26 settembre 2022

Break e danza contemporanea, un dialogo tra mondi al Torinodanza

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Un duetto tra break e danza contemporanea, con sottofondo di liuti e computer, nell’incontro tra un albanese e un curdo: Neighbours debutta al Festival Torinodanza

Neighbours, ph. Julien Benhamou

È l’incontro di due mondi, di due culture, di due uomini. Di differenti creatività. Che si osservano, si interrogano e dialogano gestualmente, ascoltandosi e cercandosi. Si sfidano danzando ma senza competizione né sopraffazione, per trovare, quasi naturalmente, una unione, un linguaggio comune, apprezzando dell’altro il proprio. Giocandoci. I due, vicini nella diversità, contagiandosi nella loro peculiare poetica, superano gli steccati di genere della danza. Brigel Gjoka è albanese, Rauf “RubberLegz” Yasit, tedesco di origine curda. Accanto a loro, il musicista turco Ruşan Filiztek con il liuto a collo lungo, un grande tamburello e i suoni generati da un computer. E così il dialogo si fa a tre.

Neighbours, ph. Julien Benhamou

Il background del carismatico Yasit è la vasta street dance, quello di Gjoka è nutrito di classico e contemporanea, e molta tecnica di improvvisazione. Entrambi danzatori in “A Quiet Evening of Dance” di William Forsythe. Da qui il loro incontro e il sodalizio artistico scaturito nella creazione “Neighbours” (debutto italiano al festival Torinodanza) dove il virtuosismo e le impressionanti contorsioni di matrice hip hop di Yasit cercano quasi un innesto nei movimenti fluidi e scattanti di Gjoka, in un magistrale gioco di improvvisazione. Dapprima nel silenzio assoluto e in assoli dialoganti dei quali sentiamo solo il respiro o lo schioccare delle dita; poi, nel totale cambio di atmosfera con la musica e il canto di Filiztek, ricco di influenze delle tradizioni mediorientali.

Neighbours, ph. Julien Benhamou

Intrecciando in maniera sorprendente e reiterata braccia e gambe in tutte le direzioni, a terra e in aria, indossando un velo trasparente o sventolando dei fazzoletti rossi dopo un’esplosione di polvere, scivolando in morbide o energiche evoluzioni, i corpi, magicamente, senza raccontare, evocano storie e luoghi delle rispettive culture: di radici comuni, di menti affini, di sguardi complici, di anime vicine. Bellissimo.

Neighbours, ph. Julien Benhamou

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