Torna la bizzarra, irriverente, esilarante e scanzonata brigata dei Relitti Perfetti.
Attingendo al suo inesauribile estro, Sandro Siccardi ovvero il Sic presenta le sue ultime creazioni /
creature in una nuova mostra a Milano.
La materia prima è come sempre lo scarto, il relitto, l’oggetto quotidiano che perde la sua funzione
ovvia per assumerne una nuova, inedita, impensata. Dalle forchette espressive, omaggio a Munari,
agli acrobati pop fatti di bottigliette di Campari, i nuovi Relitti promettono stupori e inaspettate
riletture degli oggetti più banali. L’arte del Sic non è solo ludica ed esteticamente seducente, ma
nasce da una rivoluzione connotativa precisa: l’arte si conferma come linguaggio autonomo e
non meramente descrittivo o allusivo. Come argutamente nota Silvio Raffo, Siccardi è eccentrico,
nel senso puro del termine: “Il significato originario del vocabolo è da ricondurre alla matematica,
ha a che vedere con l'ellissi, una circonferenza non proprio circolare, leggermente schiacciata ai
poli. Operare eccentricamente (…) vuol dire, in sostanza, fare ciò che ci ispira l'estro
infischiandosene dei canoni ufficiali”. L’entusiasmo con cui, ormai da anni, Siccardi inventa e
propone i suoi amati Relitti nasce non solo da una fantasia indomita, ma anche da un rapporto
sentimentale con gli oggetti che arriva al cuore dell’osservatore. C’è la voglia di sottratte queste
cose “scadute” all’oblio, dando loro una seconda, meravigliosa possibilità. E’ un lavoro della
memoria, condotto con lo sguardo di un bambino. Ma il Sic è cresciuto e ha anche imparato a
saldare, dando vita a una nuova, più matura serie di Relitti. Nel panorama dominato da un’arte
sempre più concettuale, ecco l’artista artigiano, che realizza anche opere ad hoc come le
bellissime stalattiti di libri recuperati dalle cantine. Non ne avete? Il Sic le fa anche con i vecchi,
nostalgici, dimenticati vhs. Che ringraziano.