Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Acrofobia_dissacranti vertigini
mostra collettiva di arte contemporanea
a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
dal 29 giugno all’8 luglio 2012-vernissage 29 giugno ore 20,30
ex chiesa di San Francesco, Via Carmine – Corato (Ba)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 29 giugno 2012, alle ore 20,30, si inaugura "Acrofobia_dissacranti vertigini", mostra collettiva di arte contemporanea a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone, allestita all'interno dell'ex Chiesa di San Francesco a Corato. L'evento è promosso dalla CoArt gallery di Corato, con il patrocinio del Comune di Corato e con la partnership de "La Gazzetta del Mezzogiorno". Il vernissage prevede un intervento musicale a cura di Luca Vincenzo Lorusso.
Ad arricchire il programma dell'iniziativa contribuisce l'evento collaterale "Sin-estesia di un breve incontro", personale di Antonio Losito, a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, la cui inaugurazione è prevista nello stesso giorno ma alle ore 18.30 presso la sede della CoArt gallery.
L'obiettivo dell'iniziativa è promuovere giovani artisti, creando un momento di confronto e aggregazione attraverso l'esposizione di opere opere edite o inedite, ispirate alla tematica del sacro, alla sua attuale valenza o ribaltamento semantico, al suo ruolo nell'ambito del momento storico e culturale attuale. Da qui il sottotitolo dissacranti vertigini, riferito all'effetto di straniamento che la dimensione iconografica e concettuale del sacro può ricreare all'interno di una società in continua trasformazione.
La giuria, composta dai due curatori della mostra e da Ruggero Maggi, artista e direttore del Milan Art Center e Gianpaolo Balsamo, giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno" ha esaminato il materiale pervenuto, individuando, tra gli oltre sessanta iscritti alla selezione nell'arco di un mese, i seguenti finalisti:
Giuseppe Abate, Rosalba Ambrico, Stefania Carrieri, Lorenza Casamassima, Crisa, Angela D'Elia, Alessandro Di Gregorio, Roberto Ficarella, Roberto Eduardo Maria Mazzarago, Miriam Maggi, Francesca Ramello, Fabrizio Riccardi, Delia Sforza, Fabrizio Strippoli.
Il progetto si configura come una riflessione attorno al "quid" che spiritualizza l'oggetto elevandolo al rango di parola visiva della trascendenza.
Quella del sacro è infatti una dimensione costante, che accompagna l'esistenza umana in ogni epoca e luogo, una componente che affida all'arte la sua espressione più autentica sin dall'età primitiva e che nella società occidentale ha coinciso per secoli con l'espressione di una fede esclusiva (legata al cosiddetto homo religiosus, a cui fa riferimento Cicerone nel suo "De natura deorum").
Ma cosa accade quando in seguito all'allentamento di questa secolare fusione legato alle trasformazioni del contesto culturale, è proprio quest'ultimo a orientare tutte le operazioni di assegnazione semantica alle immagini e ai simboli della trascendenza, ai loro ruoli e alla loro interpretazione?
Nel percorso di ritracciamento dei campi concettuali del sacro, di quali valori aggiuntivi si carica l'originario Qadosh della tradizione ebraica, in cui la sacralità di qualcosa o qualcuno coincide con la sua funzione, quali ne perde? Cosa è sacro e cosa non lo è? Dov'è il crinale labile e mutevole tra sacro e dissacrante? Appunto, una risposta potrebbe celarsi nella funzione e nella reazione emotiva che il sacro ancora suscita.
Dal senso di sacro tradizionale, monito visivo di insegnamenti scritti, cristallizzato negli anfratti dei dogmi, degli scrigni architettonici della santità e delle interpretazioni dominanti, l’uomo contemporaneo prende le distanze attraverso il ripensamento della sua relazione primigenia, soggettiva con la divinità.
Nella poliforme e caleidoscopica liturgia del postmoderno la sacralità assomiglia dunque a un concetto tangibile e trasgredibile, e per nulla statico o assoluto, non più espressione di un'ideologia monolitica ma che incrocia, accoglie il disorientamento dell'uomo moderno, guarda alle culture passate, al mondo orientale e irrompe nel campo della quotidianità, dialogando con i suoi oggetti e paradigmi concettuali.
Svincolata strictu sensi dall'espressione di una religione dominante, la sacralità si riappropria della sua componente umana, e nella sua traduzione artistica diviene suscettibile ad essere percepita come "dissacrante vertigine", in una dimensione più raccolta e psichica.
Programma in dettaglio
Acrofobia_dissacranti vertigini
mostra collettiva d'arte contemporanea
a cura di: Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
location: ex chiesa di San Francesco, via Carmine, Corato (Ba)
date: 29 giugno - 8 luglio 2012
vernissage: 29 giugno ore 20,30
con performance musicale di Luca Vincenzo Lorusso
apertura buffet: ore 22,00
orari: tutti i pomeriggi dalle 18,00 alle 21,00 (si consiglia conferma telefonica)
evento collaterale della mostra:
"Sin-estesia di un breve incontro", personale di Antonio Losito, a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri. Vernissage 29 giugno, ore 18.30, CoArt gallery, vico San Francesco 4/6 - Corato (Ba). La mostra sarà visitabile sino al 20 luglio, tutti i giorni, dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 18,00 alle 21,00.
iniziativa promossa dalla CoArt gallery di Corato, col patrocinio del Comune di Corato e partnership de "La Gazzetta del Mezzogiorno"
info: coartgallery@hotmail.it +39 349.6141159
evento collaterale: "Sin-estesia di un breve incontro"
personale di Antonio Losito a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri
dal 29 giugno al 20 luglio 2012
vernissage 29 giugno ore 18.30
CoArt gallery - vico San Francesco 4/6, Corato (Ba)
Venerdì 29 Giugno s’inaugura alle ore 18,30, come evento collaterale della collettiva "Acrofobia_dissacranti vertigini", la mostra personale di Antonio Losito "Sin-estesia di un breve incontro", a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, allestita all'interno della CoArt gallery di Corato, in vico San Francesco 4/6.
La rappresentazione umana attraverso il ritratto presume tradizionalmente una rassomiglianza con il modello, una veridicità dei tratti, riconoscibili e puntuali, e la possibilità che l’effigie, durando per sempre, garantisca l’eternità iconica al soggetto. Ma se la pittura, diversamente sconsacrata dalle sue funzioni rappresentative improntate al naturalismo, diviene libera di trasformare il ritratto in altro, nell’impressione di un momento fugace in cui lo sguardo dell’artista cade su un volto estraneo, allora il ritratto si chiama ricordo.
I volti di Antonio Losito sono istantanee contaminate dalla memoria, dalla ricerca sintetica di restituire attraverso la materia i caratteri idealizzati di un’individualità che, difatti, ha perso la sua specificità.
Il coinvolgimento multisensoriale altera le fisionomie, la sintassi visiva si lascia confondere dai modi del corpo di manifestarsi. Il colore si coagula tra le venature di una memoria distratta, tra i solchi di un’epidermide stratificata.
Primi piani sensuali nella loro ostinazione, sfuggenti nel loro silenzio inconsolabile, emergono da un fermo immagine trasfigurato ed eterno. Inadeguati e muti, i personaggi senza nome annodano sulla pelle la fierezza dell’invocazione, la trasparenza della preghiera, la sfrontatezza del conforto e si affacciano malinconici da finestre soffocanti.
Antonio Losito ripercorre sin-estesicamente i suoi incontri con la certezza di essere spiato. Carne e olio si sciolgono in espressioni contaminate e dis-fatte da un’inquieta evocazione di occasioni perdute. I contorni rapidi e spezzati, schiacciati con forza, costruiscono i volumi senza drammatizzarli, piuttosto inserendoli in una riflessione acuta ed universale.
Intrecci sfuggenti che generano distacco, relazioni violate, contatti spezzati da solitudini che non possono essere cullate, scambi interrotti da incertezze che non possono essere ricucite, di cui resta una traccia liquida nella nevrotica leggerezza di una grafia disomogenea ed espressionista, il cui equilibrio consiste nel mettere insieme dei frammenti in atto di rompersi.
Ad arricchire il programma dell'iniziativa contribuisce l'evento collaterale "Sin-estesia di un breve incontro", personale di Antonio Losito, a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, la cui inaugurazione è prevista nello stesso giorno ma alle ore 18.30 presso la sede della CoArt gallery.
L'obiettivo dell'iniziativa è promuovere giovani artisti, creando un momento di confronto e aggregazione attraverso l'esposizione di opere opere edite o inedite, ispirate alla tematica del sacro, alla sua attuale valenza o ribaltamento semantico, al suo ruolo nell'ambito del momento storico e culturale attuale. Da qui il sottotitolo dissacranti vertigini, riferito all'effetto di straniamento che la dimensione iconografica e concettuale del sacro può ricreare all'interno di una società in continua trasformazione.
La giuria, composta dai due curatori della mostra e da Ruggero Maggi, artista e direttore del Milan Art Center e Gianpaolo Balsamo, giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno" ha esaminato il materiale pervenuto, individuando, tra gli oltre sessanta iscritti alla selezione nell'arco di un mese, i seguenti finalisti:
Giuseppe Abate, Rosalba Ambrico, Stefania Carrieri, Lorenza Casamassima, Crisa, Angela D'Elia, Alessandro Di Gregorio, Roberto Ficarella, Roberto Eduardo Maria Mazzarago, Miriam Maggi, Francesca Ramello, Fabrizio Riccardi, Delia Sforza, Fabrizio Strippoli.
Il progetto si configura come una riflessione attorno al "quid" che spiritualizza l'oggetto elevandolo al rango di parola visiva della trascendenza.
Quella del sacro è infatti una dimensione costante, che accompagna l'esistenza umana in ogni epoca e luogo, una componente che affida all'arte la sua espressione più autentica sin dall'età primitiva e che nella società occidentale ha coinciso per secoli con l'espressione di una fede esclusiva (legata al cosiddetto homo religiosus, a cui fa riferimento Cicerone nel suo "De natura deorum").
Ma cosa accade quando in seguito all'allentamento di questa secolare fusione legato alle trasformazioni del contesto culturale, è proprio quest'ultimo a orientare tutte le operazioni di assegnazione semantica alle immagini e ai simboli della trascendenza, ai loro ruoli e alla loro interpretazione?
Nel percorso di ritracciamento dei campi concettuali del sacro, di quali valori aggiuntivi si carica l'originario Qadosh della tradizione ebraica, in cui la sacralità di qualcosa o qualcuno coincide con la sua funzione, quali ne perde? Cosa è sacro e cosa non lo è? Dov'è il crinale labile e mutevole tra sacro e dissacrante? Appunto, una risposta potrebbe celarsi nella funzione e nella reazione emotiva che il sacro ancora suscita.
Dal senso di sacro tradizionale, monito visivo di insegnamenti scritti, cristallizzato negli anfratti dei dogmi, degli scrigni architettonici della santità e delle interpretazioni dominanti, l’uomo contemporaneo prende le distanze attraverso il ripensamento della sua relazione primigenia, soggettiva con la divinità.
Nella poliforme e caleidoscopica liturgia del postmoderno la sacralità assomiglia dunque a un concetto tangibile e trasgredibile, e per nulla statico o assoluto, non più espressione di un'ideologia monolitica ma che incrocia, accoglie il disorientamento dell'uomo moderno, guarda alle culture passate, al mondo orientale e irrompe nel campo della quotidianità, dialogando con i suoi oggetti e paradigmi concettuali.
Svincolata strictu sensi dall'espressione di una religione dominante, la sacralità si riappropria della sua componente umana, e nella sua traduzione artistica diviene suscettibile ad essere percepita come "dissacrante vertigine", in una dimensione più raccolta e psichica.
Programma in dettaglio
Acrofobia_dissacranti vertigini
mostra collettiva d'arte contemporanea
a cura di: Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
location: ex chiesa di San Francesco, via Carmine, Corato (Ba)
date: 29 giugno - 8 luglio 2012
vernissage: 29 giugno ore 20,30
con performance musicale di Luca Vincenzo Lorusso
apertura buffet: ore 22,00
orari: tutti i pomeriggi dalle 18,00 alle 21,00 (si consiglia conferma telefonica)
evento collaterale della mostra:
"Sin-estesia di un breve incontro", personale di Antonio Losito, a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri. Vernissage 29 giugno, ore 18.30, CoArt gallery, vico San Francesco 4/6 - Corato (Ba). La mostra sarà visitabile sino al 20 luglio, tutti i giorni, dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 18,00 alle 21,00.
iniziativa promossa dalla CoArt gallery di Corato, col patrocinio del Comune di Corato e partnership de "La Gazzetta del Mezzogiorno"
info: coartgallery@hotmail.it +39 349.6141159
evento collaterale: "Sin-estesia di un breve incontro"
personale di Antonio Losito a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri
dal 29 giugno al 20 luglio 2012
vernissage 29 giugno ore 18.30
CoArt gallery - vico San Francesco 4/6, Corato (Ba)
Venerdì 29 Giugno s’inaugura alle ore 18,30, come evento collaterale della collettiva "Acrofobia_dissacranti vertigini", la mostra personale di Antonio Losito "Sin-estesia di un breve incontro", a cura di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, allestita all'interno della CoArt gallery di Corato, in vico San Francesco 4/6.
La rappresentazione umana attraverso il ritratto presume tradizionalmente una rassomiglianza con il modello, una veridicità dei tratti, riconoscibili e puntuali, e la possibilità che l’effigie, durando per sempre, garantisca l’eternità iconica al soggetto. Ma se la pittura, diversamente sconsacrata dalle sue funzioni rappresentative improntate al naturalismo, diviene libera di trasformare il ritratto in altro, nell’impressione di un momento fugace in cui lo sguardo dell’artista cade su un volto estraneo, allora il ritratto si chiama ricordo.
I volti di Antonio Losito sono istantanee contaminate dalla memoria, dalla ricerca sintetica di restituire attraverso la materia i caratteri idealizzati di un’individualità che, difatti, ha perso la sua specificità.
Il coinvolgimento multisensoriale altera le fisionomie, la sintassi visiva si lascia confondere dai modi del corpo di manifestarsi. Il colore si coagula tra le venature di una memoria distratta, tra i solchi di un’epidermide stratificata.
Primi piani sensuali nella loro ostinazione, sfuggenti nel loro silenzio inconsolabile, emergono da un fermo immagine trasfigurato ed eterno. Inadeguati e muti, i personaggi senza nome annodano sulla pelle la fierezza dell’invocazione, la trasparenza della preghiera, la sfrontatezza del conforto e si affacciano malinconici da finestre soffocanti.
Antonio Losito ripercorre sin-estesicamente i suoi incontri con la certezza di essere spiato. Carne e olio si sciolgono in espressioni contaminate e dis-fatte da un’inquieta evocazione di occasioni perdute. I contorni rapidi e spezzati, schiacciati con forza, costruiscono i volumi senza drammatizzarli, piuttosto inserendoli in una riflessione acuta ed universale.
Intrecci sfuggenti che generano distacco, relazioni violate, contatti spezzati da solitudini che non possono essere cullate, scambi interrotti da incertezze che non possono essere ricucite, di cui resta una traccia liquida nella nevrotica leggerezza di una grafia disomogenea ed espressionista, il cui equilibrio consiste nel mettere insieme dei frammenti in atto di rompersi.
29
giugno 2012
Acrofobia_dissacranti vertigini
Dal 29 giugno all'otto luglio 2012
arte contemporanea
Location
COART
Corato, Vico I San Francesco, (Bari)
Corato, Vico I San Francesco, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni h. 17/21
Vernissage
29 Giugno 2012, ore 18.30, CoArt gallery - Corato
ore 20.30 inaugurazione della mostra collettiva Acrofobia_dissacranti vertigini
ex chiesa di San Francesco, via Carmine, Corato
con performance musicale di Luca Vincenzo Lorusso
Autore
Curatore