03 febbraio 2001

N° 226, anno XXXIV – febbraio-marzo 2001. Flash Art

 
In copertina: “Il Grande Fratello”. Taricone dipinto di blu anticipa tre articoli che analizzano i rapporti tra arte e fenomeni massmediali con i quali l’arte odierna non può esimersi dal confrontarsi.

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Il denso numero della rivista di Politi entra nel vivo con uno speciale dedicato alle aste che rende conto dei successi di mercato di Cattelan e Beecroft, dell’ascesa dell’Arte Povera e del crollo della Transavanguardia, quasi un pretesto per cedere la parola ai galleristi; Flash Art raccoglie infatti, in questo numero, le impressioni degli addetti ai lavori sullo stato del mercato internazionale, formulando 4 domande ai maggiori galleristi di NY (il boom del mercato, il fenomeno delle aste, le nuove strategie delle gallerie e i nuovi collezionisti newyorkesi) e 3 a quelli italiani (di nuovo sulle aste e il rapporto con le gallerie, il coinvolgimento degli artisti italiani nel nuovo mercato).
Politi non si esime dal ri-calarsi nella sua veste militante in “Viaggio dentro alle gallerie italiane” dove dà i numeri e fa le pagelle ad una quarantina di gallerie italiane: alle altre toccherà sul prossimo numero.
A seguire la rivista propone articoli d’impegno e di largo respiro sul tema dei media e della televisione in particolare.
Marco Senaldi in “Artertainment” afferma che i sintomi artistici sono divenuti di massa e che il divario arte-vita è superato. Nell’età attuale gli artisti devono confrontarsi col campo massmediale, dunque anche con fenomeni come il Grande Fratello, visto come evento performativo di massa che, come l’arte contemporanea, ha portato con sé critiche e polemiche.
Delle performance video tratta anche “Sconfinamenti” di Maria Rosa Sossai: a partire da una frase di Nam June Paik, secondo cui fare video è immaginare di essere Dio, l’autrice conduce una lucida analisi su sviluppi e prospettive della video art.
Luca Beatrice in “Dal kitsh al sex. Pittura e tv” conclude la triade dedicata a tv ed arte. Il critico teorizza un riconoscimento della sex art e segnala un articolo di Alison Gingeras su Artpress nel quale l’autore spiega il concetto di “sovversione del kitsh”, proponendo una rilettura del ‘900 alternativa a quella ufficiale. Beatrice dimostra come l’arte abbia saputo appropriarsi delle immagini popolari trasformandole in oggetti pittorici per resistere all’omogenizzazione e al conformismo. Significativa è l’individuazione di un momento storico nell’evoluzione della televisione, con l’ingresso delle tv private che hanno sdoganato il sesso e la pornografia insieme al kitsh.
Flash Art presenta poi interessanti interviste a Carsten Holler e Wolfgang Tillmans, articoli monografici di Gianni Romano su Andreas Gurky, di Alessandro Rabottini su Diego Perrone e di Massimiliano Gioni su Patrick Tuttofuoco.
Da ultimo si legge un pezzo di Gean Moreno su Art & Design a partire dal confronto tra Pardo e Oldenburg.
Accanto alle “Recensioni” e al “Calendario”, tra le rubriche si segnalano alcune notizie e prese di posizione di rilievo. In “Lettere al Direttore” Politi boccia il PAC di Milano per la mostra “Sui Generis”, dedicata alla giovane arte italiana, e promette per il prossimo numero 10 nomi di giovani e 10 storici sui quali puntare; Flash Art News dedica spazio alla Prima Biennale di Teheran, alla morte di Chen Zhen (13.12.2000), propone un commento a “Migrazioni” -il premio per la giovane arte italiana e sul CAC di Roma- e fa spiegare ai curatori di Tokyo TV il progetto pilota per un futuro canale televisivo realizzato interamente da artisti nell’ambito della programmazione del Palais de Tokyo di Parigi. Una recensione di Sui Generis al PAC la si trova, infine, all’interno di Group Shows.

Flash Art – Bimestrale – Costo: L. 12.000
Via Carlo Farini, 68 – 20159 Milano
Giancarlo Politi Editore.
E-mail: politi@interbusiness.it


Alfredo Sigolo

Exibart

9 Commenti

  1. signor benci non faccia lo snob! io invece la trovo una cosa molto carina..tra l’altro ricorda le Antropometrie di Yves Klein, non credete? a me queste commistioni con la cosiddetta cultura “bassa” piacciono molto…ciaoooooo

  2. Chi ha parlato di Klein?? ma stiamo scherzando o cosa??? Pietro dipinto non è ne più ne meno che una COSA RIDICOLA.Non riesco a capacitarmi di quanto squallore ci sia in questa copertina! E non mi ritengo snob, tanto per anticipare qualche commenitno, ma semplicemente realista. Il prossimo numero avrà Marina nuda’ tanto per giustificare un editoriale o un articolo dedicato al nudo nell’arte? E poi? Salvo? per riconoscere il lato ludico e ignorante circa il mondo artistico? ma diamine: Flash Art come Novella duemila. ahi ahi ahi che squallore.

  3. Forse sarebbe il caso di confrontarci sul contenuto dell’articolo cui la copertina fa riferimento. Comune ha ragione Franca di Viterbo, il riferimento di quella copertina è proprio alle antropometrie di Klein, ma il connubio blasfemo Taricone/Klein vuole essere uno spunto di riflessione, niente più.

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