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A tutto sesto
A tutto sesto è il titolo della mostra collettiva che il Chiostro Arte Contemporanea dedica a tutti gli artisti che hanno esposto nella sua sede a partire dall’anno della fondazione nel 1988
Comunicato stampa
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A tutto sesto è il titolo della mostra collettiva che il Chiostro Arte Contemporanea dedica a tutti gli artisti che hanno esposto nella sua sede a partire dall’anno della fondazione nel 1988. A tutto sesto come gli archi che contraddistinguono il vecchio ma anche il nuovo logo della galleria, che da maggio si è trasferita nella sede di viale Santuario. La volta a tutto sesto produce un semicerchio perfetto, con un canone classico che è del mondo greco- romano poi di quello rinascimentale, e in ogni caso simbolo di una italianità che vuol dire semplicità e solidità, senza snaturamenti e deformazioni. In questo senso la proposta del Chiostro è quella di lavori e autori che accettano le contaminazioni solo a monte dell’elaborazione creativa, tentando un superamento di questa base d’indagine per giungere all’Opera, con le sue caratteristiche di pienezza e di equilibrio.
A partire dalla mostra di Filippo de Pisis, Gli eventi del minuto nel 1988, a cura di Elena Pontiggia, l’attività della galleria procede per tradizione nell’ambito del Novecento in senso lato, con le mostre degli anni Novanta dedicate a Marino Marini, a Carlo Carrà, A Lucio Fontana e a Mario Sironi, che aveva utilizzato l’arco come motivo ricorrente, guidando il ritorno all’ordine che a partire dalla fine degli anni Dieci caratterizza tutta l’arte fino alla Seconda Guerra. L’ispirazione sironiana è data dall’Ideale, dall’assoluto platonico e l’Idea è ciò che ricercano la galleria e i suoi artisti, con fiducia nelle potenzialità dell’Arte. Sotto la volta classica hanno trovato una naturale sede anche i pittori del Chiarismo, dalla prima mostra dedicata a Francesco De Rocchi nel 1989, attraverso varie analisi del lavoro di Angelo Del Bon e degli altri del gruppo neo-romantico degli anni Trenta che, scavalcando il "Novecento" da cui era partito, risale alle radici della pittura lombarda su cui si innestano altri influssi, quello della grande pittura trecentesca e quattrocentesca, poi il primitivismo e il neo-impressionismo.
Al di là dell’arco a tutto sesto del Chiostro hanno esposto artisti storici ma anche molti contemporanei. L’aver approfondito la conoscenza dell’arte del XX secolo, per quanto appartenente ad un differente contesto storico, culturale e sociale, ha indirizzato le scelte del Chiostro verso autori viventi che lavorano con ottica contemporanea e impegno antico: Jorge Eielson, Ferdinando Greco, Giancarlo Sangregorio Alessandro Savelli, Pierantonio Verga, Sergio Alberti, Giancarlo Ossola, Franco Marrocco, Jorunn Monrad hanno ciascuno una loro cifra stilistica e un diverso mondo poetico e di ricerca individuali, ma sono accomunati da una capacità di sintesi delle esperienze materiali e spirituali, rifiutano di muoversi in superficie e ambiscono ad andare oltre, mantenendo quel filo conduttore ideale che accomuna l’arte di tutti i tempi e di varie generazioni. Si vogliono cogliere nel loro prodotto qualità a tutt’oggi valide: ésprit individuale e visione universale, elevazione estetica e compiutezza formale. Senza pregiudizi sulle metodologie espressive Il Chiostro predilige tuttavia la sintesi e rifiuta la semplicistica proposta di un’idea processuale priva di contenuti, un metodo attualmente molto di moda perché facile e sbrigativo. Nella gran parte dei casi le recensioni sulle riviste di settore descrivono il prodotto d’arte così come si presenta all’occhio del fruitore, nel suo apparire esteriore, senza peraltro porsi il problema dei significati, del senso dell’operazione. Viviamo una società e un sistema che della scelta di non affrontare le problematiche del mondo ne hanno fatto una vera e propria filosofia, ma forse è anche ora di vincere la tentazione di liquidare il problema dell’arte con una facile riproposizione della realtà, riproducendone il vuoto. E’ una falsa denuncia.
A partire dalla mostra di Filippo de Pisis, Gli eventi del minuto nel 1988, a cura di Elena Pontiggia, l’attività della galleria procede per tradizione nell’ambito del Novecento in senso lato, con le mostre degli anni Novanta dedicate a Marino Marini, a Carlo Carrà, A Lucio Fontana e a Mario Sironi, che aveva utilizzato l’arco come motivo ricorrente, guidando il ritorno all’ordine che a partire dalla fine degli anni Dieci caratterizza tutta l’arte fino alla Seconda Guerra. L’ispirazione sironiana è data dall’Ideale, dall’assoluto platonico e l’Idea è ciò che ricercano la galleria e i suoi artisti, con fiducia nelle potenzialità dell’Arte. Sotto la volta classica hanno trovato una naturale sede anche i pittori del Chiarismo, dalla prima mostra dedicata a Francesco De Rocchi nel 1989, attraverso varie analisi del lavoro di Angelo Del Bon e degli altri del gruppo neo-romantico degli anni Trenta che, scavalcando il "Novecento" da cui era partito, risale alle radici della pittura lombarda su cui si innestano altri influssi, quello della grande pittura trecentesca e quattrocentesca, poi il primitivismo e il neo-impressionismo.
Al di là dell’arco a tutto sesto del Chiostro hanno esposto artisti storici ma anche molti contemporanei. L’aver approfondito la conoscenza dell’arte del XX secolo, per quanto appartenente ad un differente contesto storico, culturale e sociale, ha indirizzato le scelte del Chiostro verso autori viventi che lavorano con ottica contemporanea e impegno antico: Jorge Eielson, Ferdinando Greco, Giancarlo Sangregorio Alessandro Savelli, Pierantonio Verga, Sergio Alberti, Giancarlo Ossola, Franco Marrocco, Jorunn Monrad hanno ciascuno una loro cifra stilistica e un diverso mondo poetico e di ricerca individuali, ma sono accomunati da una capacità di sintesi delle esperienze materiali e spirituali, rifiutano di muoversi in superficie e ambiscono ad andare oltre, mantenendo quel filo conduttore ideale che accomuna l’arte di tutti i tempi e di varie generazioni. Si vogliono cogliere nel loro prodotto qualità a tutt’oggi valide: ésprit individuale e visione universale, elevazione estetica e compiutezza formale. Senza pregiudizi sulle metodologie espressive Il Chiostro predilige tuttavia la sintesi e rifiuta la semplicistica proposta di un’idea processuale priva di contenuti, un metodo attualmente molto di moda perché facile e sbrigativo. Nella gran parte dei casi le recensioni sulle riviste di settore descrivono il prodotto d’arte così come si presenta all’occhio del fruitore, nel suo apparire esteriore, senza peraltro porsi il problema dei significati, del senso dell’operazione. Viviamo una società e un sistema che della scelta di non affrontare le problematiche del mondo ne hanno fatto una vera e propria filosofia, ma forse è anche ora di vincere la tentazione di liquidare il problema dell’arte con una facile riproposizione della realtà, riproducendone il vuoto. E’ una falsa denuncia.
17
settembre 2005
A tutto sesto
Dal 17 settembre al 16 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
IL CHIOSTRO ARTECONTEMPORANEA
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 16-19, domenica 16-19
Vernissage
17 Settembre 2005, ore 18
Autore