06 settembre 2020

Pop Corn #22. Il Viale del Tramonto della meravigliosa Gloria Swanson

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Gloria Swanson, diretta da Billy Wilder, incarna le paure e le ossessioni di una diva in decadenza, offrendo uno spaccato del cinema americano

In Viale del Tramonto, Joe Gillis (William Holden) è uno sceneggiatore che, in preda a una fuga per debiti insoluti, si rifugia accidentalmente nella casa di Norma Desmond (Gloria Swanson), una ricchissima diva del cinema che si è ritirata dalle scene. Pian piano l’uomo viene trattenuto dall’ex attrice che lo adula con complimenti, regali costosi e uno stile di vita molto al di sopra delle sue possibilità. Norma vive di ricordi e la presenza di Joe le riporta delle emozioni che aveva sopite, ma quest’ultimo non ricambia il suo amore e inizia a frequentare, seppure per lavoro, un’altra giovane donna che, a sua volta, si innamora di lui. Joe mente a entrambe finché Norma, cieca per la gelosia, decide di ucciderlo di fronte al suo tentativo di fuggire.

Quando si pensa a una star di Hollywood, l’impulso è sempre quello di vedere le fortune connesse a quello stile di vita: il denaro, il potere, la bellezza, il successo. Raramente, o solo in un secondo momento, il tentativo di comprendere ha il sopravvento. Queste persone sono realmente felici? E il mondo dello spettacolo com’è?

Il primo incontro tra Joe e Norma avviene in un momento in cui l’attrice si appresta a compiangere la scomparsa della sua scimmia: è evidente già da subito che la donna a cui ci si trova di fronte non è ordinaria. La casa in cui vive è grandissima, tutto è tenuto alla perfezione, ci sono moltissimi fiori freschi, oltre ai ritratti fotografici e dipinti che raffigurano l’attrice. La Desmond si nutre come una regina e ha sempre pronti caviale e champagne, il suo maggiordomo è il suo primo marito e la adora e venra, i suoi abiti sono perfetti anche di notte, tutto è sempre pronto per qualsiasi evenienza. Tuttavia Norma è triste e sola, ha una vita che scorre all’ombra del ricordo della sua carriera nel cinema, ma ormai è troppo vecchia e nessun ruolo è destinato a lei.

L’arrivo di Joe nella sua vita per lei è un miraggio, la fa sentire improvvisamente viva nonostante il distacco emotivo e l’interesse meramente materiale che lui dimostra. Norma si rianima e questa spinta viene accelerata da una telefonata da parte degli studios per cui si illude di ricevere una parte in un film, quando in realtà le esigenze della produzione sono di altra natura, dato che vorrebbero noleggiare la sua preziosa vecchia automobile.

Questa visita agli studios crea in Norma un’aspettativa per cui inizia a fare trattamenti di bellezza che le rinfreschino la pelle, cerca di controllare il cibo e di fare attività che le ridiano l’energia e l’aspetto del passato, anche se in realtà le comunicazioni tra il regista (con un omaggio a De Mille) e i suoi collaboratori rivelano un ambiente spietato e calcolatore.

Il film ci rivela moltissime sfumature della personalità di una diva, ma prima fra tutte c’è una grande fragilità. Abituarsi a una grande audience deve essere, alla lunga, davvero straniante, non poter camminare per strada, non poter avere una vita costellata di piccole cose normali, accentua inevitabilmente la tendenza allo straordinario, al lusso, al capriccio, alla necessità di conferme e di autocelebrazioni. Altrettanto complesso, a tratti crudele, dev’essere il declino, soprattutto perché, nel caso delle donne, coincide spesso con l’avanzare dell’età, il cambiamento dei canoni estetici, l’ascesa di altre colleghe più giovani e più richieste.

L’interpretazione della Swanson di un personaggio così complesso è particolarmente calzante: la donna era stata una celebre attrice del film muto e, con l’avvento del sonoro, la sua carriera stava subendo una difficile battuta d’arresto. La sua esperienza personale ha probabilmente favorito la creazione di questo personaggio, oltre al fatto che il lavoro svolto dalla Swanson ci offre molte sfumature e moltissimi passaggi che ne rivelano le qualità attoriali, tra cui l’omaggio a Chaplin con una sua breve imitazione.

Il film ha avuto moltissimi riconoscimenti ed è al sedicesimo posto nella classifica dell’American Film Institute, oltre al fatto che quest’anno h raggiunto il settantesimo anno di età.

Gloria Swanson, Viale del Tramonto (Sunset Boulevard), 1955, Regia di Billy Wilder

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