21 dicembre 2007

fino al 6.I.2008 Cosmè Tura e Francesco del Cossa Ferrara, Palazzo dei Diamanti

 
Un Rinascimento “diverso”. In cui la cultura cortese e tardogotica della corte estense si fonde con le moderna cultura prospettica. Un’ampia rassegna racconta le vicende dell’“officina ferrarese”. Tra la fantasia immaginifica di Tura e la pacata severità di del Cossa...

di

Ferrara mostra l’altra faccia del Rinascimento. Nell’immaginario di molti, “pittura rinascimentale” evoca le figure austere e solide di Masaccio, le rigorose prospettive intrise di luce di Piero della Francesca, il fascino sottile del tonalismo veneziano o ancora la passione antiquaria di Mantegna. In ogni caso, una pittura ariosa, in cui la luce circola, crea ombre e chiaroscuri; i corpi hanno sostanza di verità, si muovono in uno spazio verosimile e lo occupano. Ebbene, c’è un’altra faccia del Rinascimento italiano, che ha in sé queste componenti “moderne” ma le filtra attraverso una cultura tardogotica più persistente che altrove. A Ferrara, la corte degli Este è uno dei centri di questo Rinascimento “diverso”, in cui convivono la linea nervosa e la fantasia eccentrica di Cosmè Tura (Ferrara, 1433 ca.-1495) e il più pacato plasticismo di Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 ca. –Bologna, 1478), Cosmè Tura - Pietà - 1460 - olio e tempera su tavola - Museo Correr, Veneziai due principali protagonisti di quella stagione artistica, che la mostra illustra con opere su tavola, sculture, oreficerie, pagine miniate, medaglie e disegni.
L’esposizione fa perno sul ventennio della signoria di Borso d’Este (1450–1471), durante il quale si afferma la particolare cifra stilistica che caratterizza quella che Roberto Longhi ha battezzato per sempre “officina ferrarese”. Si comincia, però, prima di Borso, all’epoca del fratellastro Lionello, fine umanista, cultore di arti e lettere; raffinatissimo, ancora molto legato al gusto cortese che predilige il disegno sottile, l’attenzione ai dettagli, i gesti eleganti. Non a caso è Pisanello l’artista prediletto. In mostra, le sue celebri medaglie e, da non perdere, lo straordinario disegno Busto di uomo anziano a braccia conserte che, con un delicatissimo tratto a matita, ottiene una potente resa fisiognomica.
Poi le idee si mescolano, le suggestioni si sovrappongono e agli echi cavallereschi si fondono le novità di Donatello, Piero della Francesca, Andrea Mantegna. Ecco convivere sulle pareti di Palazzo dei Diamanti San Giorgio e il Drago di Michele Pannonio, un fondo oro in cui cavallo, cavaliere e drago sono definiti da una linea di contorno concitata e i rapporti proporzionali tra le figure sono incerti, Anonimo Ferrarese - La Musa Euterpe - 1458-69 - tecnica mista su tavola - Museum of Fine Arts, Budapeste la Musa Euterpe (di un anonimo pittore ferrarese) con un viso angelico da putto mantegnesco, poggia sicura su un basamento che ha la solidità della terza dimensione.
Non è facile riconoscere suggestioni rinascimentali nella pittura di Cosmè Tura: le figure hanno profili taglienti, una mimica concitata, espressioni stravolte (Longhi parlava di un’umanità con le “giunture di diamante”), la natura è pietrosa e inospitale, i dettagli decorativi sovrabbondanti. L’effetto della celebre Pietà del Correr è surreale, il corpo di Cristo disarticolato e deformato, la linea si contorce nei panneggi. Ma il sarcofago sul quale appoggia la Madonna con la sua solida semplicità e la precisa definizione prospettica parla un linguaggio diverso. Le deformazioni si attenuano nella pittura di Francesco del Cossa, la linea si distende, i volumi acquistano solidità. Nel Ritratto di uomo, lo scorcio della mano sfonda il piano della tela senza convincere pienamente.
La mostra prosegue a Palazzo Schifanoia, dove si ammira il ciclo di affreschi voluto da Borso, sintesi di esoterismo, astrologia, cultura prospettica e mondo cortese.
In meno di un secolo, Ferrara avrebbe prodotto un altro capolavoro di esotiche fantasie, L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Poi, strano destino di questa città, dopo secoli di silenzio sarebbe ritornata alla vita artistica con le piazze metafisiche e immobili di Giorgio De Chirico.

articoli correlati
Gli Este a Ferrara

antonella bicci
visitata il 6 ottobre 2007


dal 22 settembre 2007 al 6 gennaio 2008
Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este, 21 – 44100 Ferrara
Palazzo Schifanoia
Via Scandiana, 23 – 44100 Ferrara
Orario: da lunedì a domenica ore 9-19 (Diamanti); da lunedì a domenica ore 10-20 (Schifanoia)
Ingresso: intero € 10; ridotto € 8
Catalogo Ferrara Arte, a cura di Mauro Natale
Info: tel. +39 0532209988; fax +39 0532203064; diamanti@comune.fe.it; www.palazzodiamanti.it

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui