05 agosto 2023

Cosa sta succedendo al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma: le proteste degli studenti contro il Governo

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Gli studenti: “I membri del Comitato Scientifico, da non pagati ed esponenti dell’industria cinematografica, diventano di nomina ministeriale e pagati con i soldi della fondazione”. Bufera al CSCdi Roma, si dimette la Presidente

Cinema

Quali sono i problemi del cinema Italiano? Dalle sale alla revisione del tax credit, dalle ore di lavoro sui set alle retribuzioni. Perché il Governo ha allora così urgenza di riformare il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), da inserire un emendamento a un decreto dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l’anno 2025” per riformare la sua governance?

L’atto della Camera del 31 luglio recita che: il decreto-legge in esame (…) muta radicalmente la governance della Fondazione e fa decadere gli organi in carica; il consiglio di amministrazione passa da quattro a sei componenti”, tre designati dal Ministro della cultura, uno dal Ministro dell’economia e delle finanze, uno dal Ministro dell’università e della ricerca e uno dal Ministro dell’istruzione e del merito. Ma l’aspetto che desta maggiormente scalpore è che “il comitato scientifico non è più nominato dal Consiglio di amministrazione ma con decreto del Ministro della cultura” e passa da 4 a 6 componenti, anch’essi di nomina ministeriale. Il Governo si impegna tuttavia “a valutare l’opportunità (…) di avviare un tavolo con il management, il corpo docente, gli studenti del Centro sperimentale di cinematografia (…)”.

È una vittoria degli studenti che stanno manifestando? Secondo Francesco Luciani, portavoce degli studenti del CSC, <<l’impegno preso dal Governo ha il valore di una forchetta nel brodo. Nulla assicura che questo impegno venga mantenuto, (il Governo si impegna a valutare l’opportunità non ad avviare il tavolo – nda). Anche se così dovesse essere, una rappresentanza degli studenti è il minimo che devono concederci. Non credano che questa concessione possa acquietare i nostri animi, perché abbiamo l’obiettivo di lasciare un Centro Sperimentale migliore di quello che abbiamo trovato e non peggiore, come lo stanno rendendo loro>>.

Ma perché gli studenti del CSC stanno protestando?

<<Perché vogliamo essere presi in considerazione – dice Francesco Luciani – perché non è come dice Carlo Verdone: che si è sempre fatto. I membri del CdA sono di nomina governativa, ma non quelli del Comitato scientifico. Verranno aggiunte cariche e i membri del comitato scientifico, fino ad ora indipendenti, diventeranno di nomina politica. Non solo: da non pagati ed esponenti dell’industria cinematografica, diventano pagati, di nomina ministeriale e non sappiamo di quale provenienza>>. Tra i ministri incaricati delle nomine, ne spunta uno nuovo, quello dell’Università, che si trova a decidere di una scuola che non è un’università.

“Il diploma del CSC – continua il portavoce degli studenti – è equipollente a una laurea triennale, ma non è un’università. L’dea che emerge è quella di trasformare una fondazione, una scuola di formazione tra le migliori in Europa, in un poltronificio dove sistemare politici di turno. E di questa modifica ne beneficerebbero anche tutti i governi successivi, indipendentemente dal colore. Noi siamo del CSC, ma potremmo essere studenti del Conservatorio di Santa Cecilia o di altre scuole e questo potrebbe non restare un caso isolato>>.

L’emendamento in discussione potrebbe cambiare anche le finalità della scuola laddove dice avviare un tavolo con le associazioni di categoria più rappresentative del mondo dell’audiovisivo al fine di presentare nuove linee di indirizzo”. Quello che incuriosisce è che si mettano insieme cinema e audiovisivo e si parli di nuove linee di indirizzo, in un comitato dove, per statuto, i membri devono essere nominati tra persone di prestigio dell’industria cinematografica. E se chi vota libri neanche li legge, chi dirige una scuola di cinema potrà essere uno che si impegnerà a vedere film?

<<Al momento – spiega ancora Luciani – lo statuto della fondazione parla della scuola nazionale di cinema come di un istituto di alta formazione e ricerca in ambito cinematografico. Con l’emendamento, queste finalità lo farebbero diventare un istituto di alta formazione nell’ambito “cinematografico, delle nuove tecnologie, delle realtà virtuali, dell’intelligenza artificiale, della realtà immersiva e dell’audiovisivo”. Così si riduce il cinema a una parte dell’audiovisivo. Perché inserire tutto l’audiovisivo  in una scuola che fa solo cinema? Audiovisivo vuol dire cinema, ma anche televisione, YouTube, Instagram, realtà virtuale>>.

La presidenza Donzelli, dimessasi sull’onda delle tribolazioni, ha realizzato durante il suo mandato una serie di progetti: ad esempio, ha acquistato e ristrutturato il cinema Fiamma di Roma, ha triplicato le borse di studio. <<Con le modifiche presentate – fa notare Luciani – i compensi verrebbero fissati dal ministero della Cultura e finanziati dal patrimonio della fondazione. Sei nuovi stipendi che verranno detratti proprio da quel patrimonio che la fondazione usa per il CSC, la didattica e la strumentazione>>. L’art. 1 dello statuto della fondazione prevede che la Scuola nazionale di cinema abbia personalità giuridica di diritto privato. Con questo emendamento il Governo gestirebbe una fondazione di diritto privato come farebbe con gli ITS – istituti tecnici superiori –  che sono fondazioni di diritto privato gestite come organismi di diritto pubblico?

<<È questo che ci preoccupa – risponde ancora Luciani – Questo atteggiamento reazionario fin dove si può espandere? L’art. 33 della Costituzione tutela gli istituti di alta formazione e ricerca affinché mantengano la propria indipendenza e autonomia dal Governo. Mi stupisco che non sia stata sollevata una questione di costituzionalità>>.

Alla fondazione CSC fa capo anche la Cineteca Nazionale. La modifica della governance inciderebbe anche su questa. Il suo curatore detta le linee guida di quali sono le pellicole da conservare, quelle da restaurare, quelle che hanno priorità di diffusione.

<<Ci dobbiamo preoccupare di come viene impostato il futuro attraverso la formazione – conclude il portavoce degli studenti del CSC -, ma anche di come viene gestito il passato attraverso la sua conservazione e promozione. Abbiamo condiviso con la stampa una lettera, firmata da grandi esponenti del nostro settore, che ha raggiunto le 400 firme. Se veramente vogliamo occuparci di cinema, dobbiamo parlare di altro, non del Centro Sperimentale. Noi studenti non ci fermiamo perché siamo convinti che è dalla società civile che deve arrivare l’opposizione>>.

1 commento

  1. nel 2004 rientrata da Pechino venivo invitata a Cinecittà ed al centro Cinematografico, era allora diretto da una donna, per solidarietà regalai la foto scattata dentro la Sala del Governo Cinese, 500 donne allora le più potenti al mondo, con un piano di collaborazione…..al nostro passaggio fù bloccato il traffico, la cosa mi divertì molto, che fine avrà fatto quella foto storica lunga un metro e mezzo…nel centro cinematografico di cinecittà? sono dalla parte dei giovani…..
    manca la classe dirigente in ITALIA
    dopo la visita del Cardinale ZUPPI alla CASA BIANCA, ho ricevuto una lettera del Presidente BIDEN mi invita a collaborare al suo progetto contro l’ANTISEMITISMO
    la lettera del Presidente XI JINPING, è diversa combattere la povertà e la FONDAZIONE per la PACE a cui hanno aderito 178 paesi compreso l’ITALIA-

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