Dal 10 luglio al 03 agosto 2004, negli spazi della Rocca di Ravaldino di
Forlì, si terrà una mostra di opere fotografiche e pittoriche. Alla
rassegna, curata da Gianni Gori, partecipano:

Piero Delucca, Gianni Gori, Cinzia Fontanelli, Rita Mancini, Flavio
Marchetti, Pasquale Martini, Stefano Mina, Franco Pozzi, Gloria Salvatori,
Romano Sanchini, Roberto Semprini, Valerio Vasi.

In questa mostra artisti di generazioni diverse si affiancano con
problematiche eterogenee, seppure buona parte di loro operino nell'ambito
della fotografia e dintorni. L'intento è quello di presentare uno
spaccato, seppur limitato, della trasversalità che ogni "azione" artistica
comporta, sia in relazione alle poetiche, sia nell'uso degli strumenti: le
une e gli altri, infatti, vengono sistematicamente contaminati da pensieri
e modalità operative che falsificano ogni intento di sviluppo lineare. Ne
consegue una differenziazione che trova nello "scarto" il presupposto
valido per definire una linea che trova nell'eterogeneità e nella
contaminazione l'elemento in grado di evidenziare come, ora, il fare trovi
una giustificazione nell'assegnare un senso alla relazione. In pratica,
attraverso la presentazione di artisti ed opere tra loro profondamente
diversi, si mostra come ciò che li accomuna sia riscontrabile nella
tendenza a dare un senso al vuoto che unisce una cosa all'altra.
Analogamente a quelle sostanze a cui si richiama il titolo, che servono a
disacidificare (e bonificare) un ambiente, una situazione, il tentativo è
quello di contrastare la tossicità dell'avvelenamento iconico.