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Alexandra Clark – La natura di profilo
una selezione di circa 53 opere pittoriche dal 1992 ad oggi
Comunicato stampa
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La mostra "La natura di profilo" ospitata dal Complesso del Vittoriano dal 4 al 19 ottobre 2005, vuole far conoscere al grande pubblico, attraverso una
selezione di circa 53 opere dal 1992 ad oggi, l'opera di Alexandra Clark, un'artista controcorrente che con la sua pittura ha interpretato e
rappresentato, con sguardo limpido e fiducioso, la natura ed i suoi protagonisti.
"L'obiettivo dichiarato di Alexandra Clark è decorare lo spazio" scrive Guibo Rebecchini nel suo saggio in catalogo. "Sulla sua meticolosa indagine
del reale si innesta una vibrante sensibilità ritrattistica, capace di riconoscere eleganze insospettate e di interpretare con sottile humour i suoi
soggetti". Cipolle, orchidee, galline, lepri o gatti, di ogni aspetto della realtà l'artista riesce a individuare il carattere più riposto. Così le oche incedono
fiere e comicamente eroiche, il cinghiale propone la sua forza un po' stolida, le pecore Mildred e Mavis hanno le fattezze aristocratiche di due ladies
impellicciate d'inizio Novecento.
Non pensava ad una carriera di artista Alexandra Clark quando vent'anni fa iniziò a dipingere per nostalgia, ma una gallerista di Londra vide le sue
tele e le espose. Il successo fu immediato.
Dagli studi di fisiognomica di Giovan Battista della Porta all'eleganza suprema di Sargent e dei pittori d'alta società del secolo scorso, dal mondo naif
di Henry Rousseau il Doganiere allo sguardo impietoso di Frida Kahlo. Nei dipinti di Alexandra Clark affiorano riferimenti e influenze determinanti
per rafforzare il suo messaggio: tra uomo e natura esistono canali di comunicazione diretti che solo la pittura è capace di portare alla luce. E ancora la
potenza delle foto di Mapplethorpe e la suggestione delle tele di Lucien Freud: questa la trama dei riferimenti più chiari nell'opera della Clark che
hanno formato il suo sguardo sulla natura e la sua attitudine di pittore-naturalista d'altri tempi.
Il percorso di Alexandra Clark, frutto di un'acuta sensibilità, è interamente proiettato alla esplorazione, con paziente intelligenza, di un mondo che la
modernità tende a relegare in una dimensione remota dello spazio e del tempo, se non addirittura a negarla del tutto. La sua arte va controcorrente
rispetto alle tendenze contemporanee: anziché rappresentare l'inquietudine e il degrado, l'artista riesce ancora a vedere con sguardo limpido i frutti
della Terra e a cantarne le lodi.
La rassegna è organizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
La mostra
Le cinquantatre opere, dal 1992 ad oggi, esposte nella Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano si presentano suddivise in tre sezioni dal titolo
"Campagna", "Fiori" ed "Esotico". Della prima sezione, Campagna, le opere più recenti ispirate alla natura incontaminata che circonda lo studio di
Alexandra Clark situato in quella fascia di territorio che si estende tra i boschi del Lazio settentrionale e le dolci colline toscane. Appartengono a
questa sezione le riproduzioni di galline e fagiani, lepri e cinghiali, pecore e cavalli, capre e conigli, ritratti che, al pari delle bestie selvagge del passato,
non comunicano il "distacco" del naturalista, ma un'attenzione tesa a coglierne "l'anima". I musi degli animali della Clark appaiono illuminati dalla
intelligenza, raffigurati con lo stesso amore e rispetto con il quale essi vengono trattati nella realtà: come compagni di vita.
Appartengono alla seconda sezione, Fiori, rappresentazioni di piante e fiori colti al culmine dello splendore e della vitalità, le orchidee fragranti di
rugiada, i pomodori come appena colti, la pelle delle cipolle rosse che riflette la luce.
Infine la terza sezione dal titolo Esotico presenta opere risalenti al periodo in cui, dopo una vita in giro tra l'Africa e l'India, la Clark torna in
Inghilterra per assistere i suoi genitori. Nelle opere di questa sezione struggente, appare, il bisogno di rivivere le atmosfere assolate dei paesi vicino
all'equatore, i colori caldi dei deserti, il senso di libertà trasmesso dagli animali che popolano foreste e savane. Ritratti di leopardi e pappagalli, petali
di fiori ammirati nei giardini tropicali in giro per il mondo, visi dalla pelle bruna avvolti in turbanti e ripescati nei labirinti della memoria, il segno di
Alexandra Clark è sicuro e incisivo, per rafforzare la principale caratteristica dei suoi personaggi: la dignità.
L'artista
Alexandra Clark è nata a Buenos Aires ed ha effettuato gli studi in Inghilterra e in Svizzera. Attualmente vive e lavora in Italia.
Ha realizzato mostre personali in importanti gallerie in Inghilterra, Stati Uniti e Australia.
Nel 1994 ha partecipato ad una collettiva intitolata "Ritorno alla Bellezza" alla Roy Miles Gallery di Londra. Il successo delle sue opere ha spinto la
stessa galleria ad organizzare una personale nel 1996, intitolata "Faces and Flowers".
Nel 1997 i suoi quadri sono esposti alla mostra della Royal Horticultural Society nel Devon del nord.
Nel 1998, ancora una personale alla Hahn Gallery di Albemarle Street a Londra. Nel 2004, la sua prima personale in Australia (alla Galleria Charles
Hewitt di Sidney), intitolata "Il giardino botanico italiano" con "le rose di Pina" e le "peonie di Giovanna" dentro vasi di terracotta e vetri di Murano.
Il risultato: la richiesta di un'altra esposizione nella primavera del 2006.
selezione di circa 53 opere dal 1992 ad oggi, l'opera di Alexandra Clark, un'artista controcorrente che con la sua pittura ha interpretato e
rappresentato, con sguardo limpido e fiducioso, la natura ed i suoi protagonisti.
"L'obiettivo dichiarato di Alexandra Clark è decorare lo spazio" scrive Guibo Rebecchini nel suo saggio in catalogo. "Sulla sua meticolosa indagine
del reale si innesta una vibrante sensibilità ritrattistica, capace di riconoscere eleganze insospettate e di interpretare con sottile humour i suoi
soggetti". Cipolle, orchidee, galline, lepri o gatti, di ogni aspetto della realtà l'artista riesce a individuare il carattere più riposto. Così le oche incedono
fiere e comicamente eroiche, il cinghiale propone la sua forza un po' stolida, le pecore Mildred e Mavis hanno le fattezze aristocratiche di due ladies
impellicciate d'inizio Novecento.
Non pensava ad una carriera di artista Alexandra Clark quando vent'anni fa iniziò a dipingere per nostalgia, ma una gallerista di Londra vide le sue
tele e le espose. Il successo fu immediato.
Dagli studi di fisiognomica di Giovan Battista della Porta all'eleganza suprema di Sargent e dei pittori d'alta società del secolo scorso, dal mondo naif
di Henry Rousseau il Doganiere allo sguardo impietoso di Frida Kahlo. Nei dipinti di Alexandra Clark affiorano riferimenti e influenze determinanti
per rafforzare il suo messaggio: tra uomo e natura esistono canali di comunicazione diretti che solo la pittura è capace di portare alla luce. E ancora la
potenza delle foto di Mapplethorpe e la suggestione delle tele di Lucien Freud: questa la trama dei riferimenti più chiari nell'opera della Clark che
hanno formato il suo sguardo sulla natura e la sua attitudine di pittore-naturalista d'altri tempi.
Il percorso di Alexandra Clark, frutto di un'acuta sensibilità, è interamente proiettato alla esplorazione, con paziente intelligenza, di un mondo che la
modernità tende a relegare in una dimensione remota dello spazio e del tempo, se non addirittura a negarla del tutto. La sua arte va controcorrente
rispetto alle tendenze contemporanee: anziché rappresentare l'inquietudine e il degrado, l'artista riesce ancora a vedere con sguardo limpido i frutti
della Terra e a cantarne le lodi.
La rassegna è organizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
La mostra
Le cinquantatre opere, dal 1992 ad oggi, esposte nella Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano si presentano suddivise in tre sezioni dal titolo
"Campagna", "Fiori" ed "Esotico". Della prima sezione, Campagna, le opere più recenti ispirate alla natura incontaminata che circonda lo studio di
Alexandra Clark situato in quella fascia di territorio che si estende tra i boschi del Lazio settentrionale e le dolci colline toscane. Appartengono a
questa sezione le riproduzioni di galline e fagiani, lepri e cinghiali, pecore e cavalli, capre e conigli, ritratti che, al pari delle bestie selvagge del passato,
non comunicano il "distacco" del naturalista, ma un'attenzione tesa a coglierne "l'anima". I musi degli animali della Clark appaiono illuminati dalla
intelligenza, raffigurati con lo stesso amore e rispetto con il quale essi vengono trattati nella realtà: come compagni di vita.
Appartengono alla seconda sezione, Fiori, rappresentazioni di piante e fiori colti al culmine dello splendore e della vitalità, le orchidee fragranti di
rugiada, i pomodori come appena colti, la pelle delle cipolle rosse che riflette la luce.
Infine la terza sezione dal titolo Esotico presenta opere risalenti al periodo in cui, dopo una vita in giro tra l'Africa e l'India, la Clark torna in
Inghilterra per assistere i suoi genitori. Nelle opere di questa sezione struggente, appare, il bisogno di rivivere le atmosfere assolate dei paesi vicino
all'equatore, i colori caldi dei deserti, il senso di libertà trasmesso dagli animali che popolano foreste e savane. Ritratti di leopardi e pappagalli, petali
di fiori ammirati nei giardini tropicali in giro per il mondo, visi dalla pelle bruna avvolti in turbanti e ripescati nei labirinti della memoria, il segno di
Alexandra Clark è sicuro e incisivo, per rafforzare la principale caratteristica dei suoi personaggi: la dignità.
L'artista
Alexandra Clark è nata a Buenos Aires ed ha effettuato gli studi in Inghilterra e in Svizzera. Attualmente vive e lavora in Italia.
Ha realizzato mostre personali in importanti gallerie in Inghilterra, Stati Uniti e Australia.
Nel 1994 ha partecipato ad una collettiva intitolata "Ritorno alla Bellezza" alla Roy Miles Gallery di Londra. Il successo delle sue opere ha spinto la
stessa galleria ad organizzare una personale nel 1996, intitolata "Faces and Flowers".
Nel 1997 i suoi quadri sono esposti alla mostra della Royal Horticultural Society nel Devon del nord.
Nel 1998, ancora una personale alla Hahn Gallery di Albemarle Street a Londra. Nel 2004, la sua prima personale in Australia (alla Galleria Charles
Hewitt di Sidney), intitolata "Il giardino botanico italiano" con "le rose di Pina" e le "peonie di Giovanna" dentro vasi di terracotta e vetri di Murano.
Il risultato: la richiesta di un'altra esposizione nella primavera del 2006.
04
ottobre 2005
Alexandra Clark – La natura di profilo
Dal 04 al 19 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-19
Vernissage
4 Ottobre 2005, ore 18,30
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Autore