03 settembre 2023

Venezia 2023: sei i film italiani in concorso alla 80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

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Una straordinaria presenza del cinema italiano, come solo nell’edizione del 1968, quest'anno sono sei i film italiani sotto i riflettori del Festival del Cinema di Venezia

FINALMENTE L'ALBA, Actress Rachel Sennott

Un gruppo eterogeneo, tra veterani e nomi su cui vale la pena scommettere. Ciò che è certo è che il Festival 2023 vede una straordinaria presenza del cinema italiano in concorso, un record degli ultimi anni. Il carattere internazionale della kermesse non mette infatti in secondo piano le pellicole nazionali che coprono una vasta gamma di generi e tematiche, offrendo al pubblico una prospettiva diversificata sulla creatività cinematografica del nostro paese.

Un’edizione aperta da colpi di scena, non solo lo sciopero degli attori e sceneggiatori di Hollywood, ma anche un cambio di programma in apertura del Festival, dove non è stato il film di Luca Guadagnino ad aprire la Mostra del Cinema a seguito da decisioni assunte dalla produzione, lasciando il posto a Comandante di Edoardo De Angelis.

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“Comandante” di Edoardo De Angelis

Il Festival si è aperto con Comandante di Edoardo De Angelis, interpretato da Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh e Silvia D’Amico. Un film ispirato a una storia vera ricostruita da Sandra Veronesi con il regista e un budget tra i 16 e i 17 milioni di euro (prodotto da Indigo Film, O’ groove, Tramp ltd, Vgroove Wise pictures e Rai cinema). La trama segue la vicenda del comandante Salvatore Todaro, un valoroso ufficiale italiano che, nel 1940, disobbedì agli ordini superiori per salvare i marinai belgi, nonostante fossero nemici, dopo l’affondamento della loro nave causata del suo sommergibile. La motivazione di Todaro? “Perché sono un italiano”. Un film che potrebbe scatenare discussioni e riflessioni sulla lealtà, l’umanità e il coraggio in tempi di guerra.

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“Io Capitano” di Matteo Garrone

Io Capitano, diretto da Matteo Garrone, racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che partono da Dakar con l’obiettivo di raggiungere l’Europa. Il film esplora le sfide che affrontano attraverso il deserto, i pericoli dei centri di detenzione in Libia e le traversate pericolose del mare.

«È il controcampo di una scena che abbiamo visto molte volte. Noi europei siamo abituati ad avere il controllo dell’inquadratura: guardiamo la gente che arriva dal mare, a volte viva, a volte morta. Io ho provato a cambiare la prospettiva», ha spiegato il regista. Con un cast che include Seydou Sarr, Moustapha Fall e Ibrahima Gueye. Il film promette di essere un’odissea contemporanea che tocca temi rilevanti come l’immigrazione e il sogno europeo.

FINALMENTE L’ALBA-_Actress_Lily_James__Credits_photo_by_Eduardo_Castaldo

“Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo

Finalmente l’alba di Saverio Costanzo è ambientato nella Roma del 1953, poco dopo il ritrovamento del cadavere dell’aspirante attrice Wilma Montesi. Il film segue una ragazza che accompagna sua sorella a Cinecittà per un provino, ma le cose non vanno come previsto. «Finalmente l’alba è il viaggio lungo una notte di una ragazza che, nella Cinecittà degli anni 50, diventa la protagonista di ore per lei memorabili che da ragazza la trasformeranno in donna».

Con un cast che mescola l’esordiente Rebecca Antonaci, a Lily James, Joe Keery, Rachel Sennott, Willem Dafoe e Alba Rohrwacher nei panni di Alida Valli. Il film è una riflessione sul riscatto dei semplici e degli ingenui, rappresentando il protagonista come un foglio bianco su cui ogni personaggio scrive la sua storia.

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“Enea” di Pietro Castellitto

Enea, diretto da Pietro Castellitto, parla di amicizia, giovinezza e corruzione in una società in declino. Insieme all’amico Valentino, i due condividono la giovinezza, immergendosi in un mondo corrotto fatto di spaccio e feste, «Una Grande bruttezza ammantata di cinismo e ipocrisia». Il cast include Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Cesare Castellitto e Sergio Castellitto.

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“Lubo” di Giorgio Diritti

Lubo, «La storia di un nomade, un artista di strada, un uomo che subisce una grande ingiustizia. Un film sul senso dell’educare, sull’amore, su leggi disumane e discriminatorie che generano un male che si espande come una macchia d’olio nella vita di chi le subisce, modificandone il percorso e i valori, producendo dolore, rabbia e violenza, ma nel caso di Lubo, anche la volontà di reagire con un immenso amore per la vita e per i propri figli»: così Giorgio Diritti ha descritto il suo film, ambientato nel 1939. La storia di Lubo, un nomade e artista di strada chiamato a combattere nell’esercito svizzero per difendere i confini nazionali. Dopo aver scoperto la morte di sua moglie e il rapimento dei loro tre figli, Lubo è determinato a riunire la sua famiglia e ottenere giustizia. Il film presenta un cast internazionale che include l’attore tedesco Franz Rogowski, lo svizzero Christophe Sermet e Valentina Bellè.

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“Adagio” di Stefano Sollima

Adagio, diretto da Stefano Sollima,  è una storia crepuscolare di vendetta e redenzione» è un thriller che segue la storia di Manuel, un sedicenne coinvolto in un ricatto per scattare delle foto compromettenti. Quando si ritrova inseguito dai ricattatori, Manuel cerca protezione da due ex-criminali. Il film presenta un cast di talentuosi attori italiani, tra cui Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e altri. Adagio esplora tematiche di criminalità, corruzione e sopravvivenza in un contesto urbano.

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