Prosegue venerdì 7 maggio alle ore 19.00 con il vernissage della mostra di Alessandro Verdi, il ciclo di mostre dedicate a giovani artisti intitolato A Campus Point … , a cura di Francesca Brambilla.

Fuori da coordinate precise, a Campus Point, contenitore trasparente metafora accessibilità, si suggeriscono stimoli, si creano occasioni di incontro e conoscenza. Un luogo altro per incontrare l’arte in modo nuovo in uno spazio espositivo aperto, insolito, giocoso e informale.

Nato nel 1960 a Bergamo dove ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti Alessandro Verdi vedi tra i momenti significativi e sintomatici nel suo percorso la mostra nel 1998 a Dachau in Germania (con testi in catalogo di Marco Vallora e Lieselotte Wacker), l’antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso nel 1998 con una monografia nelle edizioni Electa, a cura di Marco Goldin, l’esposizione alla Fondazione Mudima nel 2001 (con uno scritto di Philippe Daverio); la mostra nel 2005 alla Casa Cavalier Pellanda di Biasca (Svizzera) e la mostra ad Anversa (Belgio) alla Mudimadrie-Galerie Gianluca Ranzi nel 2007 (con testo di Achille Bonito Oliva).
Nel 2005, presso la casa editrice Le Lettere di Firenze, fondata da Federico Gentile, nella collana Atelier, viene edito il libro di Alessandro Verdi, Nella pagina bianca. Scritture dal diario.


Nella sua essenzialità estremamente profonda, Verdi ha la capacità di trascinare violentemente lo spettatore dentro l’opera stessa: i quadri diventano magnetici, contenitori sensuali e drammatici che inglobano chi guarda.

Addentrarsi nell’arte di Alessandro Verdi significa scavare sotto la sua pelle per rivelarne l’essenza. Quello di Verdi è un agire libero, fluido e in costante divenire. Diario visivo e non solo, la sua opera è costituita da un’infinita quantità di lavori su carta, fogli strappati a mano, pagine di libri, di agende, veri e propri quaderni , che nascono dalla prorompente necessità di registrare, immobilizzare in segni grafici, la sua presenza nel mondo.