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Andrea Poletto – De Morte Vitaque
Le opere esposte comprendono tre tematiche: i Vuoti, le Armonie e alcune illustrazioni eseguite per il romanzo “Il Grande Tritacarne” di Luca Cremona
Comunicato stampa
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ANDREA POLETTO
? De Morte Vitaque ?
Io sono critico verso una società costituita da “individui” infarciti di una cultura dogmatica, con comportamenti, scelte, credenze prestabilite che annullano il libero arbitrio e quindi la persona. Io sono per il diverso, la diversità, per l'incontro dei popoli, per i concetti scomodi, per i dubbi che fanno riflettere, per l'incertezza. Ci vuole una forza certa e coraggiosa per accettare l'incertezza della vita, ma la vita è incertezza.
La mia produzione parte dal 2000 e prosegue tuttora. In realtà disegno, creo, sperimento da quando avevo una decina d'anni e rubavo i fumetti di Andrea Pazienza (mio Primo ispiratore) a mio zio. Da allora fino al 2000 ho accumulato una serie vastissima di materiale, ma la considero solo preparatoria. La mia vera produzione è di questi ultimi otto anni. In questo lasso di tempo ho fatto illustrazioni, sperimentazioni fotografiche, collage, quadri, lavori su ceramica, su legno. Tutto figurativo e artigianale. Sono autodidatta. Ho realizzato una serie di illustrazioni, chiamata "Artifici", ispirata a Philip K.Dick, alle sue intuizioni e alla sua visionarietà che lo rendono unico nel panorama della scrittura fantascientifica. Ho realizzato una serie di illustrazioni in bianco e nero, chiamata "La Bestia Dentro", ispirata ad uno dei principali assunti di Francis Bacon: la trasfigurazione del ritratto per dare una visione delle pulsioni, angoscie, frustrazioni che caratterizzano l'uomo, una sorta di ritratto interiore. Queste due serie mi stanno molto a cuore, specialmente la seconda che mi è servita a sfogare le angoscie di un periodo molto difficile. Ma ne ho scelte altre di maggiore importanza anche per individuare un processo stilistico-concettuale in evoluzione.
La prima è "Vuoti". Sono polaroid di miei primi piani trattate con pennarello nero e strumenti di ferro per incidere. Il tutto riportato in formato 20x30; consta di una ventina di pezzi. Essa sta a sottolineare una crisi di valori compensata da scelte comode, rassicuranti, ma non analizzate. Ad esempio: conosco Tizio, bella presenza, “conforme”, spigliato. Iniziamo a chiaccherare, poi lui, ad un certo punto mi cita “Guerra e Pace” di Tolstoj, mi illumino e gli faccio “L’hai letto?” e lui “No, ma ho visto la fiction in TV”. E qui il primo proiettile, il primo buco nero che squarcia la sua pelle abbronzata (nessuno fra i più grandi registi ha messo su pellicola Classici russi; c’è una ragione). E da lì in poi è tutto uno sgretolarsi, rimangono solo dei filamenti oltre i quali vedo il buio. Per carità è la società che ci tenta con una cultura vacua e tascabile, ma è proprio qui che bisignerebbe avere quel margine di sano dubbio che poi porta alla riflessione e magari al libero arbitrio. La gatta che partorisce prematuramente, avrà cuccioli ciechi. Se potesse aspettare, se potesse riflettere, i suoi cuccioli vedrebbero. Noi possiamo.
La seconda serie è "Il Grande Tritacarne" ed è tutt'altra storia. Lukha Kremo Baroncinij (Luca Cremona) è il creatore del sito www.kipple.it, un sito di stampo fantascientifico, e lo scrittore di innumerevoli racconti e di due libri sul tema; il secondo è "Il Grande Tritacarne". Ha avuto modo di vedere alcune mie illustrazioni della serie "Artifici" e gli sono piaciute molto, a tal punto di chiedermene alcune che considerava già perfette per illustrare il suo ultimo libro e commissionarmene altre che avessero un'attinenza ancora maggiore con trama e personaggi. Ovviamente, per la creazione di queste ultime, sono stato relativamente condizionato, nel senso che se facevo una tavola raffigurante un personaggio del libro dovevo attenermi, almeno un minimo, alla descrizione che lui ne faceva a parole. Ma il punto focale è un altro. Luca mi ha dato totale libertà stilistica. Ed io invece di fare lavori a china come quelli che aveva scelto della serie "Artifici", per quelli commissionatimi ho scelto, non la nettezza grafica della china, ma la sfumatura, la matita. Questo, non dal punto di vista concettuale, ma stilistico, mi ha fatto compiere un passaggio importante. Che disegnassi un umano o un androide comunque erano più veri, più reali. Le illustrazioni del libro sono dodici, qui io ne propongo tre di quelle a matita.
Ed ora si approda alla terza serie: "Armonie". Composta finora solo da tre pezzi, l' “Elefante” (matita, sfondo pantone su legno), la “Larva” (matita, gessetto su legno), i “Maiali” (smalti su ceramica). Io sono un amante della natura, vegetale, animale, umana. Ne sono continuamente incuriosito (comunque, le mie curiosità, da morto, non saranno in alcun modo esaurite). Sono interessato dal comportamento di un microrganismo sino a quello della mente umana. La natura, ahimè, non è perfetta pur essendo armonica in ognuno dei suoi tre elementi primari: umano/animale/vegetale appunto. Elementi però ben distinti, ecco perchè la barra (/). Da qui parto per questo mio progetto. L'obiettivo è di creare un collegamento armonico fra umano e animale, umano e vegetale, vegetale e animale togliendo le barre. Cerco questo collegamento con un'immagine che colpisca senza tante spiegazioni, che faccia intuire che i tre elementi sono in armonia con se stessi, ma anche fra di loro, sono un unicum che pulsa vita. Per ora sto lavorando su umano e animale. Per essere più chiaro su quello che sono i miei intenti parlerò di questi tre pezzi: l'elefante dentro il suo recinto, che ha un valore non imprigionante da circo, bensì di spazio per giocare, non è messo in una posizione casuale, è messo in una posizione tale da farlo sembrare un bimbo; la larva, rannicchiata dentro il suo uovo riporta alla posizione del feto umano; i due maiali si coccolano come due innamorati. Un albero in primavera può sembrare un viso magro con una folta capigliatura. Un albero d'inverno può sembrare un corpo con mille braccia alla ricerca di qualcosa.
Del mio percorso artistico e quindi personale non rinnego nulla, ogni minimo tassello mi è servito ad arrivare fin qui. Parlando di tasselli, frammenti avulsi da qualsiasi progetto seriale, che bastano a sè, tocca motivare le ultime tre illustrazioni rimanenti. La prima, l'immagine dell'invito e della copertina del catalogo, inizialmente è nata senza titolo. Poi, negli anni, mostrandola e riguardandola mi sono reso conto che aveva acquisito una valenza fondamentale, era il riassunto di tutta la mia produzione. Così è arrivato spontaneo il titolo: "Icona", ma nessuna spiegazione, a volte è più bello tacere in accordo con i propri sentimenti che solo ad esprimerli in parole perderebbero la loro intensità. La seconda si intitola “Maligna”. La natura nel suo splendore, essendo imperfetta, è anche maligna. Ne ho considerato un elemento e l’ho rappresentato visionario e oscuro. Per la terza, nessun titolo, niente da dire, nulla di condizionante o limitante l'opera nella sua "vis". Solo emozioni.
Creando, oltre alla ricerca ed evoluzione stilistica, sono arrivato allo studio della natura e questo ha diminuito il mio tumulto interiore.
L'arte mi cura ogni giorno.
Le mie ideologie rimangono immutate, la lotta continua, specialmente quella con me stesso, ma l'affronto in maniera più quieta, per quanto una lotta possa esser quieta.
Concludo partendo dall'inizio, il titolo della mostra. Seguendo il ciclo dell'esistenza sarebbe stato più giusto "De Vita Mortaque", ma l'arte mi ha sempre fatto risorgere dal crepuscolo, per questo "De Morte Vitaque".
Andrea Poletto
Questa personale è dedicata a: Licia, Stefano, Pasquale, Miretta, Anna, Nenad ed a Tebe, la mia parte animale.
? De Morte Vitaque ?
Io sono critico verso una società costituita da “individui” infarciti di una cultura dogmatica, con comportamenti, scelte, credenze prestabilite che annullano il libero arbitrio e quindi la persona. Io sono per il diverso, la diversità, per l'incontro dei popoli, per i concetti scomodi, per i dubbi che fanno riflettere, per l'incertezza. Ci vuole una forza certa e coraggiosa per accettare l'incertezza della vita, ma la vita è incertezza.
La mia produzione parte dal 2000 e prosegue tuttora. In realtà disegno, creo, sperimento da quando avevo una decina d'anni e rubavo i fumetti di Andrea Pazienza (mio Primo ispiratore) a mio zio. Da allora fino al 2000 ho accumulato una serie vastissima di materiale, ma la considero solo preparatoria. La mia vera produzione è di questi ultimi otto anni. In questo lasso di tempo ho fatto illustrazioni, sperimentazioni fotografiche, collage, quadri, lavori su ceramica, su legno. Tutto figurativo e artigianale. Sono autodidatta. Ho realizzato una serie di illustrazioni, chiamata "Artifici", ispirata a Philip K.Dick, alle sue intuizioni e alla sua visionarietà che lo rendono unico nel panorama della scrittura fantascientifica. Ho realizzato una serie di illustrazioni in bianco e nero, chiamata "La Bestia Dentro", ispirata ad uno dei principali assunti di Francis Bacon: la trasfigurazione del ritratto per dare una visione delle pulsioni, angoscie, frustrazioni che caratterizzano l'uomo, una sorta di ritratto interiore. Queste due serie mi stanno molto a cuore, specialmente la seconda che mi è servita a sfogare le angoscie di un periodo molto difficile. Ma ne ho scelte altre di maggiore importanza anche per individuare un processo stilistico-concettuale in evoluzione.
La prima è "Vuoti". Sono polaroid di miei primi piani trattate con pennarello nero e strumenti di ferro per incidere. Il tutto riportato in formato 20x30; consta di una ventina di pezzi. Essa sta a sottolineare una crisi di valori compensata da scelte comode, rassicuranti, ma non analizzate. Ad esempio: conosco Tizio, bella presenza, “conforme”, spigliato. Iniziamo a chiaccherare, poi lui, ad un certo punto mi cita “Guerra e Pace” di Tolstoj, mi illumino e gli faccio “L’hai letto?” e lui “No, ma ho visto la fiction in TV”. E qui il primo proiettile, il primo buco nero che squarcia la sua pelle abbronzata (nessuno fra i più grandi registi ha messo su pellicola Classici russi; c’è una ragione). E da lì in poi è tutto uno sgretolarsi, rimangono solo dei filamenti oltre i quali vedo il buio. Per carità è la società che ci tenta con una cultura vacua e tascabile, ma è proprio qui che bisignerebbe avere quel margine di sano dubbio che poi porta alla riflessione e magari al libero arbitrio. La gatta che partorisce prematuramente, avrà cuccioli ciechi. Se potesse aspettare, se potesse riflettere, i suoi cuccioli vedrebbero. Noi possiamo.
La seconda serie è "Il Grande Tritacarne" ed è tutt'altra storia. Lukha Kremo Baroncinij (Luca Cremona) è il creatore del sito www.kipple.it, un sito di stampo fantascientifico, e lo scrittore di innumerevoli racconti e di due libri sul tema; il secondo è "Il Grande Tritacarne". Ha avuto modo di vedere alcune mie illustrazioni della serie "Artifici" e gli sono piaciute molto, a tal punto di chiedermene alcune che considerava già perfette per illustrare il suo ultimo libro e commissionarmene altre che avessero un'attinenza ancora maggiore con trama e personaggi. Ovviamente, per la creazione di queste ultime, sono stato relativamente condizionato, nel senso che se facevo una tavola raffigurante un personaggio del libro dovevo attenermi, almeno un minimo, alla descrizione che lui ne faceva a parole. Ma il punto focale è un altro. Luca mi ha dato totale libertà stilistica. Ed io invece di fare lavori a china come quelli che aveva scelto della serie "Artifici", per quelli commissionatimi ho scelto, non la nettezza grafica della china, ma la sfumatura, la matita. Questo, non dal punto di vista concettuale, ma stilistico, mi ha fatto compiere un passaggio importante. Che disegnassi un umano o un androide comunque erano più veri, più reali. Le illustrazioni del libro sono dodici, qui io ne propongo tre di quelle a matita.
Ed ora si approda alla terza serie: "Armonie". Composta finora solo da tre pezzi, l' “Elefante” (matita, sfondo pantone su legno), la “Larva” (matita, gessetto su legno), i “Maiali” (smalti su ceramica). Io sono un amante della natura, vegetale, animale, umana. Ne sono continuamente incuriosito (comunque, le mie curiosità, da morto, non saranno in alcun modo esaurite). Sono interessato dal comportamento di un microrganismo sino a quello della mente umana. La natura, ahimè, non è perfetta pur essendo armonica in ognuno dei suoi tre elementi primari: umano/animale/vegetale appunto. Elementi però ben distinti, ecco perchè la barra (/). Da qui parto per questo mio progetto. L'obiettivo è di creare un collegamento armonico fra umano e animale, umano e vegetale, vegetale e animale togliendo le barre. Cerco questo collegamento con un'immagine che colpisca senza tante spiegazioni, che faccia intuire che i tre elementi sono in armonia con se stessi, ma anche fra di loro, sono un unicum che pulsa vita. Per ora sto lavorando su umano e animale. Per essere più chiaro su quello che sono i miei intenti parlerò di questi tre pezzi: l'elefante dentro il suo recinto, che ha un valore non imprigionante da circo, bensì di spazio per giocare, non è messo in una posizione casuale, è messo in una posizione tale da farlo sembrare un bimbo; la larva, rannicchiata dentro il suo uovo riporta alla posizione del feto umano; i due maiali si coccolano come due innamorati. Un albero in primavera può sembrare un viso magro con una folta capigliatura. Un albero d'inverno può sembrare un corpo con mille braccia alla ricerca di qualcosa.
Del mio percorso artistico e quindi personale non rinnego nulla, ogni minimo tassello mi è servito ad arrivare fin qui. Parlando di tasselli, frammenti avulsi da qualsiasi progetto seriale, che bastano a sè, tocca motivare le ultime tre illustrazioni rimanenti. La prima, l'immagine dell'invito e della copertina del catalogo, inizialmente è nata senza titolo. Poi, negli anni, mostrandola e riguardandola mi sono reso conto che aveva acquisito una valenza fondamentale, era il riassunto di tutta la mia produzione. Così è arrivato spontaneo il titolo: "Icona", ma nessuna spiegazione, a volte è più bello tacere in accordo con i propri sentimenti che solo ad esprimerli in parole perderebbero la loro intensità. La seconda si intitola “Maligna”. La natura nel suo splendore, essendo imperfetta, è anche maligna. Ne ho considerato un elemento e l’ho rappresentato visionario e oscuro. Per la terza, nessun titolo, niente da dire, nulla di condizionante o limitante l'opera nella sua "vis". Solo emozioni.
Creando, oltre alla ricerca ed evoluzione stilistica, sono arrivato allo studio della natura e questo ha diminuito il mio tumulto interiore.
L'arte mi cura ogni giorno.
Le mie ideologie rimangono immutate, la lotta continua, specialmente quella con me stesso, ma l'affronto in maniera più quieta, per quanto una lotta possa esser quieta.
Concludo partendo dall'inizio, il titolo della mostra. Seguendo il ciclo dell'esistenza sarebbe stato più giusto "De Vita Mortaque", ma l'arte mi ha sempre fatto risorgere dal crepuscolo, per questo "De Morte Vitaque".
Andrea Poletto
Questa personale è dedicata a: Licia, Stefano, Pasquale, Miretta, Anna, Nenad ed a Tebe, la mia parte animale.
13
settembre 2008
Andrea Poletto – De Morte Vitaque
Dal 13 settembre al 05 ottobre 2008
disegno e grafica
Location
PRIMO PIANO ARTE STUDIO
Bolzano Vicentino, Via Marosticana, 24, (Vicenza)
Bolzano Vicentino, Via Marosticana, 24, (Vicenza)
Orario di apertura
mercoledì, giovedì, venerdì 15 – 19; sabato e domenica 16 – 20; mattino di giovedì e sabato 10 – 13; fuori orario su appuntamento
Vernissage
13 Settembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore