Arte e merce. Arte tra gli scaffali. Arte in vetrina. L’arte si sposta e si sottrae dai suoi ambienti tradizionali. Una mostra d’arte contemporanea all’interno di un negozio di abbigliamento. L’arte fugge dai musei , scappa dagli spazi canonici e rifiuta i circuiti istituzionali per entrare dovunque. L’arte fuori dalla torre d’avorio. Perché le opere possono farsi spazio e coesistere con ciò che è in vendita. È più che mai il tempo delle contaminazioni, mentre si pranza si possono acquistare oggetti di design, e, summa della simultaneità, mentre si ascolta un concerto jazz si può essere sottoposti a trattamenti di remise in forme. Se in ambito gastronomico si chiama cucina fusion, in termini d’arredo troviamo l’ high tech mescolato al neo barocco. In ogni ambiente la multifunzionalità è spinta all’estremo e gli spazi divengono oggi più che mai poliedrici.

Lo scenario cambia, i confini si superano, i linguaggi si mescolano. Tra le grucce di metallo argenteo, una è diversa dalle altre, non sono i capi della nuova collezione primavera ma un lavoro d’artista. Alessio Biagiotti. Artista e non stilista. L ’intento è di esporre dovunque: quadri dentro negozi di ottica, sculture tra le cassette di frutta o tra il pellame della vetrina di calzature. Forma mista di “entertainment-arte-commercio”, ogni pezzo può abbinarsi o contrastare con la tipologia della merce presente in una ricerca di armonie e dissonanze. Il catalogo della collezione di Alessio Biagiotti si incontra con il catalogo della collezione XY, ma ciò che era tessuto ed accessori qui è diventato macchia profilo segno. Perché i vestiti di Alessio Biagiotti non possono essere indossati toccati provati, privandosi di ogni volume e di ogni peso, si schiacciano e diventano macchia astratta. Inedita sinergia che sottolinea la liason tra arte e tendenza. L’arte come la moda. Lui, vuole più che mai perseguire questa forma intelligente di comarketing e, sotto la sua “spinta”, può entrare in ogni tipologia di negozio e far uscire ogni opera dai confini elitari.