29 aprile 2021

“Cuban dancer”: il sogno di un ballerino cubano diventa un documentario

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In anteprima il 29 aprile, per la Giornata Internazionale della Danza, "Cuban dancer" racconta la storia di uno studente della Scuola Nazionale di Balletto di Cuba approdato al San Francisco Ballet, cercando di rimanere fedele alle sue radici

cuban dancer

«Io credo che il balletto sviluppi molti dei nostri sensi, il modo in cui pensi, il modo in cui sei, il modo in cui senti le cose. Molte cose». A dirlo è un giovanissimo Alexis Valdes, ballerino cubano in una delle prime sequenze del film documentario Cuban Dancer, che ripercorre cinque anni della sua vita, dal 2014 al 2019. Dalla sua formazione alla Escuela Nacional de Ballet de Cuba dove è già una promessa del balletto, al trasferimento in Florida nella prestigiosa scuola di Harid Ballet, per chiudere con la firma del suo primo contratto professionale con la San Francisco Ballet Company.

Un sogno che si realizza, caratterizzato dalle gioie, dai sacrifici, dalle difficoltà di un ragazzo che nasce e cresce a La Havana e vuole diventare un ballerino cubano, ma si trova costretto a emigrare negli Stati Uniti con la famiglia e ad affrontare la sfida di cominciare da zero, di ridefinirsi. Non conosce la lingua, non ha amici e lo stile di danza studiato nel suo Paese è completamente diverso da quello che insegnano negli Stati Uniti.

Tutto questo mentre i suoi genitori fanno ore di straordinario al lavoro ed enormi sacrifici per permettergli di studiare. Alexis sa quindi di dover trovare rapidamente la sua strada nel mondo elitario del balletto americano, cercando di rimanere fedele alle sue radici. Se la danza è il linguaggio segreto dell’anima, la danza cubana svela il sentire di un popolo in costante dialettica con la propria identità.

Essere cubani è vivere un conflitto insanabile: l’amore viscerale per l’isola e la necessità per molti di abbandonarla. La “despedida”, l’addio, è affare quotidiano a Cuba. Della poetica dell’addio si nutre la sua arte. Della speranza del ritorno e delle disillusioni vive quel corpo cubano che balla rapito dalla stessa estasi i riti afro‐caraibici, la Salsa e Giselle. Per Alexis l’esperienza dell’addio è arrivata a 15 anni. Addio al primo amore e a quel metodo cubano di balletto orgogliosamente assunto anche come guida morale. A poca distanza, in Florida, dove l’educazione artistica e sentimentale di Alexis è proseguita, si cresce e si danza in maniera diversa.

Alla storia di Alexis, che è anzitutto quella di una famiglia e di un intero Paese catturato in un momento di cambiamenti politici, si è appassionato il regista italo-nicaraguense Roberto Salinas insieme alla co‐autrice Laura Domingo Agüero. Salinas ha iniziato a seguire e a filmare il protagonista nel 2014, quando aveva appena 14 anni, e per 5 anni fino a quando Alexis ha compiuto 19 anni. 250 ore di materiale girato per arrivare, poi, a un’opera di un’ora e mezza.

Originariamente, Cuban Dancer era nato come progetto per raccontare una storia di cambiamento nel momento in cui le politiche internazionali nei confronti dell’isola erano soggette a fortissime trasformazioni, quei venti politici che con alterne vicende, e negli ultimi anni, si sono manifestati prima nella politica di apertura di Obama, poi in quella di chiusura di Trump. Grazie all’accesso facilitato dal sostegno della coreografa e coautrice Laura Domingo Agüero, Salinas inizia a seguire il giovane Alexis in alcune fasi della sua formazione di ballerino e di studente a La Havana. La famiglia Valdes emigra (per raggiungere la figlia negli States) proprio quando Obama visita il paese e prima delle elezioni di Trump.

Così, mentre gli autori erano pronti a fotografare per l’ultima volta un sistema educativo tra i più famosi e ammirati al mondo, la storia di Alexis ha fatto breccia nella vita quotidiana.  A quel punto, Salinas e Domingo decidono di raccontare la storia personale di Alexis alle prese con scelte profonde e cambiamenti importanti, esattamente come capiterà al suo paese. “Io credo di essere nato per danzare», si confessa nel film Alexis. «Sono nato per l’arte. Questo è il mio campo. Non so cosa avrei fatto in questo mondo se non danzare». Giunto ormai al San Francisco Ballet, Alexis continuerà a definirsi semplicemente un “ballerino cubano”, perché «Essere cubano significa essere un guerriero. Noi non ci arrendiamo mai».

Prodotto da Indyca con Rai Cinema, il film “Cuban Dancer”, dopo essere stato presentato ad “Alice nella città” alla Festa del Cinema di Roma e aver vinto premi ai festival di Miami e San Francisco, si vedrà in anteprima il 29 aprile in occasione della Giornata Internazionale della Danza e il 3 e 4 maggio come uscita evento, distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

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