Mercoledì 30 Marzo 2011 alle ore 17:00, presso la Sala dei Notari di Perugia avrà luogo la presentazione del libro del
Prof. Alessio Monciatti All'origine dell'arte nostra. La Mostra Giottesca del 1937 a Firenze. Introdurrà la Prof.ssa
Enrica Neri Lusanna e interverranno il Prof. Adriano Peroni, ordinario di Storia dell'arte medievale presso l'Università
degli Studi di Firenze e la Prof.ssa Francesca Flores d'Arcais, docente di Storia dell'arte medievale presso l'Università
del Sacro Cuore di Milano.
L'evento è organizzato dall'Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Lettere e Filosofia, dal Dipartimento Uomo e
Territorio in collaborazione con l'associazione Ekphrasis. Cenacolo d'arte.

Alessio Monciatti
Ha studiato Storia dell’arte medievale con Adriano Peroni all’Università degli Studi di Firenze e con Enrico
Castelnuovo alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
È stato borsista dell’École Normale Supérieure a Parigi, dell’École Française de Rome e del Centro Italiano di Studi
sull’Alto Medioevo di Spoleto. È quindi stato: membro della Bibliotheca Hertziana - Max-Planck-Institut für
Kunstgeschichte di Roma negli anni 2000-2001.
Già Ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ha ricoperto la carica di funzionario storico dell’arte del
Ministero dei Beni Culturali presso la sovrintendenza di Milano.
Dal 2005 insegna Storia dell'arte medievale e, per affidamento, Storia dell’arte del Medioevo europeo e Storia dell’arte
moderna presso l'Università degli Studi del Molise.
I suoi studi, prevalentemente concentrati sull'arte tra duecento e trecento, hanno affrontato i mosaici del battistero
fiorentino i cicli decorativi del San Francesco di Assisi i palazzi papali.

Alle origini dell'arte nostra. La Mostra Giottesca del 1937 a Firenze.
Il 27 aprile 1937, in pompa magna e con l'illustre presenza del re Vittorio Emanuele II, inaugurava la grande Mostra
Giottesca che alimentò il mito di Giotto come capostipite dell'arte italiana. Nonostante la mostra fosse concepita con
grande competenza scientifica si prestava ad essere portatrice di un concetto già abbozzato dal Vasari nelle Vite che,
nell'occasione, fu fatto proprio dal regime fascista il quale lo utilizzò in funzione propagandistica in una sorta di
autarchia artistica la cui base politica veniva posta dai gerarchi coadiuvati dall'appoggio scientifico dei critici d'arte
dell'epoca. Un evento dalla notevole portata storica e sociale che raccolse nelle sale degli Uffizi circa trecento opere
dell'arte italiana medievale e la cui storia fornisce un interessante spaccato relativo all'utilizzo dell'arte, della storia e del
gusto da parte del potere.