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140
Una pubblicazione e una mostra a vent’anni dalla tragedia Moby Prince
Comunicato stampa
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Con la ricorrenza del ventennale della tragedia del Moby Prince l'Associazione “140” - Familiari delle vittime e l'Associazione per l'arte contemporanea REACT uniscono le proprie risorse, con il prezioso contributo della Fondazione per la Cassa di Risparmio di Livorno e della Banca Cras, per ricordare, attraverso il contributo dell'arte contemporanea, una delle più gravi tragedie che ha colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Una strage che ha portato alla morte di 140 civili e che ancora oggi risulta impunita, nonostante i numerosi processi e le svariate ipotesi percorse per arrivare alla verità. Molti gli interrogativi che ruotano attorno alla vicenda e pochi i fatti realmente accertati durante i lunghi e spesso contraddittori processi che si sono celebrati. Dal 1998 le indagini sono state private anche del relitto, a causa di un affondamento sul quale si è, tra l'altro, ulteriormente speculato in senso investigativo. Forse anche per questa privazione materiale avvenuta, l'Associazione “140” ha pensato, ormai da diverso tempo, alla possibilità di dedicare una sorta di monumento alla tragedia e alle sue vittime rendendo tangibili, per mezzo di una formalizzazione di tipo artistico, questi vent'anni di sofferenze e di attesa di una qualche forma di giustizia per i loro cari.
Nasce in questo contesto l'iniziativa di REACT per la realizzazione di una mostra e di una pubblicazione ideata in stretta connessione. Nella Chiesa del Luogo Pio, spazio deputato alle attività dell'associazione, verrà infatti allestita un'esposizione attorno ai lavori di Federico Cavallini e CCH, con apertura Domenica 10 Aprile alle ore 19, in coda al programma delle celebrazioni ufficiali. Quella stessa sera, parallelamente alla mostra, verrà presentata la pubblicazione “140”, a cura di Matteo Lucchetti e con i contributi di Federico Cavallini, CCH ed un visual essay appositamente pensato da Michelangelo Consani.
Di base a Livorno e operanti a livello nazionale, i due artisti in mostra hanno lavorato intorno al concetto di memoria, al suo funzionamento in relazione alla scrittura della storia, alla sua relazione con lo spazio mediatico e all'impossibilità di articolare il ricordo, in assenza di un riconoscimento pubblico e tangibile dei fatti. Il rimosso collettivo che caratterizza larga parte della storia italiana recente, la velocità di assorbimento della notizia – e la quasi assenza di un necessario contraddittorio, all'interno di una sfera mediatica altamente auto-regolamentata e condotta – sono solo alcuni degli elementi che le pratiche artistiche in oggetto hanno eletto come sfondo della propria ricerca.
Federico Cavallini fa una proposta di monumento, realizzando “Koninging Juliana”. Una scultura cubica ottenuta con ferro da imbarcazione e battuta simbolicamente sui lati, con strumenti da demolizione, centoquaranta volte. La traccia audio di registrazione dei colpi inferti è incorporata all'oggetto, che riflette su di sé non soltanto un numero chiave della vicenda, ma anche il gesto di distruzione seguito alla formatura della scultura, parallelamente alla negazione stessa di poter avere ancora qualcosa di materialmente tangibile legato alla Moby Prince. Quel relitto, affondato e poi scomparso, torna qui idealmente in questa forma ordinata e portatrice dei segni di cancellazione del ricordo che sono stati compiuti fin dai primi momenti della tragedia.
“Moby and Prince. A tragedy and its mediascape” è invece il titolo del lavoro di CCH che provocatoriamente prova a parlare della tragedia senza nominarla. Il campo di indagine è lo spazio mediatico in cui oggi la vicenda si colloca, immersa in un'indicizzazione dei contenuti in rete, variabile a seconda di fattori prevalentemente commerciali. Le grandi immagini dei due cantanti internazionali, Moby e Prince, scompongono paradossalmente il caso in due parole chiave e aprono lo sguardo verso quel paesaggio, fatto di immagini e informazioni, che è stato costruito attorno alla strage. Ed è in queste ricostruzioni mediatiche che, spesso, l'oggetto della ricerca si è perduto allo sguardo, proprio come avviene didascalicamente nell'opera di CCH.
“140” è infine la pubblicazione, curata da Matteo Lucchetti, che oltre a documentare la mostra tenta di problematizzare ulteriormente il potenziale di analisi legato ad una ricerca visiva attorno alla Moby Prince e alla sua collocazione in una storia contemporanea italiana. In questo senso trovano un approfondimento i lavori degli artisti in mostra e si inserisce la riflessione di Michelangelo Consani. Ancora un artista livornese, dal profilo internazionale, che in questo caso articola il proprio contributo appositamente per lo spazio della pubblicazione, proponendo un parallelo tra la tragedia in oggetto ed il più grande disastro petrolifero del mediterraneo, avvenuto anch'esso il 10 Aprile 1991. A dieci ore di distanza infatti, a largo di Genova, comincia ad affondare la Amoco Milford Have, che riverserà una quantità di oltre novantamila tonnellate di petrolio nel Mar Ligure per diventare poi, negli anni, uno dei relitti più visitati al mondo. Due parabole tragiche sembrano incrociare, nel visual essay di Consani, la loro traiettoria, proiettandosi su di una narrazione squisitamente italiana, dove stragi, petrolio e mistero, che sia questo di fede o di procura, si addensano verso un nero amaramente indissipabile.
(con estratti dal testo in catalogo di Matteo Lucchetti)
140
Una pubblicazione e una mostra a vent'anni dalla tragedia Moby Prince
è un progetto di
REACT / Ricerca Esperienze Arte ConTemporanea e
Associazione 140 - Familiari delle vittime Moby Prince
sostenuto da:
Banca Cras e Fondazione della Cassa di Risparmio di Livorno
Domenica 10 Aprile, ore 19
inaugurazione mostra e presentazione pubblicazione presso:
Chiesa del Luogo Pio, Piazza del Luogo Pio, Quartiere “La Venezia” – Livorno
pubblicazione a cura di:
Matteo Lucchetti
con contributi di:
Federico Cavallini, CCH, Michelangelo Consani
progetto grafico di:
Tommaso Garner
edita da:
SCARTI – La Spezia
la mostra rimarrà visitabile fino al
30 Aprile 2011
per maggiori informazioni
www.react.it
Nasce in questo contesto l'iniziativa di REACT per la realizzazione di una mostra e di una pubblicazione ideata in stretta connessione. Nella Chiesa del Luogo Pio, spazio deputato alle attività dell'associazione, verrà infatti allestita un'esposizione attorno ai lavori di Federico Cavallini e CCH, con apertura Domenica 10 Aprile alle ore 19, in coda al programma delle celebrazioni ufficiali. Quella stessa sera, parallelamente alla mostra, verrà presentata la pubblicazione “140”, a cura di Matteo Lucchetti e con i contributi di Federico Cavallini, CCH ed un visual essay appositamente pensato da Michelangelo Consani.
Di base a Livorno e operanti a livello nazionale, i due artisti in mostra hanno lavorato intorno al concetto di memoria, al suo funzionamento in relazione alla scrittura della storia, alla sua relazione con lo spazio mediatico e all'impossibilità di articolare il ricordo, in assenza di un riconoscimento pubblico e tangibile dei fatti. Il rimosso collettivo che caratterizza larga parte della storia italiana recente, la velocità di assorbimento della notizia – e la quasi assenza di un necessario contraddittorio, all'interno di una sfera mediatica altamente auto-regolamentata e condotta – sono solo alcuni degli elementi che le pratiche artistiche in oggetto hanno eletto come sfondo della propria ricerca.
Federico Cavallini fa una proposta di monumento, realizzando “Koninging Juliana”. Una scultura cubica ottenuta con ferro da imbarcazione e battuta simbolicamente sui lati, con strumenti da demolizione, centoquaranta volte. La traccia audio di registrazione dei colpi inferti è incorporata all'oggetto, che riflette su di sé non soltanto un numero chiave della vicenda, ma anche il gesto di distruzione seguito alla formatura della scultura, parallelamente alla negazione stessa di poter avere ancora qualcosa di materialmente tangibile legato alla Moby Prince. Quel relitto, affondato e poi scomparso, torna qui idealmente in questa forma ordinata e portatrice dei segni di cancellazione del ricordo che sono stati compiuti fin dai primi momenti della tragedia.
“Moby and Prince. A tragedy and its mediascape” è invece il titolo del lavoro di CCH che provocatoriamente prova a parlare della tragedia senza nominarla. Il campo di indagine è lo spazio mediatico in cui oggi la vicenda si colloca, immersa in un'indicizzazione dei contenuti in rete, variabile a seconda di fattori prevalentemente commerciali. Le grandi immagini dei due cantanti internazionali, Moby e Prince, scompongono paradossalmente il caso in due parole chiave e aprono lo sguardo verso quel paesaggio, fatto di immagini e informazioni, che è stato costruito attorno alla strage. Ed è in queste ricostruzioni mediatiche che, spesso, l'oggetto della ricerca si è perduto allo sguardo, proprio come avviene didascalicamente nell'opera di CCH.
“140” è infine la pubblicazione, curata da Matteo Lucchetti, che oltre a documentare la mostra tenta di problematizzare ulteriormente il potenziale di analisi legato ad una ricerca visiva attorno alla Moby Prince e alla sua collocazione in una storia contemporanea italiana. In questo senso trovano un approfondimento i lavori degli artisti in mostra e si inserisce la riflessione di Michelangelo Consani. Ancora un artista livornese, dal profilo internazionale, che in questo caso articola il proprio contributo appositamente per lo spazio della pubblicazione, proponendo un parallelo tra la tragedia in oggetto ed il più grande disastro petrolifero del mediterraneo, avvenuto anch'esso il 10 Aprile 1991. A dieci ore di distanza infatti, a largo di Genova, comincia ad affondare la Amoco Milford Have, che riverserà una quantità di oltre novantamila tonnellate di petrolio nel Mar Ligure per diventare poi, negli anni, uno dei relitti più visitati al mondo. Due parabole tragiche sembrano incrociare, nel visual essay di Consani, la loro traiettoria, proiettandosi su di una narrazione squisitamente italiana, dove stragi, petrolio e mistero, che sia questo di fede o di procura, si addensano verso un nero amaramente indissipabile.
(con estratti dal testo in catalogo di Matteo Lucchetti)
140
Una pubblicazione e una mostra a vent'anni dalla tragedia Moby Prince
è un progetto di
REACT / Ricerca Esperienze Arte ConTemporanea e
Associazione 140 - Familiari delle vittime Moby Prince
sostenuto da:
Banca Cras e Fondazione della Cassa di Risparmio di Livorno
Domenica 10 Aprile, ore 19
inaugurazione mostra e presentazione pubblicazione presso:
Chiesa del Luogo Pio, Piazza del Luogo Pio, Quartiere “La Venezia” – Livorno
pubblicazione a cura di:
Matteo Lucchetti
con contributi di:
Federico Cavallini, CCH, Michelangelo Consani
progetto grafico di:
Tommaso Garner
edita da:
SCARTI – La Spezia
la mostra rimarrà visitabile fino al
30 Aprile 2011
per maggiori informazioni
www.react.it
10
aprile 2011
140
Dal 10 al 30 aprile 2011
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
CHIESA DEL LUOGO PIO
Livorno, Piazza Del Luogo Pio, (Livorno)
Livorno, Piazza Del Luogo Pio, (Livorno)
Vernissage
10 Aprile 2011, ore 19
Sito web
www.react.it
Autore
Curatore