Domenica 4 settembre inaugura, negli spazi espositivi del Palazzo Mediceo di San Leo, la mostra “Alchimie saline”, ideata e progettata da Walter Gasperoni per assolvere ad un debito poetico che l’autore dice d’aver contratto con la città di San Leo.


Sono da sempre affascinato da come l’uomo, nel suo andare verso la civiltà che, come si sa, per gran parte si è sviluppata per le vie del mare, abbia poi dalle coste conquistato le pendici che gli stavano d’innanzi, costruendo case, castelli, presidi e tanto altro, spingendosi fino alle cime più impervie. Ciò che con questa mostra vorrei indagare è quello spazio che sta tra il mare e quelle costruzioni che hanno il sapore del limite, cioè che fungono come un sipario, il quale una volta aperto, svela aree di pensiero.

Naturale che questo spazio, che tentiamo di sondare attraverso l’Arte e gli artisti, sia carico di poesia, una materia alquanto difficile da catturare, tuttavia ci siamo misurati, consapevoli e fiduciosi di avere contribuito, senza pretesa storica, ma con la consapevolezza che l’arte sia il mezzo più idoneo per questi viaggi.



A proposito dell’elemento alchemico Maria Chiara Monaldi, nel testo a catalogo evidenzia come l’elemento salmastro, volubile ed incostante, che si rifrange sulle sponde rocciose dell’Appennino, ha trovato naturale risonanza nell’animo e nell’espressione lirica, in antico come in epoca moderna, ed il respiro profondo del mare, il rifrangersi metaforico dell’onda, sempre uguale eppur sempre dissimile, è divenuto un prezioso crogiuolo alchemico nel quale l’immagine reale si trasmuta agevolmente in allegoria, aneddoto, parafrasi.