Rewind è un'installazione interattiva che mira a
coinvolgere il visitatore nella costruzione di
un'esperienza visivo/sonora. Una raccolta di immagini su carte musicali, ognuna delle quali è un pezzo unico e parte
integrante dell'installazione.

Le carte, spedite o consegnate come invito alla
mostra stessa, viaggiano di mano in mano, in una
sfera che da privata diventa pubblica, e viceversa.
Ognuna di esse è un mattone del progetto, un invito
ad intervenire con la propria presenza.
L’opera, costruita e scomposta, muterà forma e si
plasmerà a seconda dell’intenzione del visitatore e
della casualità temporale del suo intervento in
loco.

Le immagini contengono un’identità, un’impronta di
scarpa: un atto generoso di chi ha deciso di
lasciare una traccia personale modellata dai
diversi terreni calpestati, ognuna con la propria
storia.

Le carte sonore sono porzioni di più brani (canti
sociali internazionali) che, come in un taglia e
cuci, verranno assemblate in un nuovo
irriconoscibile pezzo attraverso la raccolta degli
inviti durante l'evento.

L'invito è all'incontro, al gioco e al dialogo,
alla creazione di una nuova identità dell'opera, al
ripensamento dell'installazione in un precario
equilibrio tra immagine e suono, tra composizione e
scomposizione, un invito alla contaminazione tra
diverse culture attraverso l'arte.