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Alberto García-Alix
Nell’ambito del Festival Foto&Photo, proiezione dei video La mia anima di cacciatore in gioco, Straniero di me stesso, Tre mosche nere
Comunicato stampa
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Giunge al terzo anno la collaborazione tra il Festival Foto&Photo e l'Instituto Cervantes. Dopo Chema Madoz e Rafael Navarro, quest’edizione vede in mostra l’opera videografica di uno dei più importanti fotografi spagnoli contemporanei, nonché vincitore delPremio Nacional de Fotografía: Alberto García Alix. L’evento prevede la proiezione di tre video realizzati da García Alix (l’ultimo dei quali, Tres moscas negras, verrà presentato a Milano in anteprima europea), nei quali l’artista indaga sulla sua condizione di fotografo e sulla sua stessa vita, sulle contraddizioni che lo accompagnano da sempre e che, una volta rese meno oscure, lo aiutano a conoscersi sempre un po’ di più: il suo vivere la casa e la città, il dentro e il fuori, il mondo visto da un lato e dall’altro della macchina fotografica, la lotta tra la vita e la morte, la voglia di lasciarsi andare e la paura di farlo.
©Alberto García Alix – Extranjero de mi mismo
Alberto García-Alix
Nato a Leon nel 1956 e trasferitosi a Madrid nel 1967, García-Alix coltiva l’amore per la fotografia fin da giovanissimo, oltre alla sua passione per le moto, che segna indelebilmente la sua vita e gran parte della sua opera fotografica. Nella capitale spagnola, all’epoca della movida madrileña, stringe amicizie e collaborazioni con gli stravaganti personaggi che ne fanno parte e che diventano i modelli preferiti dei suoi intensi ritratti. Espone la sua opera fotografica in prestigiose gallerie ed istituzioni a livello nazionale (tra cui il Reina Sophia ed il Museum of Contemporary Art di Madrid) e internazionale. Le sue fotografie ritraggono persone o oggetti dalla forte carica narrativa. I suoi personaggi, nudi o vestiti, sono drograti e prostitute, carcerati e pornostar, gente di strada di cui ama mettere in mostra sensibilità ed umanità. Definito un "pittore della vita moderna", García-Alix ama la strada e le stanze vuote; le sue immagini forti ed erotiche raccontano la quotidianità ed i margini del mondo, le sue notti proibite di cui si fanno cronaca.
La mia anima di cacciatore in gioco ci mostra Parigi. Una città (s)conosciuta. Finestre. Cieli. Autoritratti. Equivalenze di una, di molte emozioni. Paura. Angoscia. Attesa. Passanti estranei allo sguardo dell’altro (o no). Il fotografo. Il cacciatore si trova messo alla prova, con lo sguardo insegue il desiderio di incontrare l’altro, la sua stessa ombra. La fotografia si converte in ricerca di uno spazio condiviso, di un luogo parlato, di un istante che appartiene in ugual modo ad entrambi i lati della macchina fotografica. Ma chi è il fotografo? Qualcuno con una luce negli occhi che illumina la città. Il gioco. La vita, i giorni, le ore consumate con ansia.
Straniero di me stesso ha un taglio più intimo, come uno sguardo rivolto verso dentro. Il labirinto qui è l’anima. Appaiono visi familiari, ritratti che ci dicono che l’artista è tornato per affrontare di nuovo i suoi demoni, la sua tormenta, la lotta perenne tra paura e desiderio. Tutto o Nulla. Ha anche il tono di una confessione, di uno sguardo saldo di fronte agli specchi. Le videocamere sono la bussola che aiuta a navigare nel mare dei sogni. Ma (ci) si guarda, anche. Ci sono domande a cui nessuno vuole rispondere. In chiave poetica, intima, voce fuori campo, l’autore passa in rassegna la sua particolare stagione all’inferno.
Tre mosche nere chiude la trilogia e verrà qui presentato in anteprima europea. L’artista si esprime abitualmente attraverso molteplici forme di autorappresentazione ed è famoso da sempre come uno dei più abili fotografi narratori della contemporeaneitá.
©Alberto García Alix – Extranjero de mi mismo
Alberto García-Alix
Nato a Leon nel 1956 e trasferitosi a Madrid nel 1967, García-Alix coltiva l’amore per la fotografia fin da giovanissimo, oltre alla sua passione per le moto, che segna indelebilmente la sua vita e gran parte della sua opera fotografica. Nella capitale spagnola, all’epoca della movida madrileña, stringe amicizie e collaborazioni con gli stravaganti personaggi che ne fanno parte e che diventano i modelli preferiti dei suoi intensi ritratti. Espone la sua opera fotografica in prestigiose gallerie ed istituzioni a livello nazionale (tra cui il Reina Sophia ed il Museum of Contemporary Art di Madrid) e internazionale. Le sue fotografie ritraggono persone o oggetti dalla forte carica narrativa. I suoi personaggi, nudi o vestiti, sono drograti e prostitute, carcerati e pornostar, gente di strada di cui ama mettere in mostra sensibilità ed umanità. Definito un "pittore della vita moderna", García-Alix ama la strada e le stanze vuote; le sue immagini forti ed erotiche raccontano la quotidianità ed i margini del mondo, le sue notti proibite di cui si fanno cronaca.
La mia anima di cacciatore in gioco ci mostra Parigi. Una città (s)conosciuta. Finestre. Cieli. Autoritratti. Equivalenze di una, di molte emozioni. Paura. Angoscia. Attesa. Passanti estranei allo sguardo dell’altro (o no). Il fotografo. Il cacciatore si trova messo alla prova, con lo sguardo insegue il desiderio di incontrare l’altro, la sua stessa ombra. La fotografia si converte in ricerca di uno spazio condiviso, di un luogo parlato, di un istante che appartiene in ugual modo ad entrambi i lati della macchina fotografica. Ma chi è il fotografo? Qualcuno con una luce negli occhi che illumina la città. Il gioco. La vita, i giorni, le ore consumate con ansia.
Straniero di me stesso ha un taglio più intimo, come uno sguardo rivolto verso dentro. Il labirinto qui è l’anima. Appaiono visi familiari, ritratti che ci dicono che l’artista è tornato per affrontare di nuovo i suoi demoni, la sua tormenta, la lotta perenne tra paura e desiderio. Tutto o Nulla. Ha anche il tono di una confessione, di uno sguardo saldo di fronte agli specchi. Le videocamere sono la bussola che aiuta a navigare nel mare dei sogni. Ma (ci) si guarda, anche. Ci sono domande a cui nessuno vuole rispondere. In chiave poetica, intima, voce fuori campo, l’autore passa in rassegna la sua particolare stagione all’inferno.
Tre mosche nere chiude la trilogia e verrà qui presentato in anteprima europea. L’artista si esprime abitualmente attraverso molteplici forme di autorappresentazione ed è famoso da sempre come uno dei più abili fotografi narratori della contemporeaneitá.
26
ottobre 2006
Alberto García-Alix
26 ottobre 2006
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
INSTITUTO CERVANTES
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Vernissage
26 Ottobre 2006, ore 18
Autore