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Agostino Cartuccia
La presente esposizione non è generica o riepilogativa di un lungo periodo; si compone di opere recenti e rivela un orientamento tematico di fondo: la riflessione semiseria sul gioco dell’arte, le sue conseguenze e la sua presunta utilità
Comunicato stampa
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"IL FERRO E IL PENSIERO"
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La presente esposizione non è generica o riepilogativa di un lungo periodo; si compone di opere recenti e rivela un orientamento tematico di fondo: la riflessione semiseria sul gioco dell’arte, le sue conseguenze e la sua presunta utilità ….
Anche in questa mostra non fa difetto l’ironia, e la scultura sembra esserne argomento centrale. Concluso (o quasi) il periodo delle filisculture, dove un segno-forma costituiva il “filo” conduttore di giochi concettuali riguardanti l’uomo, la memoria, e un impegno genericamente esistenziale, qui la scultura analizza se stessa. Spogliata di ogni retorica, si palesa in forme-oggetto, ed acquista tridimensionalità senza perdere in leggerezza. Si penserebbe atta ad un uso: gli oggetti servono! Ma Cartuccia li espropria di qualsivoglia funzionalità. Le sedie sono vuote, le cornici prive delle opere, le scaglie di marmo contengono una luce che le consumano e ne cancellano la massa. E così via. Se il tentativo di Cartuccia è stato, spesso, di dare una ragione a delle cose che per i più mancavano di senso, in questo caso la situazione si ribalta; le cose si disfanno della loro utilità e, così, in quiescenza, anziché perdere di senso “rischiano” di acquistarne di più esteso e profondo.
L’ambiguità è elemento strategico che si rende disponibile a una pluralità di significati. L’osservatore ne è attratto, ma non preso per mano; è chiamato ad esplorare, coinvolto con levità in un svago proficuo, che favorisce la riflessione attraverso l’ironia.
Lucio Del Gobbo
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La presente esposizione non è generica o riepilogativa di un lungo periodo; si compone di opere recenti e rivela un orientamento tematico di fondo: la riflessione semiseria sul gioco dell’arte, le sue conseguenze e la sua presunta utilità ….
Anche in questa mostra non fa difetto l’ironia, e la scultura sembra esserne argomento centrale. Concluso (o quasi) il periodo delle filisculture, dove un segno-forma costituiva il “filo” conduttore di giochi concettuali riguardanti l’uomo, la memoria, e un impegno genericamente esistenziale, qui la scultura analizza se stessa. Spogliata di ogni retorica, si palesa in forme-oggetto, ed acquista tridimensionalità senza perdere in leggerezza. Si penserebbe atta ad un uso: gli oggetti servono! Ma Cartuccia li espropria di qualsivoglia funzionalità. Le sedie sono vuote, le cornici prive delle opere, le scaglie di marmo contengono una luce che le consumano e ne cancellano la massa. E così via. Se il tentativo di Cartuccia è stato, spesso, di dare una ragione a delle cose che per i più mancavano di senso, in questo caso la situazione si ribalta; le cose si disfanno della loro utilità e, così, in quiescenza, anziché perdere di senso “rischiano” di acquistarne di più esteso e profondo.
L’ambiguità è elemento strategico che si rende disponibile a una pluralità di significati. L’osservatore ne è attratto, ma non preso per mano; è chiamato ad esplorare, coinvolto con levità in un svago proficuo, che favorisce la riflessione attraverso l’ironia.
Lucio Del Gobbo
21
aprile 2007
Agostino Cartuccia
Dal 21 aprile al 25 maggio 2007
arte contemporanea
Location
CONTEMPORANEAMENTE ARTE
Civitanova Marche, Via Conchiglia, 29, (Macerata)
Civitanova Marche, Via Conchiglia, 29, (Macerata)
Orario di apertura
dal mercoledi al sabato 17.30-20
Vernissage
21 Aprile 2007, ore 18,30
Autore