“La conseguenza delle azioni sta nelle azioni stesse” scriveva Orwell. Chissà se i primi writer, più tagger che veri artisti, avrebbero mai immaginato che il loro segno incisivo sarebbe stato non fine a se stesso, non solo tribale dichiarazione di territorio, ma motore di un movimento che ha investito la metropoli del mondo negli ultimi due decenni dello scorso millennio.

Oggi infatti gli street artist o writer (come si chiamano in gergo) hanno conquistato non soltanto il mercato internazionale, ma anche i “salotti buoni” dell’arte.
Quelli nei quali la Street Art non era mai voluta entrare nemmeno per un caffè, preferendo – per materializzare la propria posizione di non omologazione e protesta – supporti non convenzionali come muri di periferia, cavalcavia, carrozze e tunnel della metropolitana. Questo non significa che la Street Art abbia rinnegato se stessa, bensì l’esatto contrario: che l’arte ufficiale la ha accolta riconoscendone la specificità quale ineludibile valore ed espressione del nostro tempo.

Non è mai stato il museo, ma la strada il luogo privilegiato della contemporaneità.
Tutto è sempre stato scritto sui muri, fin dall’alba dell’umanità.

Undici dei talenti più affermati della Street Art italiana (a parte Dedè, nome di punta del panorama brasiliano) vengono presentati da Gianluca Gaudio, a partire dal 6 dicembre nello Show Room Telemarket di Bologna, in una mostra che mette in evidenza la maniera con cui questi artisti ripensano il disegno e la pittura, linguaggi primordiali che si combinano ai rumori ed agli odori della città odierna.
Un mondo dove la critica sociale, il rigore etico e l’intelligenza concettuale si sposano con la potenza dei risultati estetici.
Un evento per ribadire il valore storico di un movimento spontaneo che si ritrova assieme su comuni riferimenti, creando una comunità ideale in cui le differenze avvicinano e danno omogeneità generazionale.

Cano, Dedè, Kayone, Led, Leo, Minelli, Pho, Pogliaghi, Rae Martini, Verbo, Wany, i protagonisti di punta del movimento della Street Art, i migliori “fuorilegge” e della creatività, dagli anni Novanta ad oggi, espongono ancora, a distanza di un anno, nello Show Room Telemarket di Bologna.
Invito tutti a partecipare alla mostra: i cittadini arrabbiati contro gli scarabocchiatori, i giovani creativi, i conservatori, gli avanguardisti, i fissati dei luoghi comuni, i collezionisti, chi si interessa d’arte e chi no.
E’ una esperienza che vale la pena fare e vivere.
Uno sguardo diverso a chi, spesso ingiustamente, accusiamo di deturpare le città.

Sarà di supporto alla mostra e a disposizione dei visitatori il nuovo volume dedicato alla Street Art, scritto da Vittorio Sgarbi e Gianluca Gaudio, ed edito dalla Telemarket Communication. Il volume fa il punto della situazione su questo “discusso” movimento artistico, in bilico tra legalità ed illegalità.