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Alessandro Azzario – Inni alla Notte. Omaggio ad Antonin Artaud
la mostra personale di Alessandro Azzario è una riflessione segnico-immaginale sul rapporto fra inconscio, identità e schemi corporei; una selezione di 11 tele “metafisiche” dialogano dinamicamente con testi tratti dall’opera di Antonin Artaud.
Comunicato stampa
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Dipingere l’assenza
“Lo spirito sacro è quello che rimane attaccato ai principi con una forza d’identificazione oscura che assomiglia alla sessualità, e alla sessualità sul piano più vicino ai nostri spiriti organici, ai nostri spiriti ostruiti dallo spessore della loro caduta. Questa caduta di cui io mi domando se essa rappresenti il peccato. Perché sul piano su cui si elevano le cose, questa identificazione si chiama Amore, di cui una forma è la cavità universale, e l’altra, la più terribile, diviene il sacrificio dell’anima, cioè la morte dell’individualità.”
Questa è la citazione da l’Eliogabalo di Artaud che accompagna e da una possibile lettura al quadro “La Notte”, opera che apre un ciclo dal titolo “Inni alla Notte”. Le tele di Azzario sono caratterizzate da assenze , sia sul piano formale che su quello concettuale; una scala tonale monocroma, le inesistenti prospettive e la personale tecnica “z-inlay” fatta di intarsi e tasselli, di forme in espansione e contrazione e una rigorosa ricerca compositiva creano l’humus da cui emergono ipotesi di figure e allo stesso tempo l’anatomia di un’idea; icone notturne sospese nello spazio metafisico di una tela.
Secondo Deleuze infatti così come si percepiscono le cose “dove sono” istallandosi in esse, così i ricordi vanno colti lì dove risiedono, nel passato in generale, tra immagini puramente virtuali, che nessun presente ha ancora svelato.
Vedendo per la prima volta i quadri “notturni” di Azzario si ha la tentazione di riconoscere l’impronta surreale, ma a una più attenta analisi se ne percepisce l’infondatezza, perché se l’opera surrealista sembra esaurirsi nel discredito delle apparenze qui le apparenze sono "il reale"; troviamo piuttosto il simbolismo di una luce evanescente che affiora in una sorta di fosforo dall’interno di corpi e forme.
Una metafisica compositiva che formalmente mette a confronto, o piuttosto amalgama “tecniche” apparentemente lontane e inconciliabili: quale il cut-out, la mezzatinta e lo stencil tipiche della moderna street art e dall’altra la prospettiva invertita e il carattere a- spaziale e ieratico dell'antica arte iconica bizantina; questo mix viene ulteriormente rafforzato dall'apporto del tutto originale di mappe di profondità usate tipicamente nella moderna fotografia e nel più recente cinema d'animazione.
Composizioni fragili, inchiodate alla loro esibizione in cui l’intervento di un colore, che peraltro appare sporadicamente, può trasformare un crepuscolo in un’aurora, un soffocamento in un’emersione (come nella serie delle apnee), in una continua ascesa dalla vita oscura a quella subcosciente.
Inoltre questi "Inni" sono anche e soprattutto un omaggio al poeta e drammaturgo francese Antonin Artaud, dalla cui opera l'autore trae ispirazione e punti di contatto.
I. Borzyak - B.Bicceri
“Lo spirito sacro è quello che rimane attaccato ai principi con una forza d’identificazione oscura che assomiglia alla sessualità, e alla sessualità sul piano più vicino ai nostri spiriti organici, ai nostri spiriti ostruiti dallo spessore della loro caduta. Questa caduta di cui io mi domando se essa rappresenti il peccato. Perché sul piano su cui si elevano le cose, questa identificazione si chiama Amore, di cui una forma è la cavità universale, e l’altra, la più terribile, diviene il sacrificio dell’anima, cioè la morte dell’individualità.”
Questa è la citazione da l’Eliogabalo di Artaud che accompagna e da una possibile lettura al quadro “La Notte”, opera che apre un ciclo dal titolo “Inni alla Notte”. Le tele di Azzario sono caratterizzate da assenze , sia sul piano formale che su quello concettuale; una scala tonale monocroma, le inesistenti prospettive e la personale tecnica “z-inlay” fatta di intarsi e tasselli, di forme in espansione e contrazione e una rigorosa ricerca compositiva creano l’humus da cui emergono ipotesi di figure e allo stesso tempo l’anatomia di un’idea; icone notturne sospese nello spazio metafisico di una tela.
Secondo Deleuze infatti così come si percepiscono le cose “dove sono” istallandosi in esse, così i ricordi vanno colti lì dove risiedono, nel passato in generale, tra immagini puramente virtuali, che nessun presente ha ancora svelato.
Vedendo per la prima volta i quadri “notturni” di Azzario si ha la tentazione di riconoscere l’impronta surreale, ma a una più attenta analisi se ne percepisce l’infondatezza, perché se l’opera surrealista sembra esaurirsi nel discredito delle apparenze qui le apparenze sono "il reale"; troviamo piuttosto il simbolismo di una luce evanescente che affiora in una sorta di fosforo dall’interno di corpi e forme.
Una metafisica compositiva che formalmente mette a confronto, o piuttosto amalgama “tecniche” apparentemente lontane e inconciliabili: quale il cut-out, la mezzatinta e lo stencil tipiche della moderna street art e dall’altra la prospettiva invertita e il carattere a- spaziale e ieratico dell'antica arte iconica bizantina; questo mix viene ulteriormente rafforzato dall'apporto del tutto originale di mappe di profondità usate tipicamente nella moderna fotografia e nel più recente cinema d'animazione.
Composizioni fragili, inchiodate alla loro esibizione in cui l’intervento di un colore, che peraltro appare sporadicamente, può trasformare un crepuscolo in un’aurora, un soffocamento in un’emersione (come nella serie delle apnee), in una continua ascesa dalla vita oscura a quella subcosciente.
Inoltre questi "Inni" sono anche e soprattutto un omaggio al poeta e drammaturgo francese Antonin Artaud, dalla cui opera l'autore trae ispirazione e punti di contatto.
I. Borzyak - B.Bicceri
20
ottobre 2012
Alessandro Azzario – Inni alla Notte. Omaggio ad Antonin Artaud
Dal 20 ottobre al 20 novembre 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA MICRO’
Torino, Piazza Vittorio Veneto, 10, (Torino)
Torino, Piazza Vittorio Veneto, 10, (Torino)
Orario di apertura
Lun-Ven 15-19, Sab 10.30-19
Vernissage
20 Ottobre 2012, h 17
Sito web
www.azzario.it
Autore
Curatore