Orsola è una installazione appositamente creata dall’artista irlandese Alice Maher per l’ Oratorio di san Ludovico a Venezia. Il visitatore percepirà la presenza di Qualcuno, che sembra essere stato a dormire sull’altare. Forse disturbato dai vistatori che si avvicinavano, la Presenza ha lasciato silenziosamente la piccola chiesa. L’installazione – forse senza volere – si riferisce anche alla consistenza come di sogno di Venezia, una città a cui è troppo spesso negata la consistenza di realtà ed è percepita da milioni di visitatori come uno spazio intermedio fra sogno e realtà, fra storico e romanzesco. Nel suo lavoro veneziano, l’artista si impegna in diversi forti temi, da lei investigati negli ultimi anni. Innanzi tutto, la Crescita come forza trascinante della Natura; la crescita vegetale prima di tutte – una forza del tutto scevra di passione e progetto. Questo tipo di crescita, al tempo stesso mostruosa e potente, talora sopraffà progetti e desideri che riguardano gli esseri umani. Questo si vede anche in una serie di lavori su temi della crescita vegetalè fotografici in mostra alla galleria di Nuova Icona. Ma ritornando allì’Oratorio, gli alberi, appesi a testa in giù, funzionano sia da schermo fra il visitatore e il lavoro, ma sono essi stessi una forma non artificiale di arte … per rendere le cose anche più complicate, la scultura nella sua forma tradizionale (una scultura figurativa di piccolo formato) sarà presente quasi come commento, o nota al margine, della pagina centrale del lavoro. Ambiguo ma chiaro, il messaggio dell’artista si diffonde per tutto lo spazio, facendolo risuonare di nuovi significati.



"Il visitatore entrerà direttamente nell’ Oratorio. Da entrambe le parti della porta, una linea di alberi guiderà il visitatore come per un viale centrale. Ma non si potrà arrivare all’altare né al muro di fondo. Il letto sull’altare è illuminato da uno spot. Al lato opposto un’altra luce evidenzia una minuscola figura in bronzo di dormiente. Il soggetto del “sonno” e l’immagine dei “dormienti” hanno avuto una presenza continua nell’arte attraverso i secoli. E, naturalmente, il dormire è l’azione più vicina al fare arte: Il corpo e la mente non sono impegnati nelle modalità concrete del guadagno o della mera sopravvivenza, ma si è piuttosto in un altro stato, quello del Sogno, la mente si sente a casa e libera di vagare da questo a quello.” (da una lettera di A.Maher).