Aldo Roda è un singolare artista-poeta che attraverso le sue parole mute e la creatività pittorica pone la sua profonda ricerca nel rispetto dei principi fondamentali dell’Uomo e della Natura. Tra i poeti e gli artisti che mi hanno seguito negli anni in tanti paesi italiani e stranieri dove ho piantato Querce in ricordo delle “7000 Eichen” di Kassel o ideando Giardini in Omaggio a Joseph Beuys, la presenza di Aldo Roda è sempre stata costante con le sue poesie dedicate al pensiero beuysiano e pubblicate in varie lingue. Aldo Roda è  laureato in architettura, la sua passione per l’Arte lo ha portato a studiare e a condividere  il pensiero e
l’opera di Rudolf Steiner e del Maestro tedesco. Da questo interesse è derivata una profonda ricerca traslata nella Poesia e nella Pittura. Sia che operi come architetto, poeta o pittore, in Roda vi è una continuità di pensiero profondo che in questa Mostra Evento I Colori dell’Anima, attraverso vari linguaggi e oltrepassando la staticità dell’opera, conduce il fruitore verso una visione al fisheye. L’opera simbolica subisce una transustanziazione e si rivolge a quelle zone
dello spirito umano in cui la collaborazione è solidarietà sociale.

Lucrezia De Domizio Durini e Roberto Giacone in IL COLORE DELL’ANIMA Maison de l’Italie–Paris-5

ottobre 1912 

Architettura immateriale.

Cerco di entrare, no….., di vagare, in questa pseudo atmosfera di spazio; quel che vedo è il cosmo, ma attenzione è la mente mia che lo immagina….., un vero soggetto sfuggente, indefinito, immateriale. Dopo aver ascoltato alcuni passaggi della ricerca di Aldo Roda, rimango incantato nell’osservarne la composizione ideale, non metodologica, una “forma del pensiero” che non ubbidisce a un meccanismo tale da costruire e asserire verità, ma che vuol far riflettere sui temi di
volta in volta proposti. Mi sento incapace di parlare di pensiero o di sensazioni dell’anima, che sono gli strumenti della sua creatività. Le sue non semplicemente poetiche poesie, che celebro
molto, hanno emozioni né tristi né allegri. Sono constatazioni totalitarie della nostra esistenza, del
nostro intorno, del nostro immediato. Un alto grado d’analisi sono le sue composizioni bidimensionali, organigrammi galleggianti di pulsioni ed effetti; non cercano la bellezza, forse un equilibrio, per poi immergersi nella validità degli assunti.

Raul Dominguez