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A ferro e fuoco. Lo straordinario quotidiano della cucina
Buitoni celebra i suoi primi 180 anni con una ‘10 giorni’ di arte, musica, cinema e alta gastronomia in scena presso la Triennale di Milano
Comunicato stampa
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La cucina è di moda. Lo testimonia il fatto che un grande marchio alimentare italiano, Buitoni, abbia deciso di festeggiare il suo 180° anniversario firmando presso la Triennale di Milano una kermesse culturale ed artistica della durata di 10 giorni dal titolo “A ferro e fuoco. Lo straordinario quotidiano della cucina”, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale del Comune di Milano e della Regione Lombardia (via la dicitura Expo 2015).
Si tratta di una mostra tematica ed eventi che coinvolgono diverse discipline artistiche; dall’arte visiva alla musica, dal cinema alla danza, attraverso un percorso che si snoda in 6 “stanze”, in ciascuna delle quali viene approfondito, in maniera non convenzionale, un aspetto legato alla cucina.
L’ideazione, progettazione e cura della mostra è stata affidata al gruppo ”The European House – Ambrosetti” che, insieme a Buitoni, accende i riflettori sull’italian way of life per celebrare la cultura gastronomica italiana e il ruolo che la cucina riveste da sempre nel nostro quotidiano.
Un piatto sul pavimento che diventa schermo sul quale viene proiettato un racconto-video della storia della cucina italiana che ripercorre anche la storia umana, effetti spettacolari legati ai gesti quotidiani in cucina, tavoli che mostrano ricette diverse raffigurate e scritte dal cuoco Davide Oldani, vignette inedite disegnate per l’occasione da Bruno Bozzetto, opere di giovani artisti ispirate alla cucina, proiezioni di cortometraggi e altro ancora: i visitatori potranno vivere in una dimensione artistica un’esperienza sensoriale legata fortemente alla nostra cultura.
L’intento della mostra è quello di onorare il “saper fare italiano”, di cui Buitoni si fa portavoce e interprete, e dimostrare come dietro ogni oggetto e ogni singolo gesto che ciascuno di noi compie nel cucinare ogni giorno, ci sia un mondo da raccontare, un’immaginario legato alla memoria collettiva e privata assieme, una ritualità che ci accompagna quotidianamente nello svolgere azioni tanto semplici quanto essenziali e soprattutto universali.
Tutto questo sarà raccontato anche in un libro pubblicato da Electa, che verrà presentato in contemporanea con la mostra e distribuito nei book shop dei principali musei italiani.
Chi meglio di Buitoni quindi, la prima azienda che ha fatto della cucina un’arte, e che ha attraversato due secoli mantenendo la sua identità e riuscendo contemporaneamente a rinnovarsi e anticipare i tempi, poteva scegliere di raccontare questa storia?
Dichiara Manuel Andrés, Amministratore Delegato Nestlé Italiana: "A Ferro e Fuoco è un evento celebrativo che vuole uscire dalla mera logica di autocelebrazione di un marchio che pur potrebbe permetterselo, per evidenziare invece la capacità di rinnovamento e la modernità di un'azienda simbolo nel mondo dello stile italiano, non solo alimentare ma di costume".
Prosegue Andrés: "Buitoni ha sempre saputo rinnovarsi nel corso degli anni seguendo i cambiamenti di costume e di abitudini alimentari, così possiamo dire che, anche se storica, Buitoni è un'azienda giovane con un dna fortemente votato all'innovazione, ancora di più dopo l'acquisizione di Nestlé che le ha permesso di diventare, come recita il pay off, 'Le tue parole in cucina' e di seguire la sua vocazione all'innovazione e alla sperimentazione di nuovi prodotti.”
Quella di Buitoni non è infatti solo la vicenda di un’industria che nel corso degli anni è diventata internazionale, ma anche quella delle persone che vi hanno lavorato, contribuendo al suo successo, e più in generale di tutti coloro che sono stati accompagnati nelle loro vite da questo marchio, entrato pian piano, ma in modo indelebile, nell’affetto della gente e nell’immaginario “mondiale” come uno dei simboli di italianità, rappresentativo di un patrimonio anche culturale, oltre che di costume, da valorizzare.
Così Maurizio Mancuso, Docente di “Fenomenologia culturale dei mercati” presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e partner di Ambrosetti, spiega il tema della mostra: “Il cibo è sempre cultura. Lo è quando lo produciamo, quando lo prepariamo e quando lo consumiamo.” Prosegue Mancuso: “Nella mostra della Triennale abbiamo voluto mettere in scena la cucina come metafora della vita, luogo dove il fare è sempre uguale e sempre diverso, dove si compiono gli stessi gesti ma ogni giorno si inventa qualcosa. Un’esperienza vitale e creativa dove impegno, sapere, sperimentazione, creatività sono a disposizione di tutti”.
Questa l’articolazione delle stanze:
E in principio fu la cucina
Così diverse così uguali
Cucina che fai, arte che trovi
L’Italia in buona sostanza
-tempo + piacere: la cucina dà i numeri
Cucina d’autore
Eventi e manifestazioni collaterali
Ogni giorno, per tutto il periodo di apertura nell’ambito della mostra, verranno organizzati eventi e manifestazioni collaterali, come spettacoli di danza e concerti per pianoforte, al quale gli spettatori potranno assistere liberamente (info: www.aferroefuoco.it.)
Si tratta di una mostra tematica ed eventi che coinvolgono diverse discipline artistiche; dall’arte visiva alla musica, dal cinema alla danza, attraverso un percorso che si snoda in 6 “stanze”, in ciascuna delle quali viene approfondito, in maniera non convenzionale, un aspetto legato alla cucina.
L’ideazione, progettazione e cura della mostra è stata affidata al gruppo ”The European House – Ambrosetti” che, insieme a Buitoni, accende i riflettori sull’italian way of life per celebrare la cultura gastronomica italiana e il ruolo che la cucina riveste da sempre nel nostro quotidiano.
Un piatto sul pavimento che diventa schermo sul quale viene proiettato un racconto-video della storia della cucina italiana che ripercorre anche la storia umana, effetti spettacolari legati ai gesti quotidiani in cucina, tavoli che mostrano ricette diverse raffigurate e scritte dal cuoco Davide Oldani, vignette inedite disegnate per l’occasione da Bruno Bozzetto, opere di giovani artisti ispirate alla cucina, proiezioni di cortometraggi e altro ancora: i visitatori potranno vivere in una dimensione artistica un’esperienza sensoriale legata fortemente alla nostra cultura.
L’intento della mostra è quello di onorare il “saper fare italiano”, di cui Buitoni si fa portavoce e interprete, e dimostrare come dietro ogni oggetto e ogni singolo gesto che ciascuno di noi compie nel cucinare ogni giorno, ci sia un mondo da raccontare, un’immaginario legato alla memoria collettiva e privata assieme, una ritualità che ci accompagna quotidianamente nello svolgere azioni tanto semplici quanto essenziali e soprattutto universali.
Tutto questo sarà raccontato anche in un libro pubblicato da Electa, che verrà presentato in contemporanea con la mostra e distribuito nei book shop dei principali musei italiani.
Chi meglio di Buitoni quindi, la prima azienda che ha fatto della cucina un’arte, e che ha attraversato due secoli mantenendo la sua identità e riuscendo contemporaneamente a rinnovarsi e anticipare i tempi, poteva scegliere di raccontare questa storia?
Dichiara Manuel Andrés, Amministratore Delegato Nestlé Italiana: "A Ferro e Fuoco è un evento celebrativo che vuole uscire dalla mera logica di autocelebrazione di un marchio che pur potrebbe permetterselo, per evidenziare invece la capacità di rinnovamento e la modernità di un'azienda simbolo nel mondo dello stile italiano, non solo alimentare ma di costume".
Prosegue Andrés: "Buitoni ha sempre saputo rinnovarsi nel corso degli anni seguendo i cambiamenti di costume e di abitudini alimentari, così possiamo dire che, anche se storica, Buitoni è un'azienda giovane con un dna fortemente votato all'innovazione, ancora di più dopo l'acquisizione di Nestlé che le ha permesso di diventare, come recita il pay off, 'Le tue parole in cucina' e di seguire la sua vocazione all'innovazione e alla sperimentazione di nuovi prodotti.”
Quella di Buitoni non è infatti solo la vicenda di un’industria che nel corso degli anni è diventata internazionale, ma anche quella delle persone che vi hanno lavorato, contribuendo al suo successo, e più in generale di tutti coloro che sono stati accompagnati nelle loro vite da questo marchio, entrato pian piano, ma in modo indelebile, nell’affetto della gente e nell’immaginario “mondiale” come uno dei simboli di italianità, rappresentativo di un patrimonio anche culturale, oltre che di costume, da valorizzare.
Così Maurizio Mancuso, Docente di “Fenomenologia culturale dei mercati” presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e partner di Ambrosetti, spiega il tema della mostra: “Il cibo è sempre cultura. Lo è quando lo produciamo, quando lo prepariamo e quando lo consumiamo.” Prosegue Mancuso: “Nella mostra della Triennale abbiamo voluto mettere in scena la cucina come metafora della vita, luogo dove il fare è sempre uguale e sempre diverso, dove si compiono gli stessi gesti ma ogni giorno si inventa qualcosa. Un’esperienza vitale e creativa dove impegno, sapere, sperimentazione, creatività sono a disposizione di tutti”.
Questa l’articolazione delle stanze:
E in principio fu la cucina
Così diverse così uguali
Cucina che fai, arte che trovi
L’Italia in buona sostanza
-tempo + piacere: la cucina dà i numeri
Cucina d’autore
Eventi e manifestazioni collaterali
Ogni giorno, per tutto il periodo di apertura nell’ambito della mostra, verranno organizzati eventi e manifestazioni collaterali, come spettacoli di danza e concerti per pianoforte, al quale gli spettatori potranno assistere liberamente (info: www.aferroefuoco.it.)
20
settembre 2007
A ferro e fuoco. Lo straordinario quotidiano della cucina
Dal 20 al 30 settembre 2007
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
10.30 - 20.30, chiuso il lunedì
Vernissage
20 Settembre 2007, ore 18,30
Editore
ELECTA
Autore