24 settembre 2003

resoconto Going Public Modena e Sassuolo, Stazioni ferroviarie

 
Al mattino Galimberti diceva che si è sempre tenuto a debita distanza dagli artisti: perché troppo egocentrici. Alla sera invece ecco gli aritsti artisti che mettevano la dimensione pubblica (l’altro) al centro del proprio operare. Cronache dal Festivalfilosofia…

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È affascinante notare la convergenza che si è venuta a creare nella tre giorni del FestivalFilosofia a Modena, Sassuolo e Carpi tra pratiche artistiche e interrogazione teorica in “quella immediata coincidenza che si è verificata tra sviluppo materiale e immateriale che ha dissolto i confini tra produzione intellettuale, azione politica e cultura” (M. Scotini).
Ma iniziamo per gradi. I luoghi scelti per l’evento Going Public (a cura di Marco Scotini e Claudia Zanfi) sono stati alcuni dei non-luoghi della città: la stazione, i suoi spazi di attesa e di transito e i treni che collegano queste realtà. Gli artisti -tutti di lignaggio internazionale– invitati hanno fatto di questi Maria Papadimitriou - 2003 - Stazione Modena spazi i luoghi di una presa diretta sulle problematiche che il vivere odierno ci presenta. Mutliplicity, continuando il progetto USE, presenta interrogazioni alla città di Modena sulla direzione che lo sviluppo urbano sta seguendo. Il Colectivo Cambalache promuovendo un libero scambio di libri tra i cittadini usa lo spazio anonimo trasformandolo in diffusore di cultura; una pratica questa direttamente importata dal quartiere El Cartucho di Bogotà tenuto in piedi da un’economia informale. Maria Papadimitriou porta il coro di tradizione popolare locale ad esibirsi nell’atrio della stazione. Gianni Motti nella sua sagace e ironica intelligenza appare per una settimana in tutte le fotografie nelle pagine del quotidiano locale. È così che lo troviamo diRainer Ganahl - 2003 - Stazione Modena fronte alle poste dopo un assalto con rapina, fino al giorno di sciopero dei magistrati, lì di fianco a loro nell’aula giudiziaria! Chaves+Mantilla realizzano “il primo giornale da corda nel mondo” recuperando storie e fotografie dei passanti nelle stazioni per farne un giornale stampato in tempo reale in cui i fatti eclatanti sono la quotidianità – spesso conflittuale – della vita delle persone. Le pagine del giornale sono poi appese a dei fili nel portico della stazione, “e puoi anche portare la tua pagina a casa”. Un ottimo catalogo ricco di interventi e di spunti fa da corredo alla manifestazione.
Certamente non sempre ampliare la ricchezza di queste pratiche costruttive verso un’operatività non episodica è facile e scontato, comunque, per dirla con Galimberti, siamo usciti da una pratica di autoaffermazione del proprio ego: dal tempo escatologico infinitamente insoddisfatto siamo passati al tempo ciclico e progettuale, il tempo della nostra esistenza.

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giacomo bazzani
mostra visitata il 20 settembre 2003


Going Public
stazione di Modena e Sassuolo (mo)
a cura di Marco Scotini e Claudia Zanfi
ingresso libero


[exibart]

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