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Andrea Sparaco – Disegni
coerente con l’anti-razionalismo surrealista sembra essere anche il suo atteggiamento di fronte alla realtà; ma nell’uso che egli fa dei simboli quali il numero, il vegetale e il pendolo, la sua opera si fa più complessa
Comunicato stampa
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"….Andrea Sparaco…rileva e rielabora gli stimoli esterni, quotidiani e continui, che sono lettere e parole, numeri e cifre, lancette d’orologio e segnali stradali, corde e leve, contenitori e ingranaggi. In che maniera? Creando un assemblaggio, progettando innesti, sviluppando collegamenti: secondo una logico-meccanica. Ma attenti! Non è qui la logica della meccanica, bensì la meccanica della logica, per cui la macchina e il meccanismo procedono oltre la volontà dell’uomo, contro la ragione.
Personale - Galleria San Giorgio - Pordenone maggio 1977
"La metafora della contestazione tecnologica" di Vincenzo Perna (testo in catalogo)
"….Il segno, sensibilissimo, ha una rara delicatezza e, insieme, una profonda vitalità: una pienezza plastica che il tessuto grafico esalta nella morbidezza della luce, facendo esistere le cose in profondità. Il disegno di Sparaco, a tutta prima, sembra inclinare a un surrealismo che contiene in sé tutte le premesse di matrice dadaista, per quella sua ansia dichiarata di esplorare le verità attraverso l’etnologia, la fantasia e il sogno, per la ricerca di una sintesi precisa delle forme biologiche e meccaniche, così come l’aveva perseguita Duchamp, per la sostituzione di forme viventi e organiche, come l’aveva operata Lèger. E coerente con l’anti-razionalismo surrealista sembra essere anche il suo atteggiamento di fronte alla realtà; ma nell’uso che egli fa dei simboli quali il numero, il vegetale e il pendolo, la sua opera si fa più complessa…."
2 dicembre 1981 L"Unità", in. "I disegni di Andrea Sparaco alla libreria Marotta" di Maria Roccasalva
Andrea Sparaco inizia la sua attività negli anni cinquanta movendosi nell’aria del neorealismo. Negli anni sessanta, insieme ad Attilio Del Giudice e Raffaele Remino, promuove attività di gruppo dando vita ad una intensa ricerca visiva e di comunicazione socio-politica. Agli inizi degli anni settanta si dedica con più attenzione alla grafica che utilizza anche come fase progettuale per le sue sconcertanti macchine non funzionali dove è evidente la volontà dissacratoria nei confronti della tecnologia. Con questi materiali, tra il 1973 e il 1976. organizza diverse mostre personali: Milano, Genova, Pordenone, Bergamo, Napoli, Caserta, Stoccarda, Monaco e Kalsruhe. Con l’inizio degli anni ottanta si dedica alla costruzione di opere in legno che, con una minuziosa ed accurata manualità, lo collocano vicino all’arte povera, senza comunque trascurare la ricerca grafica che intanto si è fatta più puntigliosa e si è caricata di ulteriori valenze concettuali. Nascono i cicli “Automatismi della memoria”, “Ritratti di memoria”, ”La memoria ha un grande futuro?” “Il libro e la pagina”, “Codici meridionali” e “Le lettere e cifre”. Nel 1993, commissionatagli dal Comune, viene collocata sulle mura storiche di Gaeta, la sua “Caravella dell’immaginario”, grande scultura in legno concepita nell’ambito dei festeggiamenti per Caboto. Della sua frenetica attività di quegli anni sono da segnalare altre tre significative iniziative: ‘Stazionamento in retroguardia: Lettere dal disagio” al castello di Maddaloni; “Lettere dal Paradiso: omaggio ad Orazio Faraone” al CIAC di Caserta e, insieme al poeta visivo Stelio M. Martini, “Mallarmè in levità”, con testo in catalogo di Domenico Papa, al palazzo delle Arti di Capodrise. Nel 2001, curata da Domenico Papa, si è tenuta all’ATI di S. Maria CV. una sua importante mostra antologica con 250 opere. In tale occasione è stata pubblicata una corposa monografia della casa editrice ELECTA. Nell’ambito della manifestazione coordinata dallo stesso Papa e dal giovane filosofo Lucio Saviani si è tenuto un incontro-dibattito tra gli allievi delle scuole superiori, quelli di alcune facoltà universitarie della Provincia di Caserta e il filosofo Massimo Cacciari.
Personale - Galleria San Giorgio - Pordenone maggio 1977
"La metafora della contestazione tecnologica" di Vincenzo Perna (testo in catalogo)
"….Il segno, sensibilissimo, ha una rara delicatezza e, insieme, una profonda vitalità: una pienezza plastica che il tessuto grafico esalta nella morbidezza della luce, facendo esistere le cose in profondità. Il disegno di Sparaco, a tutta prima, sembra inclinare a un surrealismo che contiene in sé tutte le premesse di matrice dadaista, per quella sua ansia dichiarata di esplorare le verità attraverso l’etnologia, la fantasia e il sogno, per la ricerca di una sintesi precisa delle forme biologiche e meccaniche, così come l’aveva perseguita Duchamp, per la sostituzione di forme viventi e organiche, come l’aveva operata Lèger. E coerente con l’anti-razionalismo surrealista sembra essere anche il suo atteggiamento di fronte alla realtà; ma nell’uso che egli fa dei simboli quali il numero, il vegetale e il pendolo, la sua opera si fa più complessa…."
2 dicembre 1981 L"Unità", in
Andrea Sparaco inizia la sua attività negli anni cinquanta movendosi nell’aria del neorealismo. Negli anni sessanta, insieme ad Attilio Del Giudice e Raffaele Remino, promuove attività di gruppo dando vita ad una intensa ricerca visiva e di comunicazione socio-politica. Agli inizi degli anni settanta si dedica con più attenzione alla grafica che utilizza anche come fase progettuale per le sue sconcertanti macchine non funzionali dove è evidente la volontà dissacratoria nei confronti della tecnologia. Con questi materiali, tra il 1973 e il 1976. organizza diverse mostre personali: Milano, Genova, Pordenone, Bergamo, Napoli, Caserta, Stoccarda, Monaco e Kalsruhe. Con l’inizio degli anni ottanta si dedica alla costruzione di opere in legno che, con una minuziosa ed accurata manualità, lo collocano vicino all’arte povera, senza comunque trascurare la ricerca grafica che intanto si è fatta più puntigliosa e si è caricata di ulteriori valenze concettuali. Nascono i cicli “Automatismi della memoria”, “Ritratti di memoria”, ”La memoria ha un grande futuro?” “Il libro e la pagina”, “Codici meridionali” e “Le lettere e cifre”. Nel 1993, commissionatagli dal Comune, viene collocata sulle mura storiche di Gaeta, la sua “Caravella dell’immaginario”, grande scultura in legno concepita nell’ambito dei festeggiamenti per Caboto. Della sua frenetica attività di quegli anni sono da segnalare altre tre significative iniziative: ‘Stazionamento in retroguardia: Lettere dal disagio” al castello di Maddaloni; “Lettere dal Paradiso: omaggio ad Orazio Faraone” al CIAC di Caserta e, insieme al poeta visivo Stelio M. Martini, “Mallarmè in levità”, con testo in catalogo di Domenico Papa, al palazzo delle Arti di Capodrise. Nel 2001, curata da Domenico Papa, si è tenuta all’ATI di S. Maria CV. una sua importante mostra antologica con 250 opere. In tale occasione è stata pubblicata una corposa monografia della casa editrice ELECTA. Nell’ambito della manifestazione coordinata dallo stesso Papa e dal giovane filosofo Lucio Saviani si è tenuto un incontro-dibattito tra gli allievi delle scuole superiori, quelli di alcune facoltà universitarie della Provincia di Caserta e il filosofo Massimo Cacciari.
14
maggio 2005
Andrea Sparaco – Disegni
Dal 14 maggio al 02 giugno 2005
disegno e grafica
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16-19,30
Vernissage
14 Maggio 2005, ore 18,30
Autore