A due anni di distanza dalla mostra di opere su carta di Achille Perilli segue l’opportunità di presentare una raccolta di opere dipinte recentissime, con lo stesso titolo, Geometrie d’invenzione.
Il passaggio dalla carta alla tela modifica in profondità le possibilità percettive dell’opera, dove la qualità della stesura del colore resa piatta cerca e trova un senso e si affida alle ambiguità di una geometria che sfugge alla unicità di lettura dell’immagine.
Quella capacità dinamica che nelle opere su carta si esprimeva in una occupazione in movimento nella pagina si trasforma in un dinamismo mentale di più complessa lettura: i volumi descritti escono dalla
bidimensionalità della tela ed entrano in una vibrazione percettiva che esalta la nostra possibilità di lettura.
Concavo e convesso si alternano ai nostri occhi, invertendo le rispettive posizioni, obbedendo ad una sorta di respirazione plastica con impulsi e ritmi tutti mentali: il movimento avviene nella nostra facoltà del vedere, suggerito e reso possibile dalla sapienza organizzata dell’opera.
Achille Perilli crea una nuova dimensione della geometria trasferendoci in un universo poetico dove l’organizzazione delle forme diviene valore autonomo ma anche uno specchio da attraversare per giungere al mistero del dietro l’opera, in quella altra dimensione che Alice ha attraversato e che noi, con Carroll e grazie a Perilli, ci prepariamo a penetrare.
Dietro, se saremo capaci di percepirlo, il piacere del superamento illusorio dell’orizzonte.
Massimo Riposati