Alì Nasseredine, libanese, nasce a El Ain (Baalbek). Si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Beirut e dal 1995 è membro dell’Albo degli Artisti Libanesi, che gli ha permesso di realizzare diverse mostre con il patrocinio del Ministero della Cultura libanese.
È in Italia dal settembre 1995 per approfondire i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove mantiene numerosi contatti con i maggiori centri artistici della realtà italiana, tra Lecce, Napoli, Roma, Milano, Torino. Vive e lavora a Milano, in un costante rapporto empatico con la sua terra d’origine, il Libano, dove negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza ha vissuto ed esperito sulla propria pelle la lunga ed orrenda guerra ma questo non gli ha impedito di ricercare in tutti i suoi lavori la luce e la leggerezza.

Cinque opere realizzate site specific per gli spazi della galleria per questa sua personale, tra pittura ed istallazione, in cui Ali’ indaga il concetto del nido che per l’artista simboleggia qualsivoglia nucleo abitativo, lo spazio dove vive una persona o semplicemente "sta", questo transitare uno spazio è per l’artista è un nido, una tana, un covile, un buco, un tetto, un riparo, un ricovero: il dolce ventre di una donna gravida, la city car che tutte le mattine qualcuno usa per recarsi in ufficio, una barca per un pescatore, una casa per la sua famiglia, la cassetta della posta in cui una lettera trova il suo posto dopo un lungo viaggio, la carrozzina per un neonato. Nidi quotidiani, culle per contenere qualcosa di prezioso, terre di origine, infanzie, talvolta negate, ma soprattutto il groviglio dei nostri affetti più profondi, l’essenza dell’amore, le coccole, le nostre emotività, il nostro impeto al calore, l’attaccamento genitale alla vita, l’ispirazione. Da sottrarre alla morte.