"Ormai abituati a vivere nella frenesia quotidiana delle città, strabordanti di sollecitazioni visive disparate e impattanti, a ritmi sempre più serrati, sorprende piacevolmente, solleticando delicatamente i nostri sensi, la ricerca di un “paesaggio diverso” intrapresa da Alberta Pellacani. Dopo il primo lavoro della serie, Palinsesto urbano VE || 01, dove Venezia appare trasfigurata in visioni frammentate che si susseguono in modo fluido come l’acqua che lambisce le calle cittadine, l’artista, nel secondo lavoro di questa serie, sceglie Mantova, passando sulle acque del fiume Mincio che l’attraversa e i laghi che la circondano, per proporci un viaggio a pelo d’acqua, quell’acqua in cui affondano le radici del contesto ambientale e architettonico della sua originalissima rilettura personale del secolare rapporto tra natura e cultura che contraddistingue la città dei Gonzaga. Palinsesto urbano MN || 02 è un complesso di lavori (video, fotografie, installazione) in cui siamo calati in atmosfere ormai lontane, in cui l’artista va alla ricerca di una memoria dei luoghi che, attraverso l’uso di uno specchio deformato approntato dall’artista, ci viene riproposta sotto forma di visioni alterate fuori dalle abitudini visive....Il paesaggio che ci presenta la Pellacani apparentemente sembra assumere la fisionomia di un paesaggio digitale, abilmente manipolato con un software di ultima generazione, concepito per condurre lo spettatore lontano dalla realtà e riportarlo alla dimensione straniante del sogno o del gioco. Del resto il concetto di paesaggio nell'arte contemporanea negli ultimi anni è molto cambiato, si è arricchito di una molteplicità di esperienze e tecniche che hanno messo in discussione le obsolete certezze riguardo la prevedibilità di una riproduzione fedelmente fenomenica del reale. La nozione di paesaggio oggi si è dilatata, non è più intesa come significante di un luogo preciso e della sua rappresentazione, ma è divenuto qualcosa di più vasto e non circoscrivibile, grazie allo spostamento delle pratiche degli artisti verso metodi, linguaggi ed eventi che hanno stravolto le tradizionali relazioni tra artificio e natura, imitazione e rappresentazione...." dal testo di Silvia Grandi