AKO ATIKOSSIE, artista africano, nasce a Zalivè (Togo) nel 1980. Vive a Milano. La sua formazione dopo il liceo inizia a Lomè nell’atelier dell’artista Sessofia Dabla. La sua ricerca artistica è rivolta all’umano, in relazione alle differenti condizioni dell’esistenza e si basa sulla denuncia del quotidiano e del suo corpo sociale. Fanno parte delle sue composizioni pittoriche e scultoree i materiali di recupero provenienti dalla spazzatura e dalle discariche.
La mostra, a cura di Mariangela Calisti, si propone come evento di respiro internazionale e non solo come indagine sull’artista. L’esposizione si pone infatti in sottile e sotteso rapporto con le tematiche affrontate da EXPO 2015.
La visione di Ako intende sollecitare le coscienze proprio sui temi di cui Expo si fa promotore (cooperazione fra i popoli per garantire cibo sufficiente e dignita’ di vita ad ogni essere umano). Nelle tematiche affrontate dall’artista – il difficile equilibrio politico mondiale, l’immigrazione, il bagaglio di credenze religiose, la manipolazione delle coscienze, il bombardamento cerebrale indotto dall’iperconnessione e dall’eccesso di informazioni – emerge una produzione completamente filtrata dalla sua sensibilità, che nasce dal dolore del distacco, da uno sguardo nostalgico verso la propria terra e, al tempo stesso, dall’incredulità di fronte all’enorme disparità nelle condizioni di vita dei popoli. In questo senso, le sue teste-scultura brulicanti di vegetali, che costituiscono l’ultima produzione, celebrano un cibo davvero speciale: il cibo per la mente.