Il titolo Désordre può sembrare ambiguo, un invito

all'insubordinazione estetica, un rifiuto delle mode che

indirizzano i contenuti dell'espressione artistica o un invito

anarchico all'eresia. Niente di tutto ciò. Désordre è un invito a

riprendere in mano la voglia giocosa di fare, di costruire con

sapienza artigiana un'opera e di condividere con gli altri questa

esperienza; è invito a esplorare la parte buia di sé senza

ritegno, è invito a scherzare su se stessi con la testa rivolta

verso un altrove, verso la sublime e mitica isola che non c'è. Non

ci sono leggi estetiche da rispettare o mode alle quali

adfattarsi. Il dèsordre conosce l'ordine ma sa vedere oltre. Non è

comunque arte disimpegnata. I temi dell'oggi ci prendono, ne

teniamo di conto e ci coinvolgono. Ma non rimaniamo presi dai

vincolo morale della denuncia, non è per noi quello il compito

dell'arte. Per noi quel compito è trasmettere fiducia nella

capacità inventiva e rigenerativa dell'arte, accompagnare chi ci

vede, in un viaggio fuori del tempo storico,interno di una

visione circolare del cammino umano, alla ricerca di quelle

invenzioni creative prodigiose che hanno contraddistinto il vero

progresso umano: l'invenzione del segno, della lingua e della

espressione visiva. L'artista è sempre un poco sciamano.