All'esploratore che giunge per la prima volta in una terra incognita tutto è nuovo e misterioso. Le categorie con le quali era solito cogliere e catalogare la realtà non hanno più alcun senso o uso pratico. La fantasia e il senso del magico pervadono ogni esperienza e la realtà sconfina nel mito. Tutto è inaudito, esoticamente affascinante. E così Torino diviene una città-arcipelago, un vuoto cartografico da riempire con un immaginario fantastico, come “le Isole dei felici”, il Cipango, o Zaratan, l'isola testuggine di San Brendano. Torineide, de mirabile et inaudita exploratione, è il diario di viaggio, raccontato per immagini, di un curioso naturalista che osserva con occhio nuovo e indagatore la realtà di Torino, vista attraverso il tipico occhio deformante e fiabesco di Andrea Aste. La città prende vita, moltiplicandosi in una serie di visioni oniriche, mostrando ogni volta un volto differente, misterioso e ironico. I particolari architettonici divengono insetti, i lampioni si riempiono di meduse fosforescenti per illuminare strade i cui edifici sono gusci di lumaca. Ispirandosi ai bestiari medioevali ed ai racconti di viaggio del '500, Aste crea un caleidoscopico ecosistema, un universo fanta-scientifico il cui ordine è dato da una tassonomia alla “Linneo” che reinterpreta la complessa realtà di Torino, con la sua geografia, la storia e lo stile di vita, e così i tram corrono appesi ad immense ragnatele trasportando i sogni, mentre antenati e personaggi storici nuotano come pesci in un aquario, ammiccando all'osservatore dagli spazi angusti delle tele ovali.