Da una bellissima unione di forze tra "Lo spazio bianco" e “DMake” studio, i curatori Vittorio Raschetti e Simone Papalini Presentano in esclusiva Romana le opere dell'artista Alfredo Rapetti Mogol, figlio del noto paroliere. Uno degli artisti più prolifici di Milano con alle spalle decine di mostre personali.
La mostra è un dilemma antologico sulla produzione creativa dell’artista che ormai abbandonata la gabbia del contemporaneo si lancia nella sperimentazione e accoglie una serie di materiali “Possibili” e li ridisegna secondo il profilo della ricerca.
La parola di Alfredo Rapetti non è più solo ipotesi di incisione ma viene incisa veramente nel piombo e nel marmo. L’effetto estetico sorprendente è secondo solo alla profondità della ricerca che supera l’archetipo della parola e diventa una trama di poesie immaginate e dedicate.
L’apparato della vita compare dentro questa selezione di opere così come si sottrae alla figura. Le parole poggiano come coonifere sul pelo della tela trasformando l’oggetto materiale in un foglio bianco e aperto.
Nella bellissima cornice del centro di Roma si potrà ammirare questo allestimento fluido in cui la poesia visiva sarà pura esperienza della visione, e rimarrà impressa nella memoria dei visitatori. “Scomposizioni alfabetiche elementari è la poesia che Alfredo Rapetti Mogol dedica a Roma e alla sua classicità e si esprime con il suo desiderio di esserci con il cuore e con il corpo, con l’intenzione di lasciare un segno nel tempo capace di esprimere la delicatezza di quel gesto.