13 febbraio 2012

Resoconto Da zero a cento, le nuove età della vita Bologna, Palazzo Re Enzo

 
Troppo spesso, l'uomo si mostra ignaro o inconsciamente consapevole del cambiamento intorno a lui. Convinto, forse, che solo ciò che vede può essere reale e possibile. Così "Da zero a cento" vuole palesargli tutto ciò che a causa della sua lentezza non riesce a percepire -

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Sono sei le età che scandiscono l’esposizione: vita intrauterina, infanzia, adolescenza, gioventù, maturità e vecchiaia. Ognuna di queste fasi evidenzia cambiamenti, rispetto al passato, imputabili a variazioni sociali e biologiche: ogni settore è svolto dai vari artisti con strumenti e linguaggi diversi e corredato da statistiche e video esplicativi che mettono in luce scoperte, processi e mutamenti, rilevati in un  lungo raggio temporale, sia dal punto di vista socio-culturale che da quello chimico-biologico. Ecco allora che si viene informati su come lo stile di vita della madre, già durante la gestazione, sarà cruciale per il nascituro, mentre l’opera senza titolo di Anish Kapoor o “La isla de Simon” di Gabriel Orozco (così tenera perchè ricca di rchiami autobiografici) spingono a riflettere sul significato e la responsabilità del concepimento.
Intanto, si torna bambini con “Balls”: una sala piena di palloni ideata da Martin Creed, che spinge  lo spettatore all’interazione e lo riporta all’infanzia lontana. Ed è proprio su questo momento dell’esistenza che si gioca uno dei fondamentali step evolutivi che differenziano l’uomo dagli altri animali: la cura della prole per un periodo sempre maggiore, fino ad adolescenza inoltrata; fase in cui si acquisiscono gli strumenti idonei per affrontare la vita e che si sta dilatando di generazione in generazione.
Il lavoro del duo Mocellin-Pellegrini scruta la gioventù, l’inizio dell’età adulta, momento in cui le prospettive si rivoluzionano, si ribaltano, in vista di certe scelte importanti di vita conseguenti all’assunzione di ruoli differenti da ricoprire (forse) fino alla fine.

Le ultime due fasi della vita umana, poi, sono probabilmente quelle più influenzate dal “cambiamento”. La maturità di Cindy Sherman, ad esempio, è una tarda gioventù: le impietose fotografie dell’artista mettono in luce ogni piccolo difetto, ogni cedimento dell’età, ma ritraggono altresì la volontà a non rinunciare ad una ricercatezza esteriore. Un vigore ancora lungi dall’abbandonare un corpo che non si rassegna all’invecchiamento. Diversa è invece la rivendicazione della vecchiaia di Stefania Galegati Shines: parte terminale di un’esistenza la cui aspettativa è quasi raddoppiata, la terza età può essere vissuta anche alimentando nuovi stimoli intellettuali e mantenendo l’equilibrio con le proprie condizioni fisiche.
Il cerchio si chiude, la vita si compie, senza che l’uomo si accorga delle trasformazioni radicali avvenute in appena due secoli, senza le quali probabilmente saremmo tutti morti alle soglie dei cinquant’anni. Attraversiamo il mondo senza vederlo, senza renderci conto che cambia in ogni piccola sua parte ogni giorno che passa, e che con esso cambiamo anche noi.

claudia viroli
mostra visitata il 10 febbraio 2012

dal 2 al 12 febbraio 2012
Da zero a cento, le nuove età della vita
Evan Baden, Guy Ben-Ner, Martin Creed, Stefania Galegati, Marcello Maloberti, Ryan Mc Ginley, Ottonella Mocellin, Gabriel Orozco, Adrian Paci, Nicola Pellegrini, Hans Peter Feldmann, John Pilson, Cindy Sherman, Miwa Yanagi
a cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella, con la collaborazione di Silvia Evangelisti
Palazzo Re Enzo
Piazza del Nettuno, 40123 Bologna
Info:
lascienzainpiazza@golinellifondazione.org

[exibart]

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