Prendere o lasciare, lasciarsi prendere dai lasciti di chi ci ha preceduti oppure rilasciare nuove dichiarazioni che li rinnegano e li sfidano? Si tratta solo d'amore, infine, di gelosia, di passione. Della ricerca dell'amore, della sua sconfitta, dell'odore che lascia sulla porta.

Amami o lasciami. Prendere lasciare. Amalo o lascialo, questo sorriso di seta. Oppure bacialo e salutalo per riprendere il cammino. In posizione ferma, tra rilievi e profumi, la Luce scende su di te e non te ne accorgi. L'arte pare mescolarsi al mondo ma ne rimane al di fuori, come l'acqua non si unisce all'olio. Forse perché non è dentro al mondo che va cercata, ma sulla sua superficie. Allora riprendi il cammino e guardi la tua ombra solo per vedere se la Luce ti segue.

In stanze lunghe e disadorne la forma nasce e l'idea prende il largo. Vola sopra i tetti delle case in cui viene partorita ed è là che la ritrovi col pensiero ogni volta che la pioggia cerca di riportarla a terra. Ci si rifugia in chiesa per il nubifragio, come in porto per il naufragio. A cinque a cinque i sensi si rimescolano nel tentativo di raggiungere il sesto. E il sesto è la Visione. Avulsa dal tempo e dallo spazio e da essi indipendente.

La Visione è solitaria e appare per propria volontà, è figlia dell'ispirazione e dall'ispirazione è mossa. Se la lasci sfuggire difficilmente la ritrovi. Prendila o lasciala, ma sappi che se l'ami non la perdi. Generazioni di artisti l'hanno inseguita, blandita, corteggiata, solo pochi hanno giaciuto con lei. La Visione sa essere tattile, sonora e olfattiva, ha un gusto bilanciato d'immortalità. Eppure, talora, frequenta i vernissage.

Marco Ongaro