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Alessandro Magnasco – Gli anni della maturità
Dopo Parigi, a Genova a Palazzo Bianco, la Mostra centrata sulle opere più belle della produzione tarda di uno dei pittori italiani che per le sue scelte artistiche anticonformiste risulta tra i più importanti del suo tempo anche perché ha precorso aspetti della pittura a lui successiva.
Comunicato stampa
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“Alessandro Magnasco - gli anni della maturità” è una mostra centrata sulle opere più belle della produzione tarda di uno dei pittori italiani che per le sue scelte artistiche decisamente anticonformiste risulta tra i più interessanti e importanti del suo tempo anche perché ha precorso aspetti della pittura a lui successiva.
Grazie alla collaborazione eccezionale fra la Galerie Canesso di Parigi e i Musei di Strada Nuova di Genova, città natale dell’artista, la mostra raduna oltre venti opere di Alessandro Magnasco (1667 – 1745), provenienti da raccolte pubbliche e private italiane e straniere.
L’esposizione, che ha inaugurato alla Galerie Canesso a Parigi il 24 novembre 2015, si sposta ora a Genova, ai Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco, dal 25 febbraio al 5 giugno 2016, arricchita di due importanti opere, che a Parigi non erano state prestate, e di uno specifico allestimento curato dal maestro Pier Luigi Pizzi.
La curatela scientifica dell’iniziativa spetta a Fausta Franchini Guelfi, la maggior studiosa dell’artista, che è stata affiancata da un comitato scientifico composto anche da Piero Boccardo, direttore dei Musei di Strada Nuova, e da Maurizio Canesso e Véronique Damian della Galerie Canesso.
Le collezioni civiche genovesi concorrono all’esposizione con quattro loro opere, tra le quali Il pittor pitocco del Museo Giannettino Luxoro e, soprattutto, il celeberrimo Trattenimento in un giardino di Albaro, considerato il capolavoro assoluto dell’artista, che invece appartiene alle collezioni dei Musei di Strada Nuova. Con l’arrivo del dipinto del Palazzo Reale di Pisa e di quello del Musée du Louvre di Parigi (in deposito perpetuo al MAHJ, Musée d’art et d’histoire du Judaïsme) l’edizione genovese della mostra comprende 23 capolavori dell’artista: i due prestiti che si aggiungono risultano di particolare importanza dato che permettono di ricomporre due coppie di opere en pendant – Sant’Agostino e l’angelo e Sant’Antonio da Padova predica ai pesci; Offerta a Plutone e Funerale ebraico - che la storia del collezionismo ha diviso, sicché questa sarà l’unica occasione per rivederle insieme.
L’allestimento del maestro Pizzi, scenografo e regista ben conosciuto anche per memorabili messe in scena di mostre (Seicento al Grand Palais a Parigi; Le arti a Napoli al Museo di Capodimonte a Napoli; Magnificenza dei Medici a Palazzo Pitti a Firenze; El Siglo de los Genoveses al Palazzo Ducale di Genova), è reso possibile dalla generosità della Galerie Canesso, ed è volto a mettere in valore, in particolare per ciò che riguarda la luce, le opere di un artista che ha giocato molta della sua pittura sul contrasto tra pennellate luminose di colore e cupi sfondi: una sorta di parafrasi visiva del passaggio fra l’Età Barocca e il Secolo dei Lumi.
Artista dall’opera originale, Alessandro Magnasco è stato riscoperto all’inizio del XX secolo ed è considerato, per certi versi, un precursore di Goya (1746 – 1828), degli Espressionisti e uno dei padri del gusto per il fantastico ed il macabro. In ogni caso, la sua opera ricca e variata non si può definire solo attraverso queste caratteristiche.
La produzione dell’artista impressiona sia dal punto di vista del linguaggio pittorico estremamente personale che da quello dei soggetti, che solo lui affronta in Europa fra XVII e XVIII secolo. Le sue composizioni, percorse da piccole figure in movimento, ci portano verso l’arte di Francesco Guardi (1712 - 1793) e dei veneziani del Settecento; il suo testamento artistico, “Il trattenimento in un giardino di Albaro” (Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco) appare come un’eco delle poetiche composizioni di Antoine Watteau (1684-1721) e restituisce un’immagine suggestiva dell’aristocrazia genovese del Settecento.
La Galerie Canesso (www.canesso.com), attiva dal 1980 nel settore della pittura antica italiana, organizza mostre dedicate a opere eseguite fra il XV e il XVIII secolo da artisti italiani, o stranieri che abbiano risieduto in Italia. La Galerie Canesso collabora con i Musei per incrementare le loro collezioni e per dei progetti culturali e di esposizione. La galleria ha pubblicato 25 cataloghi scientifici specificamente dedicati alla riscoperta di artisti di rilievo del rinascimento e barocco italiano. Per la pittura genovese la Galerie Canesso ha riunito nel 2003 un gruppo di dieci dipinti di Cambiaso, esposti in seguito alla mostra monografica sull’artista tra Genova e Austin (2006-2007); nel 2005 ha esposto un gruppo di dipinti dei maggiori pittori genovesi.
Grazie alla collaborazione eccezionale fra la Galerie Canesso di Parigi e i Musei di Strada Nuova di Genova, città natale dell’artista, la mostra raduna oltre venti opere di Alessandro Magnasco (1667 – 1745), provenienti da raccolte pubbliche e private italiane e straniere.
L’esposizione, che ha inaugurato alla Galerie Canesso a Parigi il 24 novembre 2015, si sposta ora a Genova, ai Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco, dal 25 febbraio al 5 giugno 2016, arricchita di due importanti opere, che a Parigi non erano state prestate, e di uno specifico allestimento curato dal maestro Pier Luigi Pizzi.
La curatela scientifica dell’iniziativa spetta a Fausta Franchini Guelfi, la maggior studiosa dell’artista, che è stata affiancata da un comitato scientifico composto anche da Piero Boccardo, direttore dei Musei di Strada Nuova, e da Maurizio Canesso e Véronique Damian della Galerie Canesso.
Le collezioni civiche genovesi concorrono all’esposizione con quattro loro opere, tra le quali Il pittor pitocco del Museo Giannettino Luxoro e, soprattutto, il celeberrimo Trattenimento in un giardino di Albaro, considerato il capolavoro assoluto dell’artista, che invece appartiene alle collezioni dei Musei di Strada Nuova. Con l’arrivo del dipinto del Palazzo Reale di Pisa e di quello del Musée du Louvre di Parigi (in deposito perpetuo al MAHJ, Musée d’art et d’histoire du Judaïsme) l’edizione genovese della mostra comprende 23 capolavori dell’artista: i due prestiti che si aggiungono risultano di particolare importanza dato che permettono di ricomporre due coppie di opere en pendant – Sant’Agostino e l’angelo e Sant’Antonio da Padova predica ai pesci; Offerta a Plutone e Funerale ebraico - che la storia del collezionismo ha diviso, sicché questa sarà l’unica occasione per rivederle insieme.
L’allestimento del maestro Pizzi, scenografo e regista ben conosciuto anche per memorabili messe in scena di mostre (Seicento al Grand Palais a Parigi; Le arti a Napoli al Museo di Capodimonte a Napoli; Magnificenza dei Medici a Palazzo Pitti a Firenze; El Siglo de los Genoveses al Palazzo Ducale di Genova), è reso possibile dalla generosità della Galerie Canesso, ed è volto a mettere in valore, in particolare per ciò che riguarda la luce, le opere di un artista che ha giocato molta della sua pittura sul contrasto tra pennellate luminose di colore e cupi sfondi: una sorta di parafrasi visiva del passaggio fra l’Età Barocca e il Secolo dei Lumi.
Artista dall’opera originale, Alessandro Magnasco è stato riscoperto all’inizio del XX secolo ed è considerato, per certi versi, un precursore di Goya (1746 – 1828), degli Espressionisti e uno dei padri del gusto per il fantastico ed il macabro. In ogni caso, la sua opera ricca e variata non si può definire solo attraverso queste caratteristiche.
La produzione dell’artista impressiona sia dal punto di vista del linguaggio pittorico estremamente personale che da quello dei soggetti, che solo lui affronta in Europa fra XVII e XVIII secolo. Le sue composizioni, percorse da piccole figure in movimento, ci portano verso l’arte di Francesco Guardi (1712 - 1793) e dei veneziani del Settecento; il suo testamento artistico, “Il trattenimento in un giardino di Albaro” (Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco) appare come un’eco delle poetiche composizioni di Antoine Watteau (1684-1721) e restituisce un’immagine suggestiva dell’aristocrazia genovese del Settecento.
La Galerie Canesso (www.canesso.com), attiva dal 1980 nel settore della pittura antica italiana, organizza mostre dedicate a opere eseguite fra il XV e il XVIII secolo da artisti italiani, o stranieri che abbiano risieduto in Italia. La Galerie Canesso collabora con i Musei per incrementare le loro collezioni e per dei progetti culturali e di esposizione. La galleria ha pubblicato 25 cataloghi scientifici specificamente dedicati alla riscoperta di artisti di rilievo del rinascimento e barocco italiano. Per la pittura genovese la Galerie Canesso ha riunito nel 2003 un gruppo di dieci dipinti di Cambiaso, esposti in seguito alla mostra monografica sull’artista tra Genova e Austin (2006-2007); nel 2005 ha esposto un gruppo di dipinti dei maggiori pittori genovesi.
25
febbraio 2016
Alessandro Magnasco – Gli anni della maturità
Dal 25 febbraio al 05 giugno 2016
arte antica
Location
MUSEI DI STRADA NUOVA – PALAZZO BIANCO
Genova, Via Giuseppe Garibaldi, 11, (Genova)
Genova, Via Giuseppe Garibaldi, 11, (Genova)
Biglietti
intero €9, ridotto €7. Il biglietto comprende la visita a Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi.
Orario di apertura
da martedì a domenica 09.00-18.30 (da aprile chiusura 19.00)
Vernissage
25 Febbraio 2016, h 17.00
Autore
Curatore