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Alfredo Sasso – Realtà che svapora
Un percorso espositivo di oltre cinquanta opere recenti ed anche inedite, di pittura e scultura
Comunicato stampa
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Scegliere con la mente ciò che uno sguardo inconscio decide di vedere. Immagini rarefatte, velate dal tempo, depurate da ogni emozione fino a coglierne la vera essenza. E’ questa l’opera di Alfredo Sasso che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta presenta nelle sale del Chiostro di Sant’Agostino, dal 27 maggio al 25 giugno 2006. Un percorso espositivo di oltre cinquanta opere recenti ed anche inedite, di pittura e scultura.
Oli su tela, marmi, bronzi, mosaici e tecniche miste per un viaggio oltre il ricordo, in quella dimensione in cui l’evanescenza della memoria riporta alla luce soltanto gli elementi che conducono alla sostanza. Visioni sfumate, ma di vibrante essenza. Un velo bianco copre il volto di Baudelaire, spegne la luce sui suoi tratti più effimeri per restituirne la presenza in tutta la sua grandezza. Strappandolo al tempo ed alla fugacità umana. Così è per Aristotele, Van Gogh, Celine, Kafka, Pasternak, gli “spiriti magni” di Sasso. Un gioco sottile tra vita e morte, una sorta di illusionismo medianico. Sono le sue stesse parole a spiegarne il percorso creativo.
“Spiegare la serie ininterrotta di cause ed effetti, che presiedono alla nascita di un opera d'arte – dice Sasso - equivale a inoltrarsi temerariamente e, forse, a perdersi in una labirintica monade del cuore nella quale sono racchiusi tutti i significati definitivi. E tuttavia, nella specificità di questa personale avventura che è la mia vita, la tentazione di spiegare a me stesso, più che ad altri, accende in me quella spia interiore che è il motore della mia ricerca. Nella fase di elaborazione l'attività mentale è solamente una componente parziale che confluisce poi in quel grande fiume dell'arte che assorbe tecniche e meccanismi complessi e non definibili e che Mi coinvolge nella totalità. In questo senso, la mia " visione" consiste nel far decantare immagini che, dall'interno del contesto vasto dell'attività onirica, vengono ad emergere librandosi in una intima levitazione rarefatta, frutto, a sua volta, di una selezione del sogno: è come scegliere con la mente ciò che uno sguardo inconscio decide di veder . A questo punto, l'immagine risulta evocata da distanze remote e la stessa lontananza è un medium che si insinua tra i contorni più labili e al tempo stesso più profondi dei ritratti evocati. Ed è la stessa lontananza, infine, che, nel corso della sua lunga traiettoria, fa scolorare ed evaporare tutte le emozioni che, nel contesto del percorso della vita, creano quella confusione che occlude ogni vera visione!”
“Non le cose, ma le essenze più profonde delle cose – scrive il critico Gino Pisanò – questa la consegna di Baudelaire e dei grandi maestri dell’Otto/Novecento. Alfredo Sasso l’ha fatta sua ed è sceso come Orfeo nell’Erebo dell’inconnu, dove dimora il Genio, guidato dall’interpretazione dei segni che il Genio ha lasciato alla storia universale. E, complice un processo di anabasi onirica, espressionistica, surreale, ne ha colto (quasi un medium) l’imago, ossia il fantasma inquieto e tormentato, l’élan vital, l’essenza vitalistica, magnetica, misteriosa, “fermandola” in una sorta di sindone più eloquente di ogni fisica , realistica convenzione pittorica”.
“E’ con grande piacere – spiega l’assessore Daniele Spina - che ospitiamo nelle sale del Chiostro di Sant’Agostino l’opera di questo artista toscano il cui linguaggio lascerà traccia nella nostra memoria per originalità e cura delle felici intuizioni artistiche”.
Breve biografia
Nato nel 1946, Alfredo Sasso si è formato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dal 1971 al 1873 ha lavorato come assistente di Jacques Lipchitz per la realizzazione di tre grandi monumenti, collocati il primo in una pubblica piazza a Philadelphia, il secondo alla Columbia University di New York, ed il terzo a Gerusalemme. Nel 1973 è diventato direttore artistico della Fonderia “Luigi Tommasi” a Pietrasanta. Nel ’79 ha aperto uno studio a New York, ha insegnato scultura alla Salzburg Summer Academy of Art.
Oli su tela, marmi, bronzi, mosaici e tecniche miste per un viaggio oltre il ricordo, in quella dimensione in cui l’evanescenza della memoria riporta alla luce soltanto gli elementi che conducono alla sostanza. Visioni sfumate, ma di vibrante essenza. Un velo bianco copre il volto di Baudelaire, spegne la luce sui suoi tratti più effimeri per restituirne la presenza in tutta la sua grandezza. Strappandolo al tempo ed alla fugacità umana. Così è per Aristotele, Van Gogh, Celine, Kafka, Pasternak, gli “spiriti magni” di Sasso. Un gioco sottile tra vita e morte, una sorta di illusionismo medianico. Sono le sue stesse parole a spiegarne il percorso creativo.
“Spiegare la serie ininterrotta di cause ed effetti, che presiedono alla nascita di un opera d'arte – dice Sasso - equivale a inoltrarsi temerariamente e, forse, a perdersi in una labirintica monade del cuore nella quale sono racchiusi tutti i significati definitivi. E tuttavia, nella specificità di questa personale avventura che è la mia vita, la tentazione di spiegare a me stesso, più che ad altri, accende in me quella spia interiore che è il motore della mia ricerca. Nella fase di elaborazione l'attività mentale è solamente una componente parziale che confluisce poi in quel grande fiume dell'arte che assorbe tecniche e meccanismi complessi e non definibili e che Mi coinvolge nella totalità. In questo senso, la mia " visione" consiste nel far decantare immagini che, dall'interno del contesto vasto dell'attività onirica, vengono ad emergere librandosi in una intima levitazione rarefatta, frutto, a sua volta, di una selezione del sogno: è come scegliere con la mente ciò che uno sguardo inconscio decide di veder . A questo punto, l'immagine risulta evocata da distanze remote e la stessa lontananza è un medium che si insinua tra i contorni più labili e al tempo stesso più profondi dei ritratti evocati. Ed è la stessa lontananza, infine, che, nel corso della sua lunga traiettoria, fa scolorare ed evaporare tutte le emozioni che, nel contesto del percorso della vita, creano quella confusione che occlude ogni vera visione!”
“Non le cose, ma le essenze più profonde delle cose – scrive il critico Gino Pisanò – questa la consegna di Baudelaire e dei grandi maestri dell’Otto/Novecento. Alfredo Sasso l’ha fatta sua ed è sceso come Orfeo nell’Erebo dell’inconnu, dove dimora il Genio, guidato dall’interpretazione dei segni che il Genio ha lasciato alla storia universale. E, complice un processo di anabasi onirica, espressionistica, surreale, ne ha colto (quasi un medium) l’imago, ossia il fantasma inquieto e tormentato, l’élan vital, l’essenza vitalistica, magnetica, misteriosa, “fermandola” in una sorta di sindone più eloquente di ogni fisica , realistica convenzione pittorica”.
“E’ con grande piacere – spiega l’assessore Daniele Spina - che ospitiamo nelle sale del Chiostro di Sant’Agostino l’opera di questo artista toscano il cui linguaggio lascerà traccia nella nostra memoria per originalità e cura delle felici intuizioni artistiche”.
Breve biografia
Nato nel 1946, Alfredo Sasso si è formato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dal 1971 al 1873 ha lavorato come assistente di Jacques Lipchitz per la realizzazione di tre grandi monumenti, collocati il primo in una pubblica piazza a Philadelphia, il secondo alla Columbia University di New York, ed il terzo a Gerusalemme. Nel 1973 è diventato direttore artistico della Fonderia “Luigi Tommasi” a Pietrasanta. Nel ’79 ha aperto uno studio a New York, ha insegnato scultura alla Salzburg Summer Academy of Art.
27
maggio 2006
Alfredo Sasso – Realtà che svapora
Dal 27 maggio al 25 giugno 2006
arte contemporanea
Location
CHIESA E CHIOSTRO DI SANT’AGOSTINO
Pietrasanta, Via Sant'agostino, 1, (Lucca)
Pietrasanta, Via Sant'agostino, 1, (Lucca)
Orario di apertura
16/19 e dal 17 giugno 18.30/20 e 21/24; lunedì chiuso
Vernissage
27 Maggio 2006, ore 18.30
Autore