La mostra di Alberto Giovannini si sviluppa lungo un percorso delineato da un filo rosso, “il filo dell’immaginazione”, che accompagna concettualmente il visitatore nei due mondi informali e creativi dell’ artista.
Da una parte il mondo della Materia, dove la sovrapposizione di acrilici, carta vetrata, plastica, gesso e ferro su tela e tavola, dà origine a opere che conquistano lo spazio e si impongono per loro stessa natura nella tridimensionalità, esprimendo un rapporto necessario tra l’opera d’ arte, quale risultato dell’impulso creativo, e la sua stessa materia.
Dall’altra il mondo dell’Ipomateria, in cui prevalgono segno e colore, è il risultato pratico-concettuale di un progressivo annullamento della percezione tridimensionale dell’opera d’arte a cui corrisponde una nuova ricerca grafica e creativa. Ad una composizione esclusivamente digitale, corrisponde una realizzazione a stampa su forex.
L ‘installazione dell’artista interagisce e coinvolge l’intero spazio espositivo: il filo rosso, disposto in modo casuale, forma una ragnatela che si estende in ogni punto della sala, contaminando e condizionando i movimenti stessi dei visitatori.
L’immaginazione non serve solo a stimolare la creazione, ma permette anche di vedere ciò che è stato creato.


Orari di apertura .domenica 11.00 – 13.00
Giovedì, venerdì sabato e domenica 16.30 – 19.30

Biglietto Ingresso libero
Orario del vernisage11 dicembre 2010 ore 18.00





Curatore/i Asociazione Culturale ZINGHERERIA

Artista/i Alberto Giovannini



EVENTUALMENTE IL TESTO DI PRESENTAZIONE/CRITICO
Alberto Giovannini è nato a Orvieto (TR) il 18 aprile 1970. Agli inizi degli anni ’90 si trasferisce a Viterbo dove consegue la laurea in Scienze Forestali presso la Facoltà di Agraria dell’ Università della Tuscia e inizia un lungo percorso lavorativo nel sociale che lo vede tuttora impegnato.
Inizia a dipingere nel ’98 e gli artisti fondamentali che influenzano il suo percorso formativo sono Alberto Burri, Georges Mathieu, Hans Hartung ed Emilio Vedova. Dapprima sperimenta l’uso e la fusione di materiale plastico, per poi passare ai colori a olio e acrilici utilizzando sempre e comunque materiali di supporto che infondessero spessore e fisicità alle opere ( carta vetrata, legno, gesso, fili di ferro ).
Soprattutto la carta vetrata , utilizzata comunemente per ripulire, grattare via, togliere, diventa nei suoi quadri materiale da sovrapporre, a sua volta sovrapponibile. Aggiungerla per creare rilievi , confini , spaziature che le conferiscono una capacità perfettamente contraria alla sua natura artificiosa vuol dire liberarla del suo valore utilitaristico e farla tornare ad essere quel che vuole: colore e materia.