In “A Certain Ratio” sono decisivi i milligrammi in più o in meno, gli spostamenti minimi, le supposizioni. L’equilibrio è una questione di oscillazione di rapporti, di cose e persone tra di loro. Gli artisti hanno condiviso tempi e spazi, lasciando che idee e immagini si combinassero da sole, e da sole trovassero conferme o smentite, generando più di una ipotesi di mostra. Così, quella che segue è la presentazione di una delle possibilità, solo una delle direzioni probabili da seguire.


Ci sono quattro artisti e cinque opere: una vasca da bagno, una pianta d’appartamento, una persona appoggiata ad un muro, un acquarello e un déjà vu.

Tutto questo ci apparirà molto familiare, quasi casalingo, niente scomoda eccessivamente l’immaginazione; da un successivo esame più investigativo che estetico, ci accorgiamo che la vasca da bagno ha a che fare con la superficie calma di un lago, che l’esemplare di ficus benjaminum si sforza di trovare più del necessario la sua condizione abituale, che l’uomo appoggiato al muro comincia ad essere una presenza ingiustificatamente sofferente, che l’acquarello sopra accennato è una compilazione di tutti i liquidi che potremmo trovarci in casa; il déjà vu infine, pur avvenendo nello spazio insospettabile della strada, possiede una sistematicità che fa ricordare qualche altro luogo, qualche altro tempo.

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A CERTAIN RATIO


opening: Wednesday, october 24th, 2007, 7 pm

25 october – 25 november 2007


“A Certain Ratio” is a question of milligrams, minimal displacements, suppositions. Balance is a matter of oscillating relations, people, things. The artists have shared both places and times, so as to allow images and ideas to spontaneously blend and look for substantiation or disproves, engendering more than one hypothetical show.


Four artists and five works: a bathtub, a flat plant, a person leaning on a wall, a watercolour and a déjà vu. Everything seems very familiar, almost cozy, without anything that could trouble one’s imagination; a further examination, from an investigative rather than aesthetical perspective, reveals that the bathtub is connected to the calm surface of a lake, that the ficus benjamin struggles more than usually to find its normal condition, that the man leaning on the wall slowly turns into an unjustifiably suffering character, that the watercolour is a compilation of every liquid one might find at home; the déjà vu, although the street it is set in casts no suspicion, systematically reminds of somewhere else, somewhen else.

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Alek O. (Buenos Aires, 1981), Matteo Rubbi (Seriate, 1980), Santomatteo (Como, 1979), Mauro Vignando (Pordenone, 1969)