Agire l’arte è un’altra cosa rispetto al mero dipingere: significa liberarsi dai concetti tecnici per entrare in una sfera emozionale, senza sfociare nel puro istinto e nella follia.
Gaetano Fiorentini (1935 – 2002), pur avendo chiari gli insegnamenti di maestri quali Del Greco e Soutine, è stato travolto da una certa avanguardia che coinvolge l’Art Brut, Pollok ed il gruppo Kobra: ed ecco che le sue opere divengono un’immersione nel colore, nella materia, nell’illusione di movimento, nelle figure umane con tutte le loro emozioni più disparate.
Le tele di Fiorentini hanno la capacità di emozionare e stravolgere il pubblico, trasportandolo all’interno di segni e colori che hanno però sempre una base logica: istinto e ragione viaggiano insieme.
Il colpo d’occhio iniziale mette in evidenza un mondo astratto che, lentamente, si apre, facendo apparire figure femminili, seducenti o in atteggiamenti quotidiani, scorci di vita rivisitati da un punto di vista emozionale: “agire l’arte” è un gioco per reinterpretare la realtà.