Keeper: Una piccola pompa di aspirazione, collegata alla vetrina dello spazio principale della galleria. Trattiene con il PVC un frutto di Cedro , creando un involucro senza spazio o aria. In quella intersezione, le componenti vengono sottoposte a una tensione, lì dove ciò che è mostrato incontra l’occhio.

Disperser: Un ventilatore industriale con pale sostituite da fragile vetro, installato sulla parete di fondo tra lo spazio espositivo e le sue stanze sul retro.

Analyst: un personaggio semi-immaginario, alla ricerca di una pelle perfetta. È immerso nel rituale civilizzatore per tenere il mondo sotto controllo, cercando di eliminarne le inconsistenze e costruire un terreno dal quale iniziare e in cui finire. Ovviamente questo è inafferrabile, la superficie diventa un campo d’ azione, il terreno vertiginosamente crolla sotto i piedi.

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Amitai Romm (1985, Gerusalemme) lavora con scultura, installazione e produzione di immagini.
Tra le sue mostre personali: solo presentation con VEDA a Frieze New York, Frame Section (2019), Hibernation, a Tranen, Gentofte (2017) e you may cycle the layers without alteration, alla Kunsthalle Møen44, Askeby (con Jean Marc Routhier) (2016). Mostre collettive: Mud Muses, a Moderna Museet, Stockholm (with Primer)(2019), Bubble Metropolis, a Vermillion Sands, Copenhagen (2019), Dorothea Von Stetten Art Award, al Kunstmuseum Bonn, Bonn (2018), Let’s See, Where Were We? In the Pit of Despair, a de Ateliers, Amsterdam (2017) e Mediated Matter, alla Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2017).
Romm è anche co-fondatore di Diakron, uno studio per la ricerca e la pratica transdisciplinare, e Primer, una piattaforma per lo sviluppo artistico e organizzativo, situata nel quartier generale della società globale di tecnologia per l’acqua Aquaporin a Kg. Lyngby, Danimarca.