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Andrea Nicodemo
Nicodemo ha concepito un’installazione le cui parti composite creano una sorta di armonia discorde dove l’artista riesce a condensare le sue riflessioni sulla comunicazione
Comunicato stampa
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Saluti da un amico lontano
Lorenzo Canova
Nel suo recentissimo ciclo di opere, Andrea Nicodemo ha concepito un’installazione le cui parti composite creano una sorta di armonia discorde dove l’artista riesce a condensare le sue riflessioni sulla comunicazione, sulle relazioni interpersonali e sulle attese indotte dalla nostra esistenza.
Andrea Nicodemo attraversa strumenti e forme espressive conservando però una rigorosa coerenza stilistica, una visione severa che si serve di codici iconici e aniconici, di pittura, oggettualità e digitale per trovare le coordinate di un linguaggio quasi primario della riduzione dove tutti gli elementi nella loro estrema e sofisticata semplificazione sono concepiti al massimo della loro funzione comunicativa e delle loro potenzialità concettuali.
La busta strappata che è al centro di questo progetto, sempre sul punto di rivelare il suo contenuto senza scoprire mai realmente le parole e il senso della lettera al suo interno, diventa così un elemento di sospensione, di apprensione e di speranza. Il viaggio della lettera e la sua presenza ambigua creano così una sorta di cammino diretto verso una nuova consapevolezza fondata su un tragitto enigmatico, dove il contenuto della lettera non è mai chiarito ma dove il mistero stesso che nasce da questa situazione incerta può rappresentare un elemento di trasformazione e di conoscenza che va oltre le apparenze toccando un registro più profondo e intangibile.
Possiamo così immaginare la persona che ha scritto la lettera, l’arrivo della busta, possiamo quasi toccare la stessa busta semi aperta o rinchiusa in una teca come una reliquia, ma probabilmente l’artista è interessato a non concludere il suo discorso, a lasciare che siano gli spettatori a ricomporre questo mosaico interrotto come meglio possono o preferiscono, scoprendo in loro stessi il senso personale di questa strana vicenda epistolare.
Non a caso, Nicodemo conclude la sua installazione con un quadro di geometria in bilico tra immagine e non oggettività, dove le forme che ricordano dei parallelepipedi sembrano aprirsi come una porta, alludendo forse alla conclusione del percorso nato e guidato dalla lettera, il cui significato, alla fine del viaggio, sarà ormai chiaro grazie alla luce eloquente del suo silenzio.
Lorenzo Canova
Nel suo recentissimo ciclo di opere, Andrea Nicodemo ha concepito un’installazione le cui parti composite creano una sorta di armonia discorde dove l’artista riesce a condensare le sue riflessioni sulla comunicazione, sulle relazioni interpersonali e sulle attese indotte dalla nostra esistenza.
Andrea Nicodemo attraversa strumenti e forme espressive conservando però una rigorosa coerenza stilistica, una visione severa che si serve di codici iconici e aniconici, di pittura, oggettualità e digitale per trovare le coordinate di un linguaggio quasi primario della riduzione dove tutti gli elementi nella loro estrema e sofisticata semplificazione sono concepiti al massimo della loro funzione comunicativa e delle loro potenzialità concettuali.
La busta strappata che è al centro di questo progetto, sempre sul punto di rivelare il suo contenuto senza scoprire mai realmente le parole e il senso della lettera al suo interno, diventa così un elemento di sospensione, di apprensione e di speranza. Il viaggio della lettera e la sua presenza ambigua creano così una sorta di cammino diretto verso una nuova consapevolezza fondata su un tragitto enigmatico, dove il contenuto della lettera non è mai chiarito ma dove il mistero stesso che nasce da questa situazione incerta può rappresentare un elemento di trasformazione e di conoscenza che va oltre le apparenze toccando un registro più profondo e intangibile.
Possiamo così immaginare la persona che ha scritto la lettera, l’arrivo della busta, possiamo quasi toccare la stessa busta semi aperta o rinchiusa in una teca come una reliquia, ma probabilmente l’artista è interessato a non concludere il suo discorso, a lasciare che siano gli spettatori a ricomporre questo mosaico interrotto come meglio possono o preferiscono, scoprendo in loro stessi il senso personale di questa strana vicenda epistolare.
Non a caso, Nicodemo conclude la sua installazione con un quadro di geometria in bilico tra immagine e non oggettività, dove le forme che ricordano dei parallelepipedi sembrano aprirsi come una porta, alludendo forse alla conclusione del percorso nato e guidato dalla lettera, il cui significato, alla fine del viaggio, sarà ormai chiaro grazie alla luce eloquente del suo silenzio.
12
ottobre 2007
Andrea Nicodemo
Dal 12 ottobre al 30 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA UGO FERRANTI
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Orario di apertura
11-13 e 16-20, sabato e festivi chiuso
Vernissage
12 Ottobre 2007, ore 18.30
Autore
Curatore