Fondazione Prada Pino Pascali
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Comune di Siena
Comune di Siena

Museo d'Arte Italiana del Novecento

Alberto della Ragione era un collezionista d'arte.
Quando morì pensò di affidare la sua collezione al Comune di Firenze affinchè fosse esposta al pubblico. Ed in effetti, esposta al pubblico, la collezione lo è davvero
| La Donazione Rosai

| La Donazione Rosai

Cinquantotto opere ritrovate nello studio del maestro in via S.Leonardo a Firenze. Accanto ai ritratti di amici artisti e letterati, vedute della città a lui tanto cara. E la serie dei «tondini»: 18 piccoli ritratti ad effigiare la compagnia che con Rosai era solita riunirsi al caffè fiorentino delle Giubbe Rosse (Elio Vittori, Eugenio Montale, Giorgio De Chirico, Mario Luzi, Gianfranco Contini)
| Sperimentazioni tecniche e avanguardie

| Sperimentazioni tecniche e avanguardie

Nel corso del XX secolo molti artisti hanno abbandonato le tecniche tradizionali per adottare nuovi materiali e nuovi procedimenti di lavorazione, più rispondenti alle proprie esigenze espressive. La sperimentazione tecnica ha quindi affiancato l'evoluzione formale dell'arte contemporanea, svolgendo un ruolo fondamentale per l'evoluzione del linguaggio artistico del Novecento
La «Raccolta Alberto della Ragione»: un museo straordinario

La «Raccolta Alberto della Ragione»: un museo straordinario

Poche collezioni d'arte del Novecento possono vantare la ricchezza di quella di Alberto della Ragione.
Straordinario amatore e mecenate, della Ragione raccolse opere di pittori e scultori dagli anni Venti al secondo dopoguerra, non chiudendosi in strette scelte di stile, né di poetica. Due le linee guida. Legata al nazionalismo del periodo, è la sola presenza degli autori italiani. L'altra è l'assenza dell'arte astratta
Italiani a Parigi

Italiani a Parigi

Con il nome Italiens de Paris si ricordano quei pittori italiani che, intorno al 1928 e fino verso il 1933, raggiunsero Mario Tozzi nella capitale francese, proponendo un'arte che si confrontò con le ricerche più attuali. Gino Severini, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, Osvaldo Licini, Francesco Menzio, Renato Paresce, Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, artisti già con diverse esperienze, ne furono i protagonisti
Gli artisti si rappresentano

Gli artisti si rappresentano

Il primo dopoguerra portò un clima d'incertezza e di frattura con la società. L'artista e l'intellettuale abbandonarono gli atteggiamenti avanguardisti per esprimere la nuova realtà che andava a conoscere i regimi politici e la seconda guerra mondiale
| Anni Venti: Valori Plastici, Novecento, secondo Futurismo, gli artisti dei consensi

| Anni Venti: Valori Plastici, Novecento, secondo Futurismo, gli artisti dei...

Finita la prima guerra mondiale, l'arte abbandonò le ricerche più sperimentali delle avanguardie. Il senso di smarrimento e la volontà di ricostituire un ordine sociale si rifletté nelle scene d'intimità domestica, nei ritratti e nei paesaggi, che furono fissati in atmosfere sospese e in figurazioni che, all'insegna del realismo, si richiamarono alla tradizione classica intesa come un valore eterno e universale
Il Gruppo di «Corrente» e la Scuola Romana

Il Gruppo di «Corrente» e la Scuola Romana

All'inizio degli anni Trenta, il panorama artistico offrì nuove esperienze figurative. Parigi propose il Surrealismo, i motivi preziosi dell'Art Déco e la pittura dell'École de Paris. Quest'ultima, che comprese l'opera di Roualt, Pascin, Chagall, Soutine, Utrillo e Modigliani, elaborò una ricerca fondata sul colore e sull'espressione al fine dell'introspezione e del lirismo

| L’Italia fra le due guerre: un particolare punto di vista

Vedute di mare, scorci urbani, paesaggi bucolici: all'indomani della grande guerra la pittura si dedica alla «scoperta» dell'ambiente circostante che diventa luogo mistico, denso di riferimenti e ricco di suggestioni.
Da Carrà a Sironi, a De Pisis a Mafai: campagna, città, spiaggie per disegnare lo specchio dell'animo umano

| I De Pisis di Aldo Palazzeschi

Con la collezione Della Ragione e la donazione Rosai sono esposti a palazzo Bombicci i dipinti di Filippo De Pisis che appartenevano allo scrittore e poeta Aldo Giurlani, meglio noto con lo pseudonimo di Aldo Palazzeschi. Si tratta di un gruppo di 12 opere, tutte di grande qualità, eseguite dal pittore ferrarese De Pisis fra il 1930 e il 1947 ed acquisite da Palazzeschi nel corso della lunga amicizia che legò i due artisti per quasi 30 anni

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