La fotografia permette di transitare dentro l’originale, esplorandone le potenzialità e rilevando particolari nascosti capaci di rovesciarne le gerarchie.

Così, sottoposto al processo anatomizzante dell’obiettivo, l’originale diventa più originale e si carica di ulteriori valori.

L’obiettivo rinnova la realtà, dilata o restringe lo spazio, segmenta il flusso temporale, ritaglia microstorie. Fotografare l’architettura, allora, significa interpretarla, scrutarla, comunicarla, svelarne segreti che per lo più sfuggono a un visitatore occasionale. L’immagine fotografica, più che a documentare l’architettura, serve a raccontarla. Come dice Mimmo Jodice, l’architettura dovrebbe vivere nei progetti dell’architetto e nella interpretazione del fotografo.

Da Barcellona a Palermo, da Berlino a Lodi, l’obiettivo di Alessandro Nigro, architetto e fotografo siciliano, “rilegge” edifici notissimi oppure sconosciuti ai più attraverso particolari architettonici, prospettive insolite, giochi di ombre e accostamenti spiazzanti.