La circolarità sibilante dello scorrere. In un flusso incessante di forme: senza matrice, senza fine. Il ritmo ininterrotto della trasformazione alchemica, in cui il piombo si fa aleatorio dondolio e l’oro pioggia divina.
Utilizzando elementi appartenenti della devozione popolare del sud est asiatico, la mostra esplora il senso del divenire e dell’impermanenza, cardini della filosofia buddista. Sulla trama di questi enigmatici e anonimi oggetti, si innesta la presenza di opere-simbolo, ciascuna emblematica nell’esprimere l’incessante fluire di forme che, nel continuo e ritmato movimento, riverberano il senso dell’illusorietà e dell’effimero proprio dell’esistere.
La discesa dell’intangibile, come rara goccia in un piovere incessante, illumina su un senso al di là delle apparenze.
L’artista
Alessandra Campoli (Roma, 1976), storica dell’arte, visual artist e performer. Compie da anni un lavoro di ricerca sulle arti tradizionali e rituali himalayane. È attualmente dottoranda in New Media Arts presso la University of the West of Scotland, occupandosi di arte contemporanea in Thailandia, Myanmar e Vietnam.
