 2002

Fino al 26.VII.2002 Davide Minuti Bologna, Galleria Marabini

 
Quanto tempo quotidianamente trascorriamo davanti al nostro p.c.? Nell’attesa di un download piuttosto che di un aggiornamento dei nostri software, connessi in rete in che modo lo spazio virtuale assorbe e plasma la nostra percezione?

di

E il design industriale? Prodotti serializzati, tutti uguali, che da decenni abitano l’immaginario collettivo e arredano le nostre case. Quanto fascino esercitano su di noi? Oggetti ed elettrodomestici dalle forme accattivanti e dalle tinte artificiali che nutrono e appagano il nostro feticismo di consumatori. Certo, non è una novità che artisti, musicisti, designers e architetti, immersi nel mondo dell’artificio e cresciuti davanti ad un televisiore, o alle prese con i video games, nutriti, in sostanza, dal flusso massmediale, ne abbiano tradotto il loro linguaggio, e assimilato la logica strutturale. I più giovani, poi, sono abili e scaltri nel proporre un ventaglio di soluzioni fresche ed elaborate, slegate da una semplice emulazione o riflessioni ostiche e cerebrali, mettendo a punto dispositivi attraenti, fortemente estetizzanti ma, non per questo, poveri di attente riflessioni concettuali. È il caso, per esempio, di Davide Minuti che espone, in chiusura di stagione, presso la Galleria Marabini di Bologna. A cura di Guido Molinari, la mostra è in grado di soddisfare le risposte ai nostri quesiti.Davide Minuti
Iniziamo, allora, con il ‘caricare’ i primi elementi…
loading, seguito ad una numerazione crescente, è il titolo dei lavori a parete: tre quadri/oggetto, tre supporti in alluminio colorati di bianco RAL9010, un tipo di vernice, normalmente impiegato per ricoprire scatolame di alluminio vario ed elettrodomestici. Lungo i bordi verticali un accostamento cromatico di brani di nastro adesivo in pvc, normalmente impiegato per i cartelloni pubblicitari e la decorazione di vetrine, incornicia lo sfondo privo di qualsiasi tipo di elemento: il rapporto figura sfondo si briciola completamente, la fruizione si sposta verso i bordi generando un senso di attesa e di tensione, la stessa, insomma, che ci pervade quando, davanti al nostro monitor, attendiamo il caricamento di una pagina web e che, in questo caso, una volta aperta ci catapulta dalla bidimensionalità alla terza dimensione. È cosi che Davide Minuti con l’installazione a ‘modulazione variabile’ update, aggiorna e ridefinisce la sua ricerca, scarica nuovi elementi, ampliandone la progettualità. Lungo il perimetro del terzo ambiente della galleria, cinquatasei gambe da carrello industriale Davide Minuti(costruite con gli stessi materiali dei quadri/oggetto: alluminio, pvc colorato e vernice) con tanto di rotella e freno chiedono al fruitore di intervenire e di essere spostati liberamente; interazione, però, che incorre in trabocchetti, piccoli inghippi: alcuni di questi moduli sono magnetizzati tra loro. Un lavoro che dialoga direttamente con il pubblico, senza forma stabile, e che ‘scolpisce’ lo spazio modulandolo e trasformandolo.
Davide Minuti mette mano ad una mostra dotata d’ampio respiro, allestita in maniera leggera e coinvolgente, senza alcun tipo di clamore e in grado di catturare tanto un pubblico di non addetti ai lavori, quanto di mettere in luce una ricerca interessata ad un’abile sintesi tra design, scultura e installazione.

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Marco Altavilla
mostra vista il 25 giugno


‘Davide Minuti’; a cura di Guido Molinari; Bologna, Galleria Marabini, Via Nosadella 45 40123; Ingresso libero; Orari: dal lunedì al venerdì 10.30-13/15.30-19. Chiuso sab e dom; Tel 051.6447482, Fax 051 6440029; info@galleriamarabini.it;

[exibart]

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