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A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese. Collezione Lutz H. Holz
La storia dell’A.Ve.M. – Arte Vetraria Muranese – fondata negli anni Trenta da Antonio e Egidio Ferro, Emilio Nason e Giulio Radi, viene raccontata attraverso i vetri appartenenti alla vasta nonché preziosa collezione di Lutz Holz, che da anni raccoglie le opere più significative della produzione vetraria storica di Murano
Comunicato stampa
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La storia dell’A.Ve.M. - Arte Vetraria Muranese - fondata negli anni Trenta da
Antonio e Egidio Ferro, Emilio Nason e Giulio Radi, viene raccontata
attraverso i vetri appartenenti alla vasta nonché preziosa collezione di Lutz
Holz, che da anni raccoglie le opere più significative della produzione vetraria
storica di Murano.
Questo articolato e importante nucleo novecentesco testimonia
orientativamente una particolare realtà imprenditoriale che, attraverso artisti
come Vittorio Zecchin, Anzolo Fuga e Giulio Radi, ha contribuito ad
introdurre il design nel mondo vetrario.
Una selezione di circa novanta esemplari sarà esposta nella sala Marie
Brandolini, intitolata alla creatrice dei famosi goti recentemente scomparsa e
dedicata ai protagonisti del design moderno e contemporaneo del rinnovato
museo di Murano, a testimonianza dell’articolata realtà produttiva
dell’A.Ve.M..
La mostra focalizzerà il rapporto tra maestri vetrai e designer evidenziando un
importante capitolo della storia del vetro che, proprio con l’A.Ve.M., si rinnova
interpretando le declinazioni estetiche del Ventesimo secolo, proponendo
nuove coordinate artistiche attraverso le Arti Decorative.
Vetri essenziali nelle forme e innovativi per gli inediti e cangianti effetti
cromatici: queste le preziosità che vengono presentate, testimonianze della
migliore produzione vetraria dell’Art Nouveau.
Con questa mostra - a cura di Chiara Squarcina e Lutz Holz, sotto la
direzione scientifica di Gabriella Belli e il progetto di allestimento di Daniela
Ferretti - la Fondazione Musei Civici di Venezia coglie ancora una volta
l’opportunità di ricostruire una memoria storica del vetro muranese
nell’intento di ribadirne da un lato la straordinaria valenza artistica, ma
evidenziando dall’altro quello spirito di modernità che ispira tutt’oggi l’arte
vetraria contemporanea.
La A.Ve.M. (Arte Vetraria Muranese), viene fondata nel 1932 da Antonio
Ferro, con i figli Egidio ed Ottone, Galliano Ferro ed Emilio Nason.
I primi prodotti, disegnati per lo più da Vittorio Zecchin, si evidenziano per
leggerezza e purezza di linee, come i servizi di bicchieri ampiamente
documentati dalla rivista Domus.
Presente fin dall'inizio alle Biennali di Venezia, l'azienda modifica rapidamente
le sue produzioni, adeguandosi ai nuovi gusti correnti, che prediligono il vetro
pulegoso oppure figure a vetro pieno.
Il periodo artisticamente più interessante è quello compreso tra il 1940 e la fine
degli anni '60. Nel 1939 entra come direttore artistico il muranese Giulio Radi.
A lui si deve un approfondito lavoro di ricerca nel campo delle reazioni di ossidi
metallici sul vetro, con l'utilizzazione di murrine, polveri d'oro e d'argento,
abbinate a forme molto semplici, tendenti ad enfatizzare la materia. Purtroppo
questo lavoro viene interrotto nel 1952 dalla sua morte prematura.
Quattordici anni dopo, la Biennale di Venezia gli renderà omaggio con una
mostra retrospettiva di 15 pezzi, tutti eseguiti dal maestro Luciano Ferro. Altri
prodotti di spicco dell’A.Ve.M. sono i vetri ad "anse volanti", ideati da Giorgio
Ferro e presentati alla Biennale del 1952.
Sono vasi eseguiti in vetro di colore scuro, con superficie iridata e grandi
manici asimmetrici ottenuti a caldo dal corpo stesso dell'oggetto che, per
difficoltà esecutiva, raggiunge notevoli effetti plastici, influenzando lo stile delle
arti decorative degli anni '50.
Nel 1955, dopo 22 anni di lavoro comune, Galliano Ferro lascia l’A.Ve.M. per
aprire una sua fornace.
Nello stesso periodo collaborano con la A.Ve.M. anche il pittore Luigi Scarpa
Croce e Anzolo Fuga. Quest'ultimo, già noto come esecutore indipendente di
vetrate policrome, esposte con successo alle Biennali, compare molto spesso
come ideatore di grandi pezzi dalla forma asimmetrica e dal decoro astratto,
ottenuto mediante l'uso di vetro lattimo abbinato a murrine o paste policrome;
lo coadiuva nel lavoro l'estro sperimentatore del maestro vetraio Luciano
Ferro, presente, in qualità di designer, alla Biennale di Venezia del 1966, dove
espone quattro vasi e due coppe denominate "Folclore Ellenico''.
La vetreria è tutt'ora esistente, ma ha cessato da tempo l'attività produttiva.
Antonio e Egidio Ferro, Emilio Nason e Giulio Radi, viene raccontata
attraverso i vetri appartenenti alla vasta nonché preziosa collezione di Lutz
Holz, che da anni raccoglie le opere più significative della produzione vetraria
storica di Murano.
Questo articolato e importante nucleo novecentesco testimonia
orientativamente una particolare realtà imprenditoriale che, attraverso artisti
come Vittorio Zecchin, Anzolo Fuga e Giulio Radi, ha contribuito ad
introdurre il design nel mondo vetrario.
Una selezione di circa novanta esemplari sarà esposta nella sala Marie
Brandolini, intitolata alla creatrice dei famosi goti recentemente scomparsa e
dedicata ai protagonisti del design moderno e contemporaneo del rinnovato
museo di Murano, a testimonianza dell’articolata realtà produttiva
dell’A.Ve.M..
La mostra focalizzerà il rapporto tra maestri vetrai e designer evidenziando un
importante capitolo della storia del vetro che, proprio con l’A.Ve.M., si rinnova
interpretando le declinazioni estetiche del Ventesimo secolo, proponendo
nuove coordinate artistiche attraverso le Arti Decorative.
Vetri essenziali nelle forme e innovativi per gli inediti e cangianti effetti
cromatici: queste le preziosità che vengono presentate, testimonianze della
migliore produzione vetraria dell’Art Nouveau.
Con questa mostra - a cura di Chiara Squarcina e Lutz Holz, sotto la
direzione scientifica di Gabriella Belli e il progetto di allestimento di Daniela
Ferretti - la Fondazione Musei Civici di Venezia coglie ancora una volta
l’opportunità di ricostruire una memoria storica del vetro muranese
nell’intento di ribadirne da un lato la straordinaria valenza artistica, ma
evidenziando dall’altro quello spirito di modernità che ispira tutt’oggi l’arte
vetraria contemporanea.
La A.Ve.M. (Arte Vetraria Muranese), viene fondata nel 1932 da Antonio
Ferro, con i figli Egidio ed Ottone, Galliano Ferro ed Emilio Nason.
I primi prodotti, disegnati per lo più da Vittorio Zecchin, si evidenziano per
leggerezza e purezza di linee, come i servizi di bicchieri ampiamente
documentati dalla rivista Domus.
Presente fin dall'inizio alle Biennali di Venezia, l'azienda modifica rapidamente
le sue produzioni, adeguandosi ai nuovi gusti correnti, che prediligono il vetro
pulegoso oppure figure a vetro pieno.
Il periodo artisticamente più interessante è quello compreso tra il 1940 e la fine
degli anni '60. Nel 1939 entra come direttore artistico il muranese Giulio Radi.
A lui si deve un approfondito lavoro di ricerca nel campo delle reazioni di ossidi
metallici sul vetro, con l'utilizzazione di murrine, polveri d'oro e d'argento,
abbinate a forme molto semplici, tendenti ad enfatizzare la materia. Purtroppo
questo lavoro viene interrotto nel 1952 dalla sua morte prematura.
Quattordici anni dopo, la Biennale di Venezia gli renderà omaggio con una
mostra retrospettiva di 15 pezzi, tutti eseguiti dal maestro Luciano Ferro. Altri
prodotti di spicco dell’A.Ve.M. sono i vetri ad "anse volanti", ideati da Giorgio
Ferro e presentati alla Biennale del 1952.
Sono vasi eseguiti in vetro di colore scuro, con superficie iridata e grandi
manici asimmetrici ottenuti a caldo dal corpo stesso dell'oggetto che, per
difficoltà esecutiva, raggiunge notevoli effetti plastici, influenzando lo stile delle
arti decorative degli anni '50.
Nel 1955, dopo 22 anni di lavoro comune, Galliano Ferro lascia l’A.Ve.M. per
aprire una sua fornace.
Nello stesso periodo collaborano con la A.Ve.M. anche il pittore Luigi Scarpa
Croce e Anzolo Fuga. Quest'ultimo, già noto come esecutore indipendente di
vetrate policrome, esposte con successo alle Biennali, compare molto spesso
come ideatore di grandi pezzi dalla forma asimmetrica e dal decoro astratto,
ottenuto mediante l'uso di vetro lattimo abbinato a murrine o paste policrome;
lo coadiuva nel lavoro l'estro sperimentatore del maestro vetraio Luciano
Ferro, presente, in qualità di designer, alla Biennale di Venezia del 1966, dove
espone quattro vasi e due coppe denominate "Folclore Ellenico''.
La vetreria è tutt'ora esistente, ma ha cessato da tempo l'attività produttiva.
09
ottobre 2015
A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese. Collezione Lutz H. Holz
Dal 09 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016
arti decorative e industriali
Location
MUSEO DEL VETRO DI MURANO
Venezia, Fondamenta Giustinian, 8, (Venezia)
Venezia, Fondamenta Giustinian, 8, (Venezia)
Biglietti
Intero 10 euro Ridotto 7,50 euro
Orario di apertura
tutti i giorni 10 -- 18 (biglietteria 10 -- 17.30) fino al 31.X - 10 -- 17 (biglietteria 10 -- 16.30) dal 1.XI
Vernissage
9 Ottobre 2015, su invito
Curatore